NieR Automata

di Roberto Vicario
Il primo NieR é stato a tutti gli effetti un vero e proprio “caso”. Un gioco incredibile, che nonostante i mille difetti, nascondeva una serie di elementi che l'hanno portato ad essere amato da molti. Parliamo ad esempio di una trama incredibile, di una colonna sonora da brivido e, soprattutto, di una serie di elementi di gameplay che ancora oggi sono apprezzati.

Inutile negare che, l'annuncio del seguito chiamato NieR: Automata, sviluppato tra l'altro da quei “geniacci” di Platinum games, ha rinvigorito l'hype verso questa serie. Un evento in quel di Milano, organizzato da Koch Media, ci ha permesso di testare con mano la demo recentemente rilasciata. Come é andata? Alla grande!



Tra vecchio e nuovo



Siamo quasi certi che sviluppare un seguito di NieR non deve essere stata una cosa semplice; siamo altrettanto sicuri che non c'era team migliore di Platinum Games, per realizzare questo progetto. Inoltre, prima di entrare nel dettaglio, é bene anche sottolineare che la demo da noi provata non é sufficiente per farsi un'idea di quello che sarà il gioco finale sotto tantissimi aspetti come: la progressione del personaggio, la narrazione e gli elementi tipici del JRPG. Il motivo é presto detto: in questa demo abbiamo “menato come dei fabbri”.

Nei panni di Yorha 2B, il nostro compito era piuttosto semplice, distruggere un imponentissimo boss all'interno di un complesso industriale. Come avrete sicuramente avuto modo di intuire, tutta la demo era incentrata sul combat system, elemento che é stato fortemente rinnovato e influenzato dai precedenti lavori di Platinum, uno su tutti Bayonetta.



I combattimenti sono infatti fluidissimi, estremamente tecnici e per nulla scontati. La possibilità di cambiare set di armi (completamente personalizzabili) nel momento stesso in cui si sta effettuando un attacco, spinge di fatto il giocatore a costruirsi combo chilometriche e appaganti si sotto l'aspetto puramente ludico, quanto sotto quello visivo per via di ottime animazioni.

Grande novità é l'introduzione del bot (una sorta di robot che ci segue) che spara con una mitragliatrice un rateo di fuoco altissimo, e la schivata laterale. Questi due elementi, uniti tra loro, aiutano il titolo a trasformarsi in più di una occasione in quello che é a tutti gli effetti il tipico bullet hell giapponese (Ikaruga e Radiant Silvergun vi dicono nulla?). Questo é possibile ai già visti cambi di inquadratura che passano da quella classica alle spalle del personaggio, ad altre a scorrimento tipicamente orizzontale o a volo di uccello.

Moltissimi dei nemici sparano queste palle rosse che se impattano contro il nostro personaggio procurano un sacco di danno. Il nostro compito sarà spesso e volentieri di neutralizzarle sparando, per l'appunto, con il nostro pod (anche questo sarà personalizzabile, una volta sbloccati nuovi chip). Questo strumento di morte potrà essere dotato di auto targeting, oppure essere gestito totalmente in manuale, scelta più complessa ma estremamente più appagante.

Tutto questo porta quindi NieR: Automata ha sfoderare un gameplay estremamente variopinto, carismatico e frenetico, in cui la componente di “tecnica” vince su quella casual. E' anche corretto sottolineare che, già a livelli di difficoltà bassi, il gioco non é una vera e propria passeggiata di salute e richiederà un certo grado di studio e impegno per padroneggiare il tutto al meglio. Unica, strana, eccezione é legata alla boss fight del gioco, più coreografica che difficile…ma siamo pronti a scommettere che non sarà sempre così.



Una bellezza fatta di compromessi



Se sotto l'aspetto contenutistico, come dicevamo in apertura, molti elementi non possono essere giudicati, per quel che concerne l'apparato tecnico del gioco, possiamo sbilanciarci un po di più. Gli sviluppatori hanno infatti scelto di salvaguardare il frame rate (fisso a 60fps) sacrificano qualche dettaglio visivo.

Intendiamoci, il gioco non é brutto da vedere, ma non rientra nemmeno tra quei titoli che fanno cadere la mascella sin dal primo frame. Le cose potrebbero migliorare per i possessori di PS4 Pro, ma al momento non sono stati rilasciati dettagli riguardanti queste caratteristiche.

Chiudiamo parlandovi di un elemento altrettanto importante in un gioco come NieR: Automata, ovvero la colonna sonora. Curata da Keiichi Okabe, rispetto al primo capitolo, si notano ancora di più delle influenze elettroniche, in grado di adattarsi in maniera ancora più certosina a quello che accade sullo schermo.

Queste le prime informazioni che abbiamo potuto captare dalla nostra prova, anche se, come dicevamo in apertura rimangono ancora molti punti oscuri che solamente una prova più corposa potrà rendere più chiari.