Metal Gear Rising: Revengeance
Al primo contatto con il nemico ci si rende conto di come questo Revengeance sia distante anni luce dal suo padre putativo. Vista la rapidità dei nemici e la loro capacità di coordinare attacchi in sequenza, uscire illesi da una battaglia significa essere rapidi e scaltri nell'uso della propria Katana, fondamentale per dilaniare i corpi del malcapitato di turno e recuperare così la quantità di elettroliti necessaria per proseguire la propria opera di “redenzione” senza troppi patemi d'animo.
Dal punto di vista coreografico il team di sviluppo conferma la propria dote nel genere action, garantendo al protagonista l'opportunità di prodursi in una danza letale tanto rapida nei movimenti quanto incredibilmente efficace sotto il profilo squisitamente visivo.
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Le combo di Raiden risultano, infatti, violente ed incredibilmente appaganti, con l'alternanza di colpi basati unicamente sull'uso della spada a combinazioni basate sull'uso di prese e proiezioni in grado di scaraventare il nemico a distanza utile per i fendenti più potenti fruibili tramite la modalità Blade Mode. In queste condizioni, con il temporaneo rallentamento dell'azione di gioco, al giocatore é inoltre offerta l'opportunità di colpire alcuni dei punti deboli del nemico, utili sia per ottenere alcuni extra in corso d'opera che soprattutto per attivare brevissime sequenze QTE dal risultato tanto devastante quanto spettacolare.
Superata la prima parte del livello ed una seconda sezione dedicata alla fase esplorativa più classica, al giocatore é infine offerta l'opportunità di cimentarsi con il famigerato LQ-84I, un unità da combattimento decisamente atipica, caratterizzata da una forma ed un'agilità tipicamente felina e soprattutto dalla presenza di una motosega posizionata sulla coda in grado di tagliare qualunque tipo di metallo. Come nel più classico dei Boss Fight, in questo caso specifico é richiesto di individuare il vero punto debole dell'avversario, indubbiamente abile nell'approntare la dovuta difesa in occasione degli attacchi diretti di tipo, ma non altrettanto capace nel porre le dovute contromisure in caso di combinazione parata + contrattacco veloce.
I livello e la demo si concludevano di fatto qui, lasciando ben sperare su quelle che potranno essere le features del gioco nella sua forma più completa e definitiva. Tecnicamente Metal Gear Rising: Revengeance sembra essere infatti decisamente all'altezza del blasone di Metal Gear Solid. Il pacchetto dimostrativo ci ha messo a disposizione un prodotto decisamente solido, con un motore grafico capace di assicurare i canonici 60 frame per secondo, pur senza rinunciare alla qualità tipica dei prodotti made in Platinum Games ed in cui non possiamo non citare animazioni decisamente spettacolari, effetti speciali di altissimo livello ed un combo system decisamente sopra la media.
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Dal punto di vista coreografico il team di sviluppo conferma la propria dote nel genere action, garantendo al protagonista l'opportunità di prodursi in una danza letale tanto rapida nei movimenti quanto incredibilmente efficace sotto il profilo squisitamente visivo.
Le combo di Raiden risultano, infatti, violente ed incredibilmente appaganti, con l'alternanza di colpi basati unicamente sull'uso della spada a combinazioni basate sull'uso di prese e proiezioni in grado di scaraventare il nemico a distanza utile per i fendenti più potenti fruibili tramite la modalità Blade Mode. In queste condizioni, con il temporaneo rallentamento dell'azione di gioco, al giocatore é inoltre offerta l'opportunità di colpire alcuni dei punti deboli del nemico, utili sia per ottenere alcuni extra in corso d'opera che soprattutto per attivare brevissime sequenze QTE dal risultato tanto devastante quanto spettacolare.
Superata la prima parte del livello ed una seconda sezione dedicata alla fase esplorativa più classica, al giocatore é infine offerta l'opportunità di cimentarsi con il famigerato LQ-84I, un unità da combattimento decisamente atipica, caratterizzata da una forma ed un'agilità tipicamente felina e soprattutto dalla presenza di una motosega posizionata sulla coda in grado di tagliare qualunque tipo di metallo. Come nel più classico dei Boss Fight, in questo caso specifico é richiesto di individuare il vero punto debole dell'avversario, indubbiamente abile nell'approntare la dovuta difesa in occasione degli attacchi diretti di tipo, ma non altrettanto capace nel porre le dovute contromisure in caso di combinazione parata + contrattacco veloce.
I livello e la demo si concludevano di fatto qui, lasciando ben sperare su quelle che potranno essere le features del gioco nella sua forma più completa e definitiva. Tecnicamente Metal Gear Rising: Revengeance sembra essere infatti decisamente all'altezza del blasone di Metal Gear Solid. Il pacchetto dimostrativo ci ha messo a disposizione un prodotto decisamente solido, con un motore grafico capace di assicurare i canonici 60 frame per secondo, pur senza rinunciare alla qualità tipica dei prodotti made in Platinum Games ed in cui non possiamo non citare animazioni decisamente spettacolari, effetti speciali di altissimo livello ed un combo system decisamente sopra la media.
Metal Gear Rising: Revengeance
Metal Gear Rising: Revengeance
Bene, anzi benissimo. Revengeance sembra avere tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento nel genere action, forte di un background narrativo di sicuro impatto ma soprattutto di un comparto tecnico di assoluto spessore, frutto degli anni di esperienza accumulati in tal senso dal team Platinum. Non resta che attendere l'uscita del gioco per sapere se tutte le promesse - e le premesse - saranno rispettate