Men of War

di Marco Modugno
Ho giocato con il codice preview di Men of War e ho pensato: Super Eroica! Chi, come me, é uscito o sta per uscire dai favolosi “enta” sa di cosa parlo. Negli anni Settanta ed Ottanta l'Editrice Dardo uscì con una collana di fumetti rigorosamente in bianco e nero, che ci fecero sognare con storie di guerra, rigorosamente la seconda di quelle mondiali, dove i protagonisti, a volte un po' stereotipati ma comunque coinvolgenti, davano finalmente un volto umano e una voce ai soldatini di plastica che combattevano le loro epiche battaglie sul tappeto della nostra cameretta.

Oggi gli eserciti di plastica pressofusa sono finiti nelle soffitte, fatta eccezione per una ristretta cerchia di appassionati del tridimensionale (così sono stati ribattezzati i giochi di soldatini, regalando una nuova dignità “adulta” ad un gioco nobilissimo e vecchio quanto la guerra stessa), sostituiti nei cuori di ragazzini ed adolescenti da modelli tridimensionali in computer grafica, che si danno battaglia sugli schermi sempre più grandi e definiti collegati a PC e console domestiche.
Asciugate le doverose lacrime di nostalgia di chi per anni ha atteso con ansia la nuova scatola portata a casa da papà, chiedendosi a quale esercito (Airfix o Atlantic, ovviamente) sarebbe toccato, questo mese, di rappresentare la novità sul terreno di gioco, scopriamo come il risultato di quest'evoluzione darwiniana del gioco della guerra, in fondo, ci piaccia parecchio.



Specie se gli sviluppatori sono i ragazzi ucraini di Bestway, perché il pensiero va subito al recente Soldiers: Heroes of World War II e l'acquolina in bocca scatta automatica, al pensiero di dover mettere alla prova la loro nuova creatura.

Non siamo rimasti delusi. Men of War muove un ulteriore passo avanti nel genere piuttosto affollato degli RTS bellici, riuscendo a conquistare immediatamente la nostra attenzione e il nostro plauso, pur se reduci dall'ottima impressione ricevuta dalla recente preview di Codename Panzers: Cold War. Se il titolo Stormregion può senza dubbio tenersi stretta la palma di killer application in ambito puramente meccanizzato, MoW é riuscito a fare addirittura qualcosa in più, restituendo la dignità di singolo individui a quei drappellini di fanteria anonima che siamo abituati di solito a spedire incontro alla morte con il cinismo di un generale francese nella guerra di posizione sulla Somme, nel 1916. Ogni soldato, infatti, può essere gestito singolarmente, assegnandogli compiti speciali, il ruolo di caposquadra o, perfino, implementando il suo inventario (questa é una trovata RPG di cui tutti quelli che verranno dopo dovranno tenere conto!) con armi e altri arnesi ritrovati sul campo di battaglia, magari perquisendo i compagni o in nemici caduti.

E questo é solo un aspetto di un RTS singolare, che sceglie di accompagnare ad un tipico schema di gioco real-time (ma senza raccolta di risorse, meno male, così ci si può concentrare sull'azione e sulla tattica immediata), elementi del gioco di ruolo e dello sparatutto.
Se dal primo genere viene mutuata anche una trama di tutto rispetto, che fa da cornice alle tre campagne (tedesca, russa e alleata) del gioco single player, viste ciascuna nell'ottica di un singolo combattente, protagonista della storia molto ben caratterizzato sotto il profilo psicologico e personale, dal genere FPS MoW preleva un approccio grafico che fa della zoomata il suo cavallo di battaglia, e i risultati si vedono dai filmati presenti in rete realizzati con il motore del gioco.

La gestione libera delle telecamere, infatti, consente letteralmente d'immergersi nell'azione al punto di poter contare i bulloni sulla corazza dei carri armati, e se la qualità delle texture, comprensibilmente, non raggiunge il massimo livello di dettaglio dei campioni d'incasso della next-gen, ci regala comunque risultati visivi di tutto rispetto, sia se parliamo della resa di uomini e mezzi, sia se andiamo ad analizzare la qualità degli effetti speciali, esplosioni in testa cui, anzi, rimproveriamo un approccio talvolta un po'troppo hollywoodiano. Va bene infatti che un carro a benzina, quando salta in aria, fa un gran bel botto, ma farlo sembrare un''esplosione all'idrogeno in miniatura é un po' troppo, forse...

In ogni caso, il comparto tecnico del gioco si difende alla grande, pur facendo qualche capriccio nei confronti dell'hardware meno performante e costringendo, in quel caso, a qualche taratura verso il basso degli effetti grafici. Un prezzo che si paga volentieri, però, visto il grado di sensibilità che l'ambiente di gioco manifesta nei confronti delle vostre azioni. Neve polverizzata o sabbia si sollevano al passaggio dei mezzi, le esplosioni sollevano polvere, il ghiaccio di fiumi e laghi si rompe, gli alberi s'incendiano come torce e gli edifici possono essere rasi al suolo a cannonate, indipendentemente dalla loro dimensione.



Eccezionale anche il sonoro, specie nei rumori dei mezzi e delle armi, che appaiono davvero campionati da oggetti reali. Sentire finalmente il motore Maybach di un Tiger che produce un ruggito ben diverso del Ford V8, montato sui più leggeri Sherman, fa bene al cuore di questo vecchio appassionato.
Infine l'IA, all'altezza di una sfida appagante e non frustrante. L'avversario elettronico sembra soppesare attentamente, nel compiere le sue scelte, il numero e il tipo di forze di cui dispone, lo stato di salute e di rifornimento delle stesse e il terreno sui cui si deve scontrare con voi, limitando il ricorso al tank rush a pochi casi in cui nemmeno Patton avrebbe saputo trovare un'alternativa tattica migliore.

Le missioni della campagna in single player, nella versione definitiva, del gioco, dovrebbero essere diciannove. Ne abbiamo provate solo un paio, per cui non siamo in grado di dire l'ultima parola sulla varietà delle ambientazioni che tuttavia, a giudicare dal materiale di presentazione pervenutoci, dovrebbe essere su ottimi livelli. I tedeschi, a quanto sembra, dovranno vedersela con l'invasione di Creta e l'assalto a Tobruk (speriamo che, nella versione finale del gioco, salti fuori qualche unità italiana visto che in Marmarica, nel 1942, noi c'eravamo eccome! Agli alleati toccherà la patata bollente dell'operazione Torch (ossia la fine della campagna d'Africa, a partire dallo sbarco americano in Marocco e Algeria, e ai russi la difesa di Mosca, durante il primo assalto tedesco dell'Operazione Barbarossa.

Finite le tre campagne, separate e indipendenti tra loro, non rimane che immergersi nel comparto multiplayer. Il codice nelle nostre mani non ci ha consentito una prova, ma l'offerta, trattandosi di un RTS, é delle più ricche. Nella versione finale di prossima uscita saranno presenti diverse modalità di gioco, dall'immortale Capture The Flag alla meno scontata High Value Cargo che prevede compiti di scorta e protezione dell'obiettivo per una delle fazioni, e attacco per l'altra.
Nel gioco via Internet o LAN, che prevede partite su server dedicati di un numero massimo di 16 giocatori, non sarà possibile utilizzare tutte le unità disponibili nelle campagne single player, ma solo una cinquantina selezionata delle stesse. Però si può giocare con l'uniforme di un'altra fazione, i Giapponesi, e questo basta e avanza, per chiunque non fosse stato ancora convinto, per scrivere a caratteri cubitali sulla nostra agenda la data del previsto appuntamento con la versione Gold del gioco, il 20 di febbraio.