Mortal Kombat: Deadly Alliance



Nel lontano 1992 fece la sua comparsa un beat em up veramente innovativo che avrebbe fatto parlare tanto di se, non solo per la grafica che lasciava alle spalle tutti i concorrenti del periodo ma anche e soprattutto per l'alto realismo dei combattenti dove il livello di crudeltà era tale da poter infierire sui nemici, fino alla loro morte. Questa la peculiarità del primo Mortal Kombat, ma anche i capitoli successivi del gioco, mantennero queste caratteristiche che ne decretarono il successo su ogni piattaforma. La continua evoluzione di Mortal Kombat ebbe una svolta importante con il passaggio al 3D avvenuto con il quarto episodio, che però non aveva entusiasmato piu' di tanto i giocatori a causa di una giocabilità ancora limitata e per la mancanza di qualche nuova idea che desse nuova linfa alla serie. Giunti al quinto episodio, sembra che questa volta la Midway abbia fatto centro grazie ad una realizzazione grafica quasi impeccabile e ad un sistema di controllo a regola d'arte, chiamandovi ancora una volta a sconfiggere il malvagio di turno.

Ma questa volta il nemico ha due facce. Due maghi, Shang Tsung e Quan Chi, che non riuscivano ad ottenere l'immortalità da soli, decidono di unire le loro forze in una "Deadly Alliance" e immediatamente riescono a liberarsi dell'ostacolo piu' grosso per il loro obiettivo: Liu Kang (che da sempre rappresenta il bene all'interno del gioco), viene ucciso. Ma non è certo la trama l'aspetto che maggiormente interessa in un arcade come questo e infatti la Midway ha concentrato i suoi sforzi in altri aspetti del gioco ottenendo qualcosa di veramente convincente. La prima impressione che si avverte giocando con Deadly Alliance è che sia qualcosa di completamente nuovo, visto il notevole passo in avanti che è stato fatto per quanto riguarda la realizzazione delle ambientazioni e dei personaggi. I modelli dei singoli combattenti sono ben realizzati con una notevole personalizzazione che li distingue tra loro e che quindi non si rivelano dei semplici "cloni" come poteva capitare nei precedenti episodi della serie (vedi Sub-Zero, Scorpion, Reptile, Smoke...).



Non è stato riprodotto con dovizia di particolari soltanto l'aspetto dei combattenti, ma anche gli stili di combattimento dei lottatori sono piu' curati e realistici, unitamente ad una elevata velocità d'azione che contraddistingue gli arcade di questo tipo. Altra novità che colpisce durante il gioco è che negli scontri i personaggi si feriscono e restano ben visibili i segni sui loro corpi, sanguinando copiosamente (interessante notare che il sangue riversato sull'arena, va pian piano a coagularsi). Un passo in avanti è stato fatto anche per la realizzazione dei fondali che riescono a creare una buona atmosfera durante gli incontri, interagendo con alcuni elementi dell'arena stessa (si potrà ad esempio spingere il vostro avversario sui getti d'acido che si troveranno in alcuni scenari per indebolirlo ulteriormente). Una volta preso in mano il joypad ci si rende conto che la risposta ai comandi è immediata e che la configurazione dei tasti è ottima, ma soprattutto ora è molto piu' semplice portare attacchi o tecniche segrete visto che le combinazioni sono piu' semplici e immediate da eseguire al contrario delle precedenti versioni che avevano raggiunto una complessità davvero elevata e quasi inutile.