No Man's Sky
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A distanza di una settimana dal nostro viaggio londinese possiamo finalmente svelarvi il titolo di cui ci siamo occupati durante il press tour, Sony ha infatto preparato per noi un evento coi fiocchi dedicato a No Man's Sky. Fin dallo scorso E3 il titolo sviluppato da Hello Games ha suscitato un forte interesse per le meccaniche procedurali inserite e per la vastità dell'universo esplorabile.
Per coloro che già non lo conoscessero potremmo definire No Man's Sky come un "adventure survival" in prima persona nel quale saremo liberi di esplorare un intero universo di pianeti con lo scopo di accaparrare risorse e scoprire nuove specie e galassie. Ciò che però caratterizza l'opera di Hello Games é il meccanismo procedurale alla base della creazione dei pianeti in-game, che permette di vantare un enorme numero di possibili astri da esplorare, ognuno con propria flora e fauna. Ci abbiamo finalmente messo le mani sopra, le idee sono ora più chiare, vediamo insieme come é andata.
Durante la nostra ultima giornata nella terra della regina siamo tornati alla Mill Bank Tower dove, poche ore prima, avevamo assistito al PSN Digital Showcase (qui l'articolo). Raggiunto lo Sky Bar del ventesimo piano, abbiamo trovato diversi elementi del team di sviluppo che ci hanno accompagnato, con tanto di presentazione/walkthrough, a questo primo hands on del gioco.
In particolare é stato approfondito il meccanismo procedurale alla base della creazione dei pianeti. Ci é stato infatti spiegato che le variabili su cui l'algoritmo di creazione lavora sono moltissime ed includono non solo la flora e la fauna, bensì anche condizioni climatiche e morfologia del suolo. Questo procedimento porta dunque ad un'infinità di combinazioni possibili a supporto di quello che sembra essere l'obiettivo principe degli sviluppatori, ovvero rendere l'esplorazione un'esperienza unica di pianeta in pianeta. Giusto il tempo di un fugace applauso e, accompagnati da una discreta carica di hype, siamo corsi ad agguantare un pad.
[video]http://www.twitch.tv/gamesurftv/v/52117670[/video]
Una volta in game ci siamo trovati su di uno speduto pianeta dalle difficili condizioni climatiche. L'estremo freddo infatti faceva in modo che la nostra tuta termica usasse tutte le riserve a sua disposizione per farci sopravvivere. Primo obiettivo dunque era quello di trovare un "Pod" nel quale poterle recuperare e che avrebbe potuto fungere da campo base per un'ulteriore esplorazione. Utilizzando lo scan dei punti di interesse siamo riusciuti a raggiungerne uno in lontananza, che abbiamo scoperto grazie al binocolo, che ci ha permesso di marcarlo sulla mappa. Grazie al Jetpack in dotazione, utile per superare gli ostacoli della morfologia del pianeta, siamo riusciti a salvarci dal gelo che di lì a poco avrebbe intaccato la nostra salute.
Durante questa nostra prima corsa alla sopravvivenza non abbiamo badato troppo alla flora e alla fauna che ci circondavano, poiché il senso di precarietà dovuto alla scarsità delle risorse ci aveva messo una grande pressione addosso. Tuttavia, una volta ricaricata la tuta termica nel pod, abbiamo dato il via al nostro lavoro di ricerca. Dopo aver incrociato diverse strane ma amichevoli creature, che abbiamo potuto nominare a nostri piacemento essendone gli "scopritori", ci siamo imbattuti in un monolite con il quale abbiamo potuto interagire.
Grazie alla misteriosa reliquia aliena abbiamo incrementato il nostro livello di conoscenza di lingua extraterrestre, utile al fine di poter interagire con le creature disseminate nei vari pianeti ed effettuare scambi di risorse.
Proseguendo nell'esplorazione, dopo aver raccolto diversi tipi di materiale, come ad esempio il silicone, ci siamo imbattuti in una struttura aliena al cui interno abbiamo trovato una creatura dalle sembianze umane. Il nostro livello di vocabolario di lingua aliena non era però abbastanza articolato da permetterci di comprendere tutto ciò che l'alieno ci stesse dicendo, rilasciando sullo schermo una serie di parole incomprensibili. La sorte però ci é stata amica e dopo un'accurata scelta casuale, siamo riusciti a scambiare materiali con questo simpatico alieno.
In cambio di qualche risorsa abbiamo ottenuto una nuova arma utile anche per l'esplorazione, in quanto potendo sparare esplosivi, ci conferiva di esplorare anche le caverne sotterranee custodite dai massicci strati di pietra del suolo alieno. Raggiunto un altro pod ci siamo imbattuti in una nuova struttura, questa volta però chiusa, e blindata con porte di acciaio; uno sviluppatore ci ha suggerito che quella era un'industria aliena e che se avessimo voluto entrare ed accedere ai potenziamenti disponibili al suo interno avremmo dovuto distruggere la porta e restare pronti a fronteggiare le misure di sicurezza della struttura.
Dopo essere stati intimoriti per qualche secondo, un missile partito dalla nostra pistola ha frantumato l'ingresso, e dopo aver di nuovo azzeccato casualmente il comando giusto da dare alla struttura aliena, abbiamo fatto man bassa di tutto ciò che era presente all'iinterno. L'allarme della struttura aveva però richiamato tutti i robot a protezione della struttura, abbiamo dunque sfoderato la nostra pistola ed abbattuto la prima ondata, ma via via che i pirmi venivano distrutti le schiere nemiche si infoltivano di bot sempre più grossi e determinati a cacciare la nostra testa. Abbiamo dunque raggiunto l'area dedicata all'atteraggio delle navicelle e, dopo aver richiamato la nostra, ce la siamo data a gambe superando l'atmosfera del pianeta, tornando sulla base spaziale.
Quest'ultima, funge da base di partenza per ogni esplorazione e ci permette di scrutare la carta stellare dei pianeti già scoperti e quelli ancora da ragiungere, tuttavia non ci siamo rimasti molto visto che il tempo a nostra disposizione stava volando ed il nostro obiettivo era quello di scoprire un nuovo pianeta.
Ritornati dunque sulla nostra astronave siamo subito partiti alla volta di un nuovo pianeta che, da ciò che potevamo osservare in orbita sembrava essere più accogliente, quando sul nostro cammino si é paventato un enorme intercettore. Euforici all'idea di provare il combattimento spaziale non ci abbiamo pensato due volte e abbiamo subito attaccato la nave, derubandola di quante più risorse possibili, ma é bastato un solo colpo ben assestato di quest'ultima per eliminarci dalla faccia dell'universo.
Di li a pochi secondi il nostro periodo di hands on é terminato e abbiamo dovuto abbandonare la postazione con ancora negli occhi il sogno di raggiungere quel pianeta, al cui biosfera ci aveva tanto attirato.
Dobbiamo ammettere che l'hands on effettuato ci ha in parte convinti ma ha comunque lasciato seri punti interrogativi che speriamo di poter chiarire quanto prima. Partiamo innanzitutto dal dire che consideriamo No Man's Sky un titolo estremamente affascinante e con delle potenzialità, ma va fin da subito chiarito come non sarà un titolo di facile comprensione per tutti.
La ricerca e l'esplorazione infatti sono le due prerogative alla base del gioco, che comunque integra in maniera più o meno riuscita altri diversi elementi, come il combattimento e gli scambi. Sicuramente possiamo affermare che se state cerrcando un titolo frenetico, basato su combattimenti articolati e un gameplay indiavolato siete totalmente fuori strada.
No Man's Sky infatti punta a farci apprezzare in maniera estrema la ricerca, creando aspettative e soddisfazioni nello scoprire qualcosa che migliaia e di altri giocatori al mondo non hanno ancora trovato, magari perché il pianeta che stiamo esplorando risulta essere unico. A questo aspetto fondamentale, affianca poi una manciata di pepe, conferendo al titolo quell'aspetto survival dovuto al corretto utilizzo delle risorse e alle decisioni da prendere in merito al combattimento (in determianti casi ingaggiare dei combattimenti risulta inffati essere molto sconveniente).
Tirando le fila del discorso siamo rimasti impressionati dalla vastita del titolo e dal fascino dell'esplorazione di nuovi mondi, ma nutriamo qualche dubbio in merito ad un gameplay che sneza dubbio potremmo definire "lento" e che siamo sicuri non sarà da tutti apprezzato. Aldilà di queste nostre considerazioni vogliamo però fare un plauso allo studio di sviluppo dietro la realizzazione di questo titolo indie (Hello Games), in qunato sembra stiano riuscendo a portare in ambito videoludico un prodotto innovativo e fresco, e questa non é una cosa che capita tutti i giorni.
Per coloro che già non lo conoscessero potremmo definire No Man's Sky come un "adventure survival" in prima persona nel quale saremo liberi di esplorare un intero universo di pianeti con lo scopo di accaparrare risorse e scoprire nuove specie e galassie. Ciò che però caratterizza l'opera di Hello Games é il meccanismo procedurale alla base della creazione dei pianeti in-game, che permette di vantare un enorme numero di possibili astri da esplorare, ognuno con propria flora e fauna. Ci abbiamo finalmente messo le mani sopra, le idee sono ora più chiare, vediamo insieme come é andata.
No Man's Sky in the Sky.
Durante la nostra ultima giornata nella terra della regina siamo tornati alla Mill Bank Tower dove, poche ore prima, avevamo assistito al PSN Digital Showcase (qui l'articolo). Raggiunto lo Sky Bar del ventesimo piano, abbiamo trovato diversi elementi del team di sviluppo che ci hanno accompagnato, con tanto di presentazione/walkthrough, a questo primo hands on del gioco.
In particolare é stato approfondito il meccanismo procedurale alla base della creazione dei pianeti. Ci é stato infatti spiegato che le variabili su cui l'algoritmo di creazione lavora sono moltissime ed includono non solo la flora e la fauna, bensì anche condizioni climatiche e morfologia del suolo. Questo procedimento porta dunque ad un'infinità di combinazioni possibili a supporto di quello che sembra essere l'obiettivo principe degli sviluppatori, ovvero rendere l'esplorazione un'esperienza unica di pianeta in pianeta. Giusto il tempo di un fugace applauso e, accompagnati da una discreta carica di hype, siamo corsi ad agguantare un pad.
[video]http://www.twitch.tv/gamesurftv/v/52117670[/video]
Fire in the Sky
Una volta in game ci siamo trovati su di uno speduto pianeta dalle difficili condizioni climatiche. L'estremo freddo infatti faceva in modo che la nostra tuta termica usasse tutte le riserve a sua disposizione per farci sopravvivere. Primo obiettivo dunque era quello di trovare un "Pod" nel quale poterle recuperare e che avrebbe potuto fungere da campo base per un'ulteriore esplorazione. Utilizzando lo scan dei punti di interesse siamo riusciuti a raggiungerne uno in lontananza, che abbiamo scoperto grazie al binocolo, che ci ha permesso di marcarlo sulla mappa. Grazie al Jetpack in dotazione, utile per superare gli ostacoli della morfologia del pianeta, siamo riusciti a salvarci dal gelo che di lì a poco avrebbe intaccato la nostra salute.
Durante questa nostra prima corsa alla sopravvivenza non abbiamo badato troppo alla flora e alla fauna che ci circondavano, poiché il senso di precarietà dovuto alla scarsità delle risorse ci aveva messo una grande pressione addosso. Tuttavia, una volta ricaricata la tuta termica nel pod, abbiamo dato il via al nostro lavoro di ricerca. Dopo aver incrociato diverse strane ma amichevoli creature, che abbiamo potuto nominare a nostri piacemento essendone gli "scopritori", ci siamo imbattuti in un monolite con il quale abbiamo potuto interagire.
Grazie alla misteriosa reliquia aliena abbiamo incrementato il nostro livello di conoscenza di lingua extraterrestre, utile al fine di poter interagire con le creature disseminate nei vari pianeti ed effettuare scambi di risorse.
Proseguendo nell'esplorazione, dopo aver raccolto diversi tipi di materiale, come ad esempio il silicone, ci siamo imbattuti in una struttura aliena al cui interno abbiamo trovato una creatura dalle sembianze umane. Il nostro livello di vocabolario di lingua aliena non era però abbastanza articolato da permetterci di comprendere tutto ciò che l'alieno ci stesse dicendo, rilasciando sullo schermo una serie di parole incomprensibili. La sorte però ci é stata amica e dopo un'accurata scelta casuale, siamo riusciti a scambiare materiali con questo simpatico alieno.
In cambio di qualche risorsa abbiamo ottenuto una nuova arma utile anche per l'esplorazione, in quanto potendo sparare esplosivi, ci conferiva di esplorare anche le caverne sotterranee custodite dai massicci strati di pietra del suolo alieno. Raggiunto un altro pod ci siamo imbattuti in una nuova struttura, questa volta però chiusa, e blindata con porte di acciaio; uno sviluppatore ci ha suggerito che quella era un'industria aliena e che se avessimo voluto entrare ed accedere ai potenziamenti disponibili al suo interno avremmo dovuto distruggere la porta e restare pronti a fronteggiare le misure di sicurezza della struttura.
Dopo essere stati intimoriti per qualche secondo, un missile partito dalla nostra pistola ha frantumato l'ingresso, e dopo aver di nuovo azzeccato casualmente il comando giusto da dare alla struttura aliena, abbiamo fatto man bassa di tutto ciò che era presente all'iinterno. L'allarme della struttura aveva però richiamato tutti i robot a protezione della struttura, abbiamo dunque sfoderato la nostra pistola ed abbattuto la prima ondata, ma via via che i pirmi venivano distrutti le schiere nemiche si infoltivano di bot sempre più grossi e determinati a cacciare la nostra testa. Abbiamo dunque raggiunto l'area dedicata all'atteraggio delle navicelle e, dopo aver richiamato la nostra, ce la siamo data a gambe superando l'atmosfera del pianeta, tornando sulla base spaziale.
Quest'ultima, funge da base di partenza per ogni esplorazione e ci permette di scrutare la carta stellare dei pianeti già scoperti e quelli ancora da ragiungere, tuttavia non ci siamo rimasti molto visto che il tempo a nostra disposizione stava volando ed il nostro obiettivo era quello di scoprire un nuovo pianeta.
Ritornati dunque sulla nostra astronave siamo subito partiti alla volta di un nuovo pianeta che, da ciò che potevamo osservare in orbita sembrava essere più accogliente, quando sul nostro cammino si é paventato un enorme intercettore. Euforici all'idea di provare il combattimento spaziale non ci abbiamo pensato due volte e abbiamo subito attaccato la nave, derubandola di quante più risorse possibili, ma é bastato un solo colpo ben assestato di quest'ultima per eliminarci dalla faccia dell'universo.
Di li a pochi secondi il nostro periodo di hands on é terminato e abbiamo dovuto abbandonare la postazione con ancora negli occhi il sogno di raggiungere quel pianeta, al cui biosfera ci aveva tanto attirato.
Una perla non per tutti.
Dobbiamo ammettere che l'hands on effettuato ci ha in parte convinti ma ha comunque lasciato seri punti interrogativi che speriamo di poter chiarire quanto prima. Partiamo innanzitutto dal dire che consideriamo No Man's Sky un titolo estremamente affascinante e con delle potenzialità, ma va fin da subito chiarito come non sarà un titolo di facile comprensione per tutti.
La ricerca e l'esplorazione infatti sono le due prerogative alla base del gioco, che comunque integra in maniera più o meno riuscita altri diversi elementi, come il combattimento e gli scambi. Sicuramente possiamo affermare che se state cerrcando un titolo frenetico, basato su combattimenti articolati e un gameplay indiavolato siete totalmente fuori strada.
No Man's Sky infatti punta a farci apprezzare in maniera estrema la ricerca, creando aspettative e soddisfazioni nello scoprire qualcosa che migliaia e di altri giocatori al mondo non hanno ancora trovato, magari perché il pianeta che stiamo esplorando risulta essere unico. A questo aspetto fondamentale, affianca poi una manciata di pepe, conferendo al titolo quell'aspetto survival dovuto al corretto utilizzo delle risorse e alle decisioni da prendere in merito al combattimento (in determianti casi ingaggiare dei combattimenti risulta inffati essere molto sconveniente).
Tirando le fila del discorso siamo rimasti impressionati dalla vastita del titolo e dal fascino dell'esplorazione di nuovi mondi, ma nutriamo qualche dubbio in merito ad un gameplay che sneza dubbio potremmo definire "lento" e che siamo sicuri non sarà da tutti apprezzato. Aldilà di queste nostre considerazioni vogliamo però fare un plauso allo studio di sviluppo dietro la realizzazione di questo titolo indie (Hello Games), in qunato sembra stiano riuscendo a portare in ambito videoludico un prodotto innovativo e fresco, e questa non é una cosa che capita tutti i giorni.