No Man's Sky
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Dopo la presentazione delle nuove console, nella prima metà del 2013, non si é fatto altro che parlare di schede grafiche, CPU, GPU, potenza di calcolo e - più genericamente - di freddi numeri. Dopotutto, ci sembra anche normale. Per gli appassionati dell'industria, il cambio generazionale é sempre momento di grande gaudio. L'immaginazione vola libera verso mondi digitali più realistici, verso universi paralleli progettati da mano e cuore umani che sempre meno hanno da invidiare alla realtà. Eppure, ancora una volta, non sono le specifiche tecniche a prendere per sé tutti i riflettori. Al contrario, siamo lieti di notare come ci sia ancora un grande amore verso quei progetti - i famosi "indie" - che seppur con pochi stanziamenti alle spalle, riescono sempre a far sognare. Questa é la storia della notte dei VGX, e di un fulmine a ciel sereno chiamato "No Man's Sky".
Il ricordo dei Video Game Awards é ancora fresco nelle nostre menti e, passato qualche giorno, ci ritroviamo nuovamente a fare il punto della situazione. Tredici i titoli presentati, ma solo alcuni di questi possono definirsi delle vere e proprie novità. Grandi nomi del calibro di Quantum Break, Titanfall o The Witcher si sono succeduti senza sosta nel corso del show, ma ironicamente sono stati ben altri gli annunci che hanno conquistato la platea. Fianco a fianco con la nuova creazione del sempreverde Tim Schafer si mostrava per la primissima volta il sopraccitato No Man's Sky, parto di un team - Hello Games - che già in passato aveva saputo imporsi come un'irraggiungibile vetta del panorama indipendente. Ancora una volta, il cuore ha vinto sul numero di poligoni. E ancora una volta, non si può far altro che festeggiare.
Per chi non li conoscesse, gli Hello Games sono gli stessi ragazzi dietro la saga di Joe Danger, lo spassoso stunt-man che così bene sapeva destreggiarsi tra cerchi infuocati, inseguimenti spettacolari e più o meno palesi camei hollywoodiani. Nonostante la software house sia nata solo tre anni fa, é già riuscita ad accaparrarsi prestigiosi premi come "Miglior Nuovo Studio" e "Miglior Piccolo Studio". No Man's Sky sembra essere un progetto profondamente diverso da Joe Danger, vero, ma già da qui si può cogliere una certa bramosia nel volersi spingere sempre oltre. Il trailer presentato ai VGX non va assolutamente sottovaluto perché, seppur breve, riesce a regalare una miriade di informazioni all'occhio attento. Noi di GameSurf, che abbiamo passato le ultime ventiquattr'ore a studiarne ogni singolo fotogramma, abbiamo già tratto le nostre brave conclusioni. Perrché non condividerle con il mondo?
"Every atom, leaf, tree, bird, fish, rock, ocean, cloud, ruin, star, sun, galaxy, planet is procedural. Every planet is unique. Every planet is unexplored".
Queste le frasi, indubbiamente d'impatto, che accompagnano il video. La parola "procedural" appare a più riprese nel corso dei tre minuti di "real-time footage". Cosa significa? presto spiegato. "Calcolo procedurale" é il termine con il quale ci si riferisce ai contenuti generati casualmente. Parliamo quindi di quegli elementi di un videogioco creati in maniera del tutto randomizzata da un algoritmo interno al motore, e non dagli sviluppatori stessi. una precisa scelta di sviluppo che spesso va ad inficiare sul level design con mappe casuali e in perenne mutamento. Per fare un esempio, come accadeva con i dungeon di Persona 3 o con la saga di Dark Cloud.
In parole povere, gli sviluppatori ci parlano di un titolo completamente procedurale - quindi al 100% random - in ogni suo aspetto, dalla mappatura dei mondi (o, per meglio dire, degli universi) agli abitanti degli stessi. Pesci, rocce, nuvole, vegetazione, laghi, fiumi, pianeti... il gioco si rinnoverà di continuo con contenuti sempre nuovi, e starà a noi giocatori completare questa interessante e poliedrica avventura. No Man's Sky si presenta già da ora come un prodotto con forti ed innovative componenti esplorative, capace di promettere viaggi sempre diversi ed inaspettate sorprese dietro ogni angolo. L'idea di vivere sulla propria pelle un universo interamente visitabile e in continuo mutamento é un traguardo epocale per la storia dei videogiochi, oltre che un primo assaggio dei vari utilizzi della potenza delle nuove console.
I pianeti in cui incapperemo sembrano essere esplorabili per terra, per mare e per cielo, in alcuni casi anche con l'aiuto dei veicoli, il tutto senza caricamenti di sorta. L'esperienza risulta essere fluida ed immersiva come non mai, senza tempi d'attesa che spezzettino le varie sequenze in irrealistici compartimenti stagni. Inoltre, ogni ambientazione ha proprie caratteristiche, ecosistemi e segni distintivi. Andando con ordine, all'inizio del trailer, possiamo vedere come - sul lato sinistro dello schermo - vengano visualizzate le componenti chimiche della zona che stiamo visitando: in questo caso, il mare aperto. C'é quindi la possibilità che alcuni luoghi siano più difficilmente esplorabili di altri in mancanza di condizioni ed elementi particolari. L'ossigeno, ad esempio.
"Oceano di New Eridu - Scoperto da Hello Games", é la prossima frase che appare a schermo. Difficile capirne già da ora il significato, ma si riferisce probabilmente alle prime persone - gli sviluppatori, in questo caso - che hanno scoperto e colonizzato questo pianeta. interessante quindi immaginare come, in futuro, possano apparire anche i nickname dei normali utenti. Il resto del video si compone di veloci spezzoni di panorami mozzafiato, viaggi spaziali, sparatorie alla Guerre Stellari ed inquadrature ravvicinate degli spaventosi mostri che popolano i vari ecosistemi. Nonostante il protagonista del video non appaia mai con un'arma tra le braccia, basta guardare il contatore dei proiettili nella parte alta dello schermo per avere conferma di come ci verrà data anche una qualche possibilità di difesa.
I dubbi a livello di gameplay restano però ancora moltissimi e, vista la brevità del video, c'era anche da aspettarselo. Ad esempio, avrà una campagna principale da seguire o ci permetterà "semplicemente" di esplorare ogni anfratto dell'universo per il semplice gusto di farlo? E ci sarà la possibilità di condividere la propria esperienza con i giocatori online e con i loro mondi, in stile MMO?
Indubbiamente, No Man's Sky ha molti assi nella manica ancora da svelare. Quello che é certo, é che abbia trovato un intelligente compromesso tra realizzazione tecnica e peso sul motore grafico. Quando non si vuole affaticare troppo il motore del gioco, in genere, si cerca di privare la resa visiva di tutti quegli effetti superflui che finirebbero solo per appesentirla, magari inficiandone il gameplay vero e proprio. In questi casi le prime a salutarci sono le texture in alta definizione, e anche questo titolo non sembra essere un'eccezione. La furbizia sta però nel mascherare questa mancanza con uno stile accattivante e, in un certo senso, minimale. No Man's Sky vince e convince anche sotto questo aspetto, con atmosfere tutte differenti e dai toni accesi e pastellosi. Nonostante la pochezza poligonale, infatti, é davvero difficile non restare estasiati di fronte a quelli che sembrano essere dei veri e propri quadri in movimento.
Il ricordo dei Video Game Awards é ancora fresco nelle nostre menti e, passato qualche giorno, ci ritroviamo nuovamente a fare il punto della situazione. Tredici i titoli presentati, ma solo alcuni di questi possono definirsi delle vere e proprie novità. Grandi nomi del calibro di Quantum Break, Titanfall o The Witcher si sono succeduti senza sosta nel corso del show, ma ironicamente sono stati ben altri gli annunci che hanno conquistato la platea. Fianco a fianco con la nuova creazione del sempreverde Tim Schafer si mostrava per la primissima volta il sopraccitato No Man's Sky, parto di un team - Hello Games - che già in passato aveva saputo imporsi come un'irraggiungibile vetta del panorama indipendente. Ancora una volta, il cuore ha vinto sul numero di poligoni. E ancora una volta, non si può far altro che festeggiare.
Per chi non li conoscesse, gli Hello Games sono gli stessi ragazzi dietro la saga di Joe Danger, lo spassoso stunt-man che così bene sapeva destreggiarsi tra cerchi infuocati, inseguimenti spettacolari e più o meno palesi camei hollywoodiani. Nonostante la software house sia nata solo tre anni fa, é già riuscita ad accaparrarsi prestigiosi premi come "Miglior Nuovo Studio" e "Miglior Piccolo Studio". No Man's Sky sembra essere un progetto profondamente diverso da Joe Danger, vero, ma già da qui si può cogliere una certa bramosia nel volersi spingere sempre oltre. Il trailer presentato ai VGX non va assolutamente sottovaluto perché, seppur breve, riesce a regalare una miriade di informazioni all'occhio attento. Noi di GameSurf, che abbiamo passato le ultime ventiquattr'ore a studiarne ogni singolo fotogramma, abbiamo già tratto le nostre brave conclusioni. Perrché non condividerle con il mondo?
"Every atom, leaf, tree, bird, fish, rock, ocean, cloud, ruin, star, sun, galaxy, planet is procedural. Every planet is unique. Every planet is unexplored".
Queste le frasi, indubbiamente d'impatto, che accompagnano il video. La parola "procedural" appare a più riprese nel corso dei tre minuti di "real-time footage". Cosa significa? presto spiegato. "Calcolo procedurale" é il termine con il quale ci si riferisce ai contenuti generati casualmente. Parliamo quindi di quegli elementi di un videogioco creati in maniera del tutto randomizzata da un algoritmo interno al motore, e non dagli sviluppatori stessi. una precisa scelta di sviluppo che spesso va ad inficiare sul level design con mappe casuali e in perenne mutamento. Per fare un esempio, come accadeva con i dungeon di Persona 3 o con la saga di Dark Cloud.
In parole povere, gli sviluppatori ci parlano di un titolo completamente procedurale - quindi al 100% random - in ogni suo aspetto, dalla mappatura dei mondi (o, per meglio dire, degli universi) agli abitanti degli stessi. Pesci, rocce, nuvole, vegetazione, laghi, fiumi, pianeti... il gioco si rinnoverà di continuo con contenuti sempre nuovi, e starà a noi giocatori completare questa interessante e poliedrica avventura. No Man's Sky si presenta già da ora come un prodotto con forti ed innovative componenti esplorative, capace di promettere viaggi sempre diversi ed inaspettate sorprese dietro ogni angolo. L'idea di vivere sulla propria pelle un universo interamente visitabile e in continuo mutamento é un traguardo epocale per la storia dei videogiochi, oltre che un primo assaggio dei vari utilizzi della potenza delle nuove console.
I pianeti in cui incapperemo sembrano essere esplorabili per terra, per mare e per cielo, in alcuni casi anche con l'aiuto dei veicoli, il tutto senza caricamenti di sorta. L'esperienza risulta essere fluida ed immersiva come non mai, senza tempi d'attesa che spezzettino le varie sequenze in irrealistici compartimenti stagni. Inoltre, ogni ambientazione ha proprie caratteristiche, ecosistemi e segni distintivi. Andando con ordine, all'inizio del trailer, possiamo vedere come - sul lato sinistro dello schermo - vengano visualizzate le componenti chimiche della zona che stiamo visitando: in questo caso, il mare aperto. C'é quindi la possibilità che alcuni luoghi siano più difficilmente esplorabili di altri in mancanza di condizioni ed elementi particolari. L'ossigeno, ad esempio.
"Oceano di New Eridu - Scoperto da Hello Games", é la prossima frase che appare a schermo. Difficile capirne già da ora il significato, ma si riferisce probabilmente alle prime persone - gli sviluppatori, in questo caso - che hanno scoperto e colonizzato questo pianeta. interessante quindi immaginare come, in futuro, possano apparire anche i nickname dei normali utenti. Il resto del video si compone di veloci spezzoni di panorami mozzafiato, viaggi spaziali, sparatorie alla Guerre Stellari ed inquadrature ravvicinate degli spaventosi mostri che popolano i vari ecosistemi. Nonostante il protagonista del video non appaia mai con un'arma tra le braccia, basta guardare il contatore dei proiettili nella parte alta dello schermo per avere conferma di come ci verrà data anche una qualche possibilità di difesa.
I dubbi a livello di gameplay restano però ancora moltissimi e, vista la brevità del video, c'era anche da aspettarselo. Ad esempio, avrà una campagna principale da seguire o ci permetterà "semplicemente" di esplorare ogni anfratto dell'universo per il semplice gusto di farlo? E ci sarà la possibilità di condividere la propria esperienza con i giocatori online e con i loro mondi, in stile MMO?
Indubbiamente, No Man's Sky ha molti assi nella manica ancora da svelare. Quello che é certo, é che abbia trovato un intelligente compromesso tra realizzazione tecnica e peso sul motore grafico. Quando non si vuole affaticare troppo il motore del gioco, in genere, si cerca di privare la resa visiva di tutti quegli effetti superflui che finirebbero solo per appesentirla, magari inficiandone il gameplay vero e proprio. In questi casi le prime a salutarci sono le texture in alta definizione, e anche questo titolo non sembra essere un'eccezione. La furbizia sta però nel mascherare questa mancanza con uno stile accattivante e, in un certo senso, minimale. No Man's Sky vince e convince anche sotto questo aspetto, con atmosfere tutte differenti e dai toni accesi e pastellosi. Nonostante la pochezza poligonale, infatti, é davvero difficile non restare estasiati di fronte a quelli che sembrano essere dei veri e propri quadri in movimento.