One Piece: Pirate Warriors

di Tommaso Alisonno
Dal punto di vista tecnico, il gioco propone per i modelli una texturizzazione in cell-shading, scelta pressoché obbligata considerando la natura Manga/Anime dell'opera di riferimento: la realizzazione dei modelli e le animazioni sono comunque ottime e riescono a rendere a perfezione lo stile “gommoso” di Oda, e non ci riferiamo solo all'elastico Rubber; l'utilizzo di un'ombreggiatura a “retino statico”, infine, permette di dare a tutti i modelli un taglio eccellente. Lo studio degli ambienti é molto buono, e soprattutto l'intreccio delle aree e i percorsi che spesso Rubber dovrà attraversare sono piuttosto tortuosi. Purtroppo non si registra nello scenario la medesima cura dei modelli animati: non che questo sia “brutto”, ma semplicemente rimane più “artificiale”, più simile a un giocattolo che non a un fumetto. Nel complesso, comunque, il risultato é buono.



La colonna sonora propone numerosi brani, tutti piuttosto allegri e scanzonati come in effetti é il ritmo della storia, ma non manca di offrire musiche più maestose per le fasi più tese o pezzi “etnici” a seconda del tema della missione (come ad esempio la musica simil-egiziana per lo scenario nel deserto). Tutti i personaggi sono doppiati esclusivamente in Giapponese, con ottime voci: certamente questo porterà alla gioia dei puristi, sebbene durante le missioni sia un po' difficile staccare l'occhio dall'azione per leggere gli eventuali sottotitoli. I testi su schermo sono interamente in Italiano, ma la traduzione non é delle migliori: se si può accettare con tranquillità la scelta di utilizzare i nomi “Occidentali” (Rubber al posto di Rufy, per dirne una), meno si tollerano alcuni errori veramente evidenti (“sconfiggi gli avversari e Sanji insieme” anziché “sconfiggi gli avversari insieme a Sanji”).

Prendere confidenza col sistema di controllo di base é pressoché immediato, innanzitutto perché il gioco inizia con un esaustivo livello di Tutorial (quello contro il Pacifista), e in secondo luogo perché al primo avvio propone insistentemente il settaggio della difficoltà su “Facile”: in realtà chiunque abbia un minimo di dimestichezza coi giochi della serie Musou, o in generale con i picchiaduro action, può iniziare tranquillamente alla difficoltà intermedia, ricordandosi di mantenere un livello di attenzione giusto un minimo più elevato negli scontri Boss.


Un po' più faticoso é prendere confidenza con la struttura dei livelli: nei primi quadri action si correrà il rischio di perdere un po' di tempo cercando di capire “dove bisogna andare” o meglio ancora “da dove bisogna passare”, ma dopo qualche missione si svilupperà una sorta di “sesto senso abitudinario”. E' comunque innegabile che doversi districare tra salti e giravolte tende a spezzare un po' il ritmo dei combattimenti, nel bene (evita la ripetitività) e nel male (cala l'adrenalina). Il sistema di controllo funziona abbastanza bene, anche se qualche volta fa un po' le bizze, soprattutto quando ci si trova a gestire diversi punti “attivi” per le abilità di Rubber o quando, in presenza di Boss e semi-Boss, si rende necessario attivare o disattivare volta per volta il lock sul nemico.

Per il multiplayer in locale si é scelto di optare per uno split-screen verticale: la scelta appare però infelice, in quanto limita l'angolo visivo (e quindi i nemici su schermo) e le scritte in sovra-impressione vanno ad ostacolare entrambi i giocatori proprio nel mezzo dell'inquadratura. É un problema che naturalmente non influenza il gioco online, ma perché non mantenere il classico split-screen orizzontale della serie Musou? Un altro “difettuccio” del Multy é il fatto che il Diario Secondario non sia disponibile prima di aver completato almeno la prima missione nel Diario Principale e che aggiunga scenari e personaggi man mano che si avanza nella Storia: questo significa che solo al termine della modalità in singolo avrete una vasta scelta di personaggi e missioni per il Multy.

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Ad ogni modo, le suddette missioni sono piuttosto numerose, e di norma richiedono tra i 10 e i 20 minuti per essere superate, a cui si aggiungono i vari siparietti, filmati, dialoghi e quant'altro aiutano a districarsi nella trama - anche se in verità questa é raccontata in maniera piuttosto veloce e i non-fan potranno avere qualche problema a non “perdere pezzi”. Le ore di gioco sono dunque assicurate anche solo per un “primo giro”, a cui ovviamente si aggiunge la possibilità di rigiocare il Diario Principale a un livello di difficoltà più alto e l'intero Diario Secondario da affrontare con tutti i personaggi, magari in multiplayer. Dulcis in fundo, le Prove assicureranno una longevità più che soddisfacente per un gioco che saprà sicuramente soddisfare i fan della serie e, perché no?, anche qualche neofita.