Abbiamo provato Monster Hunter Wilds in anteprima

Un manciata d'ore nelle terre Proibite hanno fatto esplodere la nostra attesa per il nuovo capitolo del RPG action di Capcom

Abbiamo provato Monster Hunter Wilds in anteprima

Se non ci fosse un certo gioco in odor d’uscita nel 2025, Monster Hunter Wilds sarebbe con ogni probabilità il gioco più atteso dell’anno. Ma se del suo possibile contendente al trono di gioco del 2025 non si hanno notizie e inizia ad aleggiare un certo scetticismo circa la sua possibile uscita entro la fine dell’anno, il gioco di ruolo di Capcom è ormai alle porte. Nei giorni scorsi siamo stati invitati a partecipare in anteprima a Milano a una prova di una versione beta in cui ci è stato permesso di provare un paio di ore abbondanti della parte iniziale dell’avventura e un paio di battute di caccia in co-op. 

La trama di Monster Hunt Wilds

Come d’abitudine, anche questo nuovo capitolo di Monster Hunter ci invita a bordo di una spedizione di caccia ai mostri grossi. In Wild, la nostra destinazione sono le Terre Proibite, enorme landa di terra che si crede popolata unicamente da mostri e disabitata dagli esseri umani da lunghissimo tempo. Qualcosa nel racconto della tradizione orale che avvolge questa regione però deve essere andato perduto, perché pochi minuti dopo l’inizio della perlustrazione aerea viene subito avvistata una ragazzina in fuga da un branco di mostri.

La ragazzina tratta in salvo dice di chiamarsi Nata, di appartenere al Clan dei Custodi, e di essere stata messa in salvo dal fratello durante una battaglia contro quello che sembra essere lo Spettro Bianco, il mostro mitologico che domina incontrastato queste terre. Ad ogni modo, la stima della popolazione locale appare definita in modo piuttosto frettoloso, perché non ci viene concesso nemmeno il tempo di allestire il campo base e subito ci ritroviamo a mettere in salvo un’altra ragazzina. Questa volta la fanciulla ci racconta però di far parte di una tribù locale, che raggiungiamo e da cui apprendiamo alcune nozioni su queste Terre Proibite, evidentemente troppo poco conosciute. Se la ricerca della spedizione perduta, il motivo per cui siamo qui, già appariva impegnativa, ora siamo certi che avremo a che fare anche con una certa dose di misteri. 

Abbiamo provato Monster Hunter Wilds in anteprima

Le nostre impressioni su Monster Hunter Wilds

Partendo dalla premessa che farsi un’idea di Monster Hunter Wilds dopo una breve manciata di ore trascorse al suo interno è un’impresa complicata dalla vastità dei contenuti di gioco, l’impressione del primo impatto è che quell’altro gioco non avrà la strada spianata verso il titolo di GOTY. Monster Hunter Wilds fa tante cose e la fa molto bene. Partiamo dai Seikret, le cavalcature che ci accompagnano attraverso le Terre Proibite, che possono rivelarsi alleati in battaglia fornendoci spostamenti veloci, ma anche utilissimi piloti automatici durante gli inseguimenti, concedendo così al giocatore di svolgere in background una serie di aggiustamenti nei menù. Arrivare preparati ai combattimenti è indispensabile, tenuto conto delle dimensioni dei mostri, lezione che si impara fin da subito, già durante il primo confronto con un esemplare di Quematrice, sorta di gigantesco gallo mostruoso. 

Durante la personalizzazione iniziale della nostra cacciatrice abbiamo scelto l’arco come arma principale e possiamo dire che si è rivelata una scelta azzeccata, sia perché ci ha offerto la possibilità di parlare di quest’arma che è tra le più aggiornate rispetto al passato, sia perché abbiamo trovato incredibilmente utili le diverse varietà di frecce che vengono create in automatico applicando ai dardi rivestimenti o upgrade creati dalle risorse raccolte. Non tutti i mostri però possono essere affrontati efficacemente dalla distanza: ecco dunque arrivare in nostro aiuto l’arma secondaria, ma soprattutto i bengala di SOS con cui richiamare altri giocatori per ricevere un aiuto. Nel nostro caso, invece di volenterosi giocatori umani pronti a tenderci la mano, abbiamo dovuto fare affidamento sui membri della spedizione controllati dalla CPU, ma con grande sorpresa quest’ultimi si sono rivelati dotati di routine di comportamento efficace e capaci di reagire contestualmente agli eventi: detto in altri termini, non inutili come carne da cannone, ma anche senza il ricorso ad altri giocatori umani si può contare su un certo supporto in caso di necessità. 

Abbiamo provato Monster Hunter Wilds in anteprima
Giocare a Monster Hunter Wilds se si ha fame può essere pericoloso!

La parte più affascinante della prova, tuttavia, ha riguardato senza dubbio l’esplorazione delle Terre Proibite, tra la caccia alle bestie che le popolano e la meraviglia per gli scenari naturali che regalano. La grande novità di Monster Hunter Wilds è il movimento in branco degli animali. Una situazione tipica può assomigliare a questa: esplorando la mappa individuate il luogo in cui si sta muovendo una specie che vi interessa. Affidandovi alla capacità dei Seikret di seguire gli odori e agli insetti guida luminosi che compongono una scia. Qui scoprite che l’esemplare da cacciare è ovviamente il capobranco, il più grosso e il più aggressivo. Per prima cosa dunque può essere utile sganciarlo dai suoi simili, spaventandoli o facendoli cadere in trappola. Una volta isolato il bersaglio inizia il balletto di attacchi, finte e schivate, sempre però con gli occhi ben aperti perché lo scenario può offrire aiuti non previsti, come scarpate da cui far precipitare il mostro, sabbie che si trasformano in trappole mortali, ma anche minacce sotto forma di altri mostri attirati dal fragore dello scontro e da un po' di sangue facile. Anche l’approccio più tradizionale, ad ogni modo, funziona ancora. In particolare è bene tenere gli occhi aperti sulle ferite che si aprono sulla pelle dei mostri, che possono essere bersagliate per infliggere maggior danno. E in aggiunta, siamo pronti a credere che le gemme luminose, che abbiamo visto difendere il villaggio dagli attacchi dei giganteschi e pelosi Doshaguma, avranno anch’esse un qualche ruolo. 

Benché la caccia ai mostri sia il piatto principale del titolo Capcom, d'altra parte il gioco ce lo dice fin dal titolo, sarebbe ingeneroso trascurare tutto il contorno, che poi di fatto è ciò che rende Monster Hunter un’esperienza unica e imperdibile per milioni di giocatori ad ogni nuovo titolo. Sappiamo a cosa state pensando: il cibo! Ovvio, non può mancare e nella prima manciata di ore della nostra prova siamo stati messi davanti a piatti dall’aspetto golosissimo, qualcosa che ricordava vagamente le portate di un ristorante etnico in cui avremmo intinto molto volentieri le nostre dita attraverso la schermo. Allo stesso modo, la classica cura è stata posta nella definizione dei personaggi di contorno, tutti sopra le righe come Gemma, che lavora alla forgia sfoggiando un fisico e l'abbigliamento da far impallidire Harley Quinn, o Alma, col suo look un po’ nord e una dolcezza a cui viene istintivo affidarsi.  

Abbiamo provato Monster Hunter Wilds in anteprima
Quali misteri nascondo le Terre Proibite?

Potremmo andare avanti ancora un bel po’ a parlarvi di novità e migliorie (ah, i Wudwud della foresta con la loro lingua strana!), dei biomi che spaziano dal deserto ventoso alla foresta lussureggiante, o delle gag che ovviamente sguazzano tra fetori corporei assortiti e deodoranti. Ma il tempo è tiranno e scrivere acuisce la sofferenza di poter ancora giocarci, perciò ci limitiamo a dirvi che non vediamo l’ora di tuffarci nel suggestivo immaginario di Monster Hunter Wilds, che deforma sotto lenti kawai e retro futuristiche il RInascimento europeo; per fortuna manca poco, ne riparliamo a fine mese.

 

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