Micromachines V4

di Andrea Casetti
Impossibile non conoscere le Micromachines: alzi la mano chi di voi non le ha mai sentite nominare. È davvero impensabile che qualcuno possa davvero non avere mai sentito parlare di un vero e proprio fenomeno capace di rimpiazzare le canoniche macchinine, tra adolescenti che hanno da poco smesso di giocarci, genitori che sono stati assillati dalle richieste dei figli e, infine, giovani che hanno assistito alla nascita dell'idea di concentrare una macchina sulla punta di un dito. È proprio quest'ultima la particolarità contraddistintiva delle Micromachines: la ridottissima dimensione che le rende particolarmente adatte per giocarci in qualsiasi ambiente, con quelle ruote sproporzionate che donano il caratteristico appeal.
Ed essendo ormai un vero e proprio fenomeno di costume, poteva mancare il classico videogioco ad esso dedicato? Ovviamente la risposta è no, altrimenti non saremmo qua a parlarne. In ogni caso va precisato che il gioco di cui ci apprestiamo a parlare, intitolato Micromachines V4, come testimoniato dal nome è il quarto episodio di una fortunata serie capace di appassionare i giocatori su PsOne prima, PS2 poi.


Fair play? No grazie!
Come è facile immaginare, non si tratta di un titolo dalle velleità simulative, bensì di un gioco che mischia abilmente alla frenesia delle corse miniaturizzate, la totale assenza di fair play e un vero e proprio arsenale di armi tanto devastanti quanto divertenti.
L'animo prettamente arcade è immediatamente percepibile nel modello di guida, che sarà in grado di darvi la sensazione di essere davvero al volante di automobiline con ruote di plastica, in quanto ogni curva dovrà essere affrontata "alla Colin McRae". E la situazione non cambia di tanto passando da una categoria di auto all'altra: tutte le macchinine si guidano più o meno allo stesso modo, rendendo piuttosto difficili da rilevare le differenze di tenuta di strada tra una e l'altra. Discorso a parte, invece, se lo merita la velocità, particolarmente accentuata in alcune categorie d'auto piuttosto che in altre.

A proposito di veicoli disponibili, va segnalata immediatamente la mancanza delle navi, che vi impedirà così di ritrovarvi a competere nella classica vasca da bagno. Per fortuna tale assenza è compensata da oltre 750 veicoli appartenenti a 25 classi differenti, che riportiamo qui di seguito: muscle, d'epoca, rally, classiche, da esposizione, hot rod, da corsa, street racers, bevi-benzina, cittadine, hot-hatch, fuoristrada, concept car, d'epoca da corsa, ammiraglie, sportive, da deserto, pick-up, lussuose, low-rider, stock-car, Custom, da corsa GT, utilitarie e dragster.
Ciascuna macchinina è ben realizzata, con una cura nei dettagli che le rende davvero simili alle controparti reali (comprese le ruote sproporzionate) e addirittura il movimento delle sospensioni in funzione delle condizioni di guida, quasi si trattasse di auto vere e proprie.
Arsenale inside


Va precisato, tuttavia, che il valore di queste 750 macchinine non si avvicina minimamente alle 700 auto che vanta GT4: in questo caso molte di loro differiscono le une dalle altre solo per la colorazione e, come detto, sono caratterizzate da prestazioni non troppo dissimili tra loro, sia che si parli di dragster, sia che siate al volante di utilitarie.
Ciò che invece il capolavoro Polyphony non si può certo sognare è un arsenale comprensivo di ben 25 armi, tra cui mitragliatrici, bombe, missili, raggi laser e martello senza dimenticare gli asciugacapelli e i lanciafiamme.
Buona è anche la varietà delle ambientazioni: in questo episodio della saga sono presenti 50 circuiti ricavati da 25 ambientazioni tanto impensabili quanto divertenti, che includono: tavolo da biliardo, museo, cucina, tetto, strada, gabbia di polli, retina per capelli, fogna, falegnameria, bagno, fast-food, garage, laboratorio di scienze, parrucchiere, ufficio, giardino, stanza da letto, barca, centro commerciale, biblioteca, spiaggia, centro botanico, macelleria, supermercato e piscina.
Ciascun tracciato è pieno zeppo di insidie, con tanto di elementi mobili che diventano ostacoli imprevedibili per le vostre bizzarre competizioni (giusto per citare un paio di esempi, le palle da biliardo oppure le uova che rotolano in cucina).

In ogni caso il divertimento è assicurato: la notevole sensazione di velocità che riesce a dare il gioco, aggiunta all'irriverenza delle gare di sopravvivenza sono un mix davvero appassionante, ottimo per divertirsi in single player, imperdibile per chi si vuole divertire con gli amici con dei party games in cui è premiato chi spinge fuori dal tracciato l'avversario e chi riesce a centrare gli altri concorrenti con i lanciamissili, fino al distacco delle loro ruote.
Chiude il quadro la possibilità di connettere la versione PS2 con la PSP, capace quindi di garantire la continuità tra le partite casalinghe e quelle fuori sede.

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