Need for Speed: The Run
di
Roberto Vicario
CORSA PER LA VITA
Need for speed: The run, per chi non avesse letto i nostri precedenti articoli sul gioco, ci mette nei panni di Jack un cattivo ragazzo che deve tanti soldi a delle cattive persone. L'unico modo per ha per uscire da questa disperata situazione é quello di iscriversi a una gara automobilistica clandestina che prevedere un coast to coast da San Francisco a New York fra cento agguerriti concorrenti. Come si dice in questi casi, chi vince prende tutto, e il tutto é quantificato in 25 milioni di dollari.
Prima di mettere mano sulla nuova build, i ragazzi di Black Box, da anni sviluppatori della serie con diversi alti ( Underground) e bassi (Undercover), hanno voluto approfondire insieme a noi diversi spunti estrapolati dal titolo. La prima riguarda sicuramente il background narrativo del titolo che a differenza del passato risulta si più lineare, con delle semplice gare a tappe ma che per la prima volta utilizza paesaggi e luoghi e città americane realmente esistenti e non frutto della loro fantasia.
Oltre alle già citate San Francisco e New York, visiteremo: Denver, Las Vegas e molte altre. Inoltre il variopinto paesaggio del continente Nord Americano farà da sfondo a veri e propri paesaggi da cartolina con stati come il Nevada, L'Alabama o l'Ohio ognuno con le sue caratteristiche e le sue particolarità. Scelta migliore sotto questo aspetto non poteva essere fatta visto che il nuovo engine con cui viene sviluppato il gioco é quel famoso Frostbite 2.0 che sta dimostrando dell'enorme potenziale con Battlefield 3. Oltre ad una resa grafica assolutamente di prim'ordine, il motore é stato sfruttato per ricreare quella moltitudine di eventi atmosferici che da sempre affliggono gli Stati Uniti d'America: valanghe rocciose e nevose, tornado, uragani e chi più ne ha più ne metta. Questa nuova sfida contro la natura in gare che possiamo tranquillamente definire “survival race”, sono la seconda grande novità del titolo che sicuramente serviranno a rendere un po più variopinta ed estrema l'esperienza di gioco.
UNA VALANGA...DI GAMEPLAY!
Dopo aver sviscerato per bene a parole tutte le feature che il titolo ci potrà regalare siamo scesi finalmente in pista pad alla mano. Nelle demo station che ci sono state messe a disposizione c'era la possibilità di provare sia una gara contro altri avversarsi nell'iconica e affascinante Desert Hill dej Mojave -Arizona-, una lunghissima striscia di asfalto circondata da deserto e montagne che ben si presta alle alte velocità e alle gare illegali e una delle gare “survival” che ci vedeva scappare da una montagna bombardata da un arma della seconda guerra mondiale per provocare delle valanghe (ranquilli, niente fantascienza é una tecnica che saltuariamente viene ancora usata). Queste gare sono state l'occasione per testare con mano il ben calibrato sistema di guida che si piazza esattamente a metà strada tra le assurde e iper arcade derapate di Hot pursuit e il simulativo sistema di guida di Shift 2.
Quello che hanno fatto i ragazzi di Black Box é stato semplicemente di dare un peso quantomeno reale alla macchina che si sta guidando in modo da differenziarle l'una dall'altra e rendendo leggermente più plausibili le leggi fisiche che governano questi mezzi a contatto con i diversi strati di terreno su cui si corre. Non si spaventino i puristi dell'arcade game dato che, proprio grazie al buon bilanciamento accennato sopra, gli amanti della derapata selvagge e della guida estrema troveranno ad ogni modo tutto quello che la serie sotto questo punto di vista ha sempre saputo offrire, bisognerà solamente fare un minimo di attenzione a dosare in determinati punti freno e acceleratore. Ancora da valutare invece l'IA dei nemici, dato che ci sono sembrati nella nostra prova fin troppo clementi ed accomodanti nel lasciarsi superare, salvo poi scoprire il basso livello di difficoltà con cui era settata la nostra prova.
Need for speed: The run, per chi non avesse letto i nostri precedenti articoli sul gioco, ci mette nei panni di Jack un cattivo ragazzo che deve tanti soldi a delle cattive persone. L'unico modo per ha per uscire da questa disperata situazione é quello di iscriversi a una gara automobilistica clandestina che prevedere un coast to coast da San Francisco a New York fra cento agguerriti concorrenti. Come si dice in questi casi, chi vince prende tutto, e il tutto é quantificato in 25 milioni di dollari.
Prima di mettere mano sulla nuova build, i ragazzi di Black Box, da anni sviluppatori della serie con diversi alti ( Underground) e bassi (Undercover), hanno voluto approfondire insieme a noi diversi spunti estrapolati dal titolo. La prima riguarda sicuramente il background narrativo del titolo che a differenza del passato risulta si più lineare, con delle semplice gare a tappe ma che per la prima volta utilizza paesaggi e luoghi e città americane realmente esistenti e non frutto della loro fantasia.
Oltre alle già citate San Francisco e New York, visiteremo: Denver, Las Vegas e molte altre. Inoltre il variopinto paesaggio del continente Nord Americano farà da sfondo a veri e propri paesaggi da cartolina con stati come il Nevada, L'Alabama o l'Ohio ognuno con le sue caratteristiche e le sue particolarità. Scelta migliore sotto questo aspetto non poteva essere fatta visto che il nuovo engine con cui viene sviluppato il gioco é quel famoso Frostbite 2.0 che sta dimostrando dell'enorme potenziale con Battlefield 3. Oltre ad una resa grafica assolutamente di prim'ordine, il motore é stato sfruttato per ricreare quella moltitudine di eventi atmosferici che da sempre affliggono gli Stati Uniti d'America: valanghe rocciose e nevose, tornado, uragani e chi più ne ha più ne metta. Questa nuova sfida contro la natura in gare che possiamo tranquillamente definire “survival race”, sono la seconda grande novità del titolo che sicuramente serviranno a rendere un po più variopinta ed estrema l'esperienza di gioco.
UNA VALANGA...DI GAMEPLAY!
Dopo aver sviscerato per bene a parole tutte le feature che il titolo ci potrà regalare siamo scesi finalmente in pista pad alla mano. Nelle demo station che ci sono state messe a disposizione c'era la possibilità di provare sia una gara contro altri avversarsi nell'iconica e affascinante Desert Hill dej Mojave -Arizona-, una lunghissima striscia di asfalto circondata da deserto e montagne che ben si presta alle alte velocità e alle gare illegali e una delle gare “survival” che ci vedeva scappare da una montagna bombardata da un arma della seconda guerra mondiale per provocare delle valanghe (ranquilli, niente fantascienza é una tecnica che saltuariamente viene ancora usata). Queste gare sono state l'occasione per testare con mano il ben calibrato sistema di guida che si piazza esattamente a metà strada tra le assurde e iper arcade derapate di Hot pursuit e il simulativo sistema di guida di Shift 2.
Quello che hanno fatto i ragazzi di Black Box é stato semplicemente di dare un peso quantomeno reale alla macchina che si sta guidando in modo da differenziarle l'una dall'altra e rendendo leggermente più plausibili le leggi fisiche che governano questi mezzi a contatto con i diversi strati di terreno su cui si corre. Non si spaventino i puristi dell'arcade game dato che, proprio grazie al buon bilanciamento accennato sopra, gli amanti della derapata selvagge e della guida estrema troveranno ad ogni modo tutto quello che la serie sotto questo punto di vista ha sempre saputo offrire, bisognerà solamente fare un minimo di attenzione a dosare in determinati punti freno e acceleratore. Ancora da valutare invece l'IA dei nemici, dato che ci sono sembrati nella nostra prova fin troppo clementi ed accomodanti nel lasciarsi superare, salvo poi scoprire il basso livello di difficoltà con cui era settata la nostra prova.
Need for Speed: The Run
Need for Speed: The Run
Need for Speed: The Run si é rivelato un titolo che non punta a stravolgere il mercato con particolari innovazioni. Una storia godibile e un modello di guida che ci é piaciuto per la sua estrema semplicità, e allo stesso tempo profondità, potrebbero però farlo emergere dalla massa di titoli Natalizi, a patto che tutte le magagne che si sono viste vengano sistema prima dell'uscita.