MotoGP Ultimate Racing Technology 3
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Con la Formula Uno impegnata a raccogliere i cocci nel tentativo di trovare una soluzione all'ormai cronica mancanza di spettacolo, l'interesse degli appassionati di motori ed in particolare di quelli italiani si è decisamente spostato sul motociclismo di sponda Dorna, che con la classe Moto GP sta vivendo uno dei suoi momenti migliori.
In un panorama come questo ben si inserisce MotoGP 3: Ultimate Racing Technology, terzo episodio del racing game di casa THQ, da non confondere con la controparte Namco ad uso esclusivo degli utenti Playstation 2, atteso, a due anni di distanza dalla sua ultima apparizione, a ribadire l'ottimo successo di critica e pubblico riscosso sia in versione PC che Xbox.
L'intento dichiarato del team Climax è quello di offrire un'esperienza di gioco ancora più coinvolgente, sviluppando ulteriormente gli elementi cardini della serie senza però rinunciare a qualche interessante novità come l'inserimento della modalità Extreme.
Si tratta in sostanza di un sistema di gioco basato su gare motociclistiche "stradali", suddivise in tre differenti classi - 600 1200 e 2000 - che si snodano all'interno di circuiti cittadini (per un totale di sedici, suddivisi fra aree urbane ed extracittadine) ricavati fra strettoie, strade sconnesse e vertiginosi saliscendi.
Affrontabile sia in gara singola (single o multi player) che in modalità carriera, la suddetta modalità consente inoltre di creare il proprio alter ego digitale, partendo alla selezione della motocicletta e proseguendo per la customizzazione della livrea e della tuta. Un livello di customizzazione destinato a "crescere" nel corso del gioco, grazie alle nostre vittorie, che ci daranno diritto di acquistare nuovi pezzi e gadgets di varia natura che ci aiuteranno a sviluppare il lato prestazione ed estetico della nostra moto.
L'interessante gioco di stile della modalità Extreme, non pare comunque all'altezza delle modalità più classiche, ben coadiuvate da un engine che, almeno a prima vista, appare comunque del tutto identico al suo predecessore.
In tal senso il team Climax pare infatti aver scelto la strada più conservativa, presentando un impianto di gioco molto vicino a quello ammirato due anni fa. Aggiornati roster e livree alla stagione scorsa, (con Melandri ancora in sella ad una Yamaha e Biaggi alla Honda HRC gialla della scuderia Pons), le vere novità in pista, sia essa gara singola, time trial o carriera, riguardano esclusivamente la ridefinizione della potenza e dei pesi delle moto (tutte a quattro tempi), con il conseguente "allineamento" dei punti di frenata ed accelerazione, e l'inserimento di alcuni circuiti inediti.
Tecnicamente parlando, la versione preview a nostra disposizione ha messo in evidenza un comparto grafico sicuramente all'altezza della situazione, ma comunque non molto distante da quello adottato nel precedente capitolo. Le novità, almeno a prima vista, riguardano infatti l'inserimento di alcuni effetti speciali, visibili peraltro in occasione dei replay, ed una maggiore attenzione nella definizione poligonale delle moto e dei circuiti, escludendo di fatto alcuni fattori come l'IA degli avversari, capaci di alternare staccate da brividi a clamorosi rallentamenti nel rettilineo successivo, ed il comparto sonoro sui quali francamente ci si attendeva qualcosa di più.
Al contrario, appare invece assolutamente condivisibile la scelta di affidarsi ancora una volta al medesimo comparto multiplayer, usufruibile tramite il servizio LIVE, migliorato peraltro nella gestione delle stanze ed ampliato da otto a sedici nel numero di giocatori contemporanei.
Al di la di alcune scelte stilistiche non proprio azzeccate, MotoGP 3: Ultimate Racing Technology,
sembra possedere tutte le carte in regola per ribadire un successo che non ha eguali, almeno non nel genere. L'inserimento di alcune novità, Extreme su tutti, ed alcune migliorie a livello di concept, rappresentano infatti motivazioni più che sufficienti per giustificarne il prossimo acquisto. Non resta che sperare, da qui all'uscita settembrina, nella correzione dei piccoli difetti sopraelencati che, se risolti, potrebbero rappresentare il definitivo salto di qualità per il gioco firmato Climax.
In un panorama come questo ben si inserisce MotoGP 3: Ultimate Racing Technology, terzo episodio del racing game di casa THQ, da non confondere con la controparte Namco ad uso esclusivo degli utenti Playstation 2, atteso, a due anni di distanza dalla sua ultima apparizione, a ribadire l'ottimo successo di critica e pubblico riscosso sia in versione PC che Xbox.
L'intento dichiarato del team Climax è quello di offrire un'esperienza di gioco ancora più coinvolgente, sviluppando ulteriormente gli elementi cardini della serie senza però rinunciare a qualche interessante novità come l'inserimento della modalità Extreme.
Si tratta in sostanza di un sistema di gioco basato su gare motociclistiche "stradali", suddivise in tre differenti classi - 600 1200 e 2000 - che si snodano all'interno di circuiti cittadini (per un totale di sedici, suddivisi fra aree urbane ed extracittadine) ricavati fra strettoie, strade sconnesse e vertiginosi saliscendi.
Affrontabile sia in gara singola (single o multi player) che in modalità carriera, la suddetta modalità consente inoltre di creare il proprio alter ego digitale, partendo alla selezione della motocicletta e proseguendo per la customizzazione della livrea e della tuta. Un livello di customizzazione destinato a "crescere" nel corso del gioco, grazie alle nostre vittorie, che ci daranno diritto di acquistare nuovi pezzi e gadgets di varia natura che ci aiuteranno a sviluppare il lato prestazione ed estetico della nostra moto.
L'interessante gioco di stile della modalità Extreme, non pare comunque all'altezza delle modalità più classiche, ben coadiuvate da un engine che, almeno a prima vista, appare comunque del tutto identico al suo predecessore.
In tal senso il team Climax pare infatti aver scelto la strada più conservativa, presentando un impianto di gioco molto vicino a quello ammirato due anni fa. Aggiornati roster e livree alla stagione scorsa, (con Melandri ancora in sella ad una Yamaha e Biaggi alla Honda HRC gialla della scuderia Pons), le vere novità in pista, sia essa gara singola, time trial o carriera, riguardano esclusivamente la ridefinizione della potenza e dei pesi delle moto (tutte a quattro tempi), con il conseguente "allineamento" dei punti di frenata ed accelerazione, e l'inserimento di alcuni circuiti inediti.
Tecnicamente parlando, la versione preview a nostra disposizione ha messo in evidenza un comparto grafico sicuramente all'altezza della situazione, ma comunque non molto distante da quello adottato nel precedente capitolo. Le novità, almeno a prima vista, riguardano infatti l'inserimento di alcuni effetti speciali, visibili peraltro in occasione dei replay, ed una maggiore attenzione nella definizione poligonale delle moto e dei circuiti, escludendo di fatto alcuni fattori come l'IA degli avversari, capaci di alternare staccate da brividi a clamorosi rallentamenti nel rettilineo successivo, ed il comparto sonoro sui quali francamente ci si attendeva qualcosa di più.
Al contrario, appare invece assolutamente condivisibile la scelta di affidarsi ancora una volta al medesimo comparto multiplayer, usufruibile tramite il servizio LIVE, migliorato peraltro nella gestione delle stanze ed ampliato da otto a sedici nel numero di giocatori contemporanei.
Al di la di alcune scelte stilistiche non proprio azzeccate, MotoGP 3: Ultimate Racing Technology,
sembra possedere tutte le carte in regola per ribadire un successo che non ha eguali, almeno non nel genere. L'inserimento di alcune novità, Extreme su tutti, ed alcune migliorie a livello di concept, rappresentano infatti motivazioni più che sufficienti per giustificarne il prossimo acquisto. Non resta che sperare, da qui all'uscita settembrina, nella correzione dei piccoli difetti sopraelencati che, se risolti, potrebbero rappresentare il definitivo salto di qualità per il gioco firmato Climax.