Naruto to Boruto: Shinobi Striker
A quasi sei mesi di distanza dalla presentazione ufficiale, per il nuovo gioco ispirato alla saga di Naruto è giunto il momento dell'esame più difficile. Abbiamo, infatti, avuto l'opportunità di affrontare un intero week-end in compagnia della closed beta di Naruto to Boruto: Shinobi Striker, l'evoluzione della specie secondo Bandai Namco in grado di accontentare sia i fan della serie creata da Masashi Kishimoto che gli amanti degli action online quattro contro quattro.
Di tutto un po'
Dopo aver sfruttato il brand in mille modi diversi, in casa Bandai Namco hanno ritenuto utile battere una strada che potesse dare nuova linfa ad una serie che rischiava nel tempo di diventare fin troppo ripetitiva. E' nata così l'idea di Naruto to Boruto: Shinobi Striker, titolo di confine giocabile unicamente online, basato sulle tematiche della nota serie -anche- animata e dedito allo scontro quattro contro quattro.
L'idea è fondamentalmente quella di offrire al giocatore una sorta di MOBA in salsa Naruto, con team costruiti dall'unione di quattro elementi dotati di caratteristiche ben distinte (per un totale di quattro classi) che si affrontano in diverse modalità "versus" all'interno di vaste arene di gioco tratte dall'opera omnia di Masashi Kishimoto.
Esattamente come nel manga e nella rispettiva versione animata, l'organizzazione del team rappresenta di fatto l'elemento portante del gioco, visto che dalla varietà dei suoi membri e dalla capacità di cooperare in maniera funzionale dipende anche la riuscita o meno di ogni singola battaglia, sia essa per la cattura di una bandiera o per il completamento di una particolare missione. Le quattro classi presenti nel gioco rappresentano tra l'altro una sorta di emanazione digitale del credo attorno al quale si sviluppa l'intera saga di Naruto, e consentono quindi di mixare personaggi abili nel corpo a corpo ad altri più abili nel combattimento dalla lunga distanza, nella difesa e nella cura.
Con una base così costruita l'obbiettivo del team di sviluppo è abbastanza chiaro: per vincere non basta più la sola forza bruta o la propria capacità di mettere a segno sequenze di combo devastanti ma si rende necessaria la scelta di un gruppo eterogeneo che possegga fra le proprie fila (esattamente come nelle battaglie viste in TV) anche compagni capaci di difendere e curare sia se stessi che gli altri, oltreché la messa in atto di strategie in grado di massimizzare le doti di tutti gli elementi che compongono il team.
Strategie che esattamente come nei classici MOBA dovranno tener necessariamente conto anche del terreno di scontro, sempre ispirato a situazioni e villaggi già visti nel manga ma che in questo caso metteranno a disposizione anche anfratti, dirupi e sentieri alternativi utili sia in fase di attacco che durante le operazioni in cui è richiesta una maggiore attenzione alla salvaguardia del gruppo o del proprio obbiettivo.
A ciascuno il suo avatar
A prescindere dalla classe selezionata (peraltro modificabile sia durante il matchmaking che in fase di respawn all'interno della partita vera e propria), ciascun utente di Naruto to Boruto: Shinobi Striker può sfruttare il ricco editor a corredo per creare -almeno somaticamente- il combattente dei propri sogni. Esattamente come già visto anche recentemente nella serie Xenoverse di Dragon Ball, al giocatore è infatti offerta l'opportunità di accedere ad un menu di creazione del proprio alterego decisamente completo che consente non solo scegliere le fattezze del personaggio, ma anche intervenire su fattori molto cari ai fan di Naruto quali villaggio di appartenenza, colore del copri fronte e presenza o meno di tatuaggi sul corpo. Ovviamente, fattezze e caratteristiche non incideranno in alcun modo sulla resa vera e propria del personaggio, che ad ogni buon conto potrà incrementare le proprie abilità sfruttando l'esperienza ed i punti (calcolati su specifici aspetti del gioco come attacco, difesa e ko giusto per citarne tre) accumulabili nel corso delle battaglie.
Gli amanti della serie classica saranno comunque contenti di sapere che durante la fase di matchmaking al giocatore sarà tuttavia offerta l'opportunità di scambiare il proprio avatar con uno dei personaggi "ufficiali" presenti all'interno della saga, protagonisti che ad ogni buon conto andranno preventivamente sbloccati in corso d'opera completando quest e raggiungendo l'appropriato livello di combattimento richiesto.
La strategia è tutto
Come ribadito a più riprese, cimentarsi con Naruto to Boruto: Shinobi Striker significa anche mettersi alla prova con un sistema di gioco decisamente diverso dal solito gioco di Naruto. Non ci troviamo di fronte al classico picchiaduro fatto di frenetiche combinazioni di tasti ed attacchi super speciali, ma ad un gioco piuttosto semplice da assimilare che prevede l'uso di appena sei azioni principali ed una super combo.
Per tutti, le azioni di base restano fondamentalmente sempre le stesse: possiamo attivare un attacco veloce ed uno pesante, parare alcuni (ma non tutti) attacchi avversari e sfruttare alcune armi da lancio come i kunai, utili anche "in volo" per allungare le proprie traiettorie o raggiungere pareti piuttosto lontane. Ciò che cambia da classe a classe sono dunque le tre azioni rimaste, ovvero i due specials attivabili con i dorsali L1 e R1 e la già citata super combo, attivabile con la semplice pressione di un tasto del D-Pad.
La presenza di cooldown per tutti gli attacchi speciali (con quello della super combo particolarmente lungo) e la conformazione del terreno di scontro pensa a fare tutto il resto, visto che dalla nostra capacità di sfruttare a nostro vantaggio l'arena di gioco e gestire i tempi fra un attacco e l'altro dipenderà anche la riuscita o meno della nostra missione. Ovviamente in questo senso ben si integra anche il già citato concetto di cooperazione, visto che classi differenti e special differenti permetteranno ovviamente di sfruttare (o in caso contrario di limitare) eventuali pecche del nemico.
La beta
La beta di Naruto to Boruto: Shinobi Striker ci ha offerto l'opportunità di affrontare solo una piccolissima porzione del gioco che arriverà il prossimo anno nei negozi. Il pacchetto permetteva, infatti, di cimentarsi con la sola modalità "Cattura la bandiera", affrontabile dopo aver definito il proprio avatar, ottenuto l'accesso alla grande piazza del Villaggio della Foglia (in cui confluiscono tutti gli utenti che accedono servizio) e completato il classico tutorial utile per familiarizzare con i rudimenti del gioco. Da qui era poi possibile interagire con l'hokage ed avviare il matchmaking vero e proprio (disponibile solo quello veloce che non permetteva quindi di organizzare un proprio team) per l’accesso alla classica partita quattro contro quattro a tempo in cui chi ottiene più bandiere avversarie vince.
Il sistema di gioco presentato per l'occasione ha palesato sia pregi che difetti. L'arena di gioco (ispirata al Villaggio della Foglia) dotata di interessanti varianti e crepacci senza fine consentiva senz'ombra di dubbio approcci piuttosto differenti, permettendo ovviamente lo scontro a viso aperto ma garantendo al contempo anche l'uso di strategie che consentissero raid "singoli" rapidi ed indolore. In generale le classi sono apparse fin da subito ben equilibrate e abbastanza complementari, tanto da incentivare la collaborazione con compagni dotati di poteri diametralmente opposti nonostante la tendenza da parte di molti utenti a cercare (inutilmente) in più di un'occasione gloria personale. Anche il sistema di combattimento è apparso tanto facile da assimilare quanto spettacolare da mettere in pratica, al netto dei problemi legati al sistema di lock-on verso il nemico di turno (attivabile e disattivabile attraverso la pressione del thumbstick destro), in virtù di un sistema di telecamere non sempre all'altezza della situazione.
In senso generale, nonostante qualche problema in sede di matchmaking (ma stiamo pur sempre parlando di una beta) il gioco ha comunque dimostrato una discreta verve ed un'ottima stabilità (sessanta frame al secondo senza particolari incertezze), garantendo nonostante la presenza sporadica (e comprensibile visto la natura di questa prova) di lag ed errori di rete imprevisti, diverse ore di sano divertimento.