Onimusha 2: Samurai's Destiny
In verità, Capcom ha preparato per noi un sequel con i controfiocchi: innanzitutto, è molto più longevo del bellissimo ma corto prequel; non sarà sempre possibile abbattere tutti i tipi di nemici con le stesse combo e, per fortuna, l'introduzione di alcuni personaggi non giocanti, giova parecchio alla longevità del gioco, che racchiude un paio di mini giochi abbastanza sfiziosi per tutti gli avventurieri. Parlando dei summenzionati (tre) aiutanti di Jubei, è bene sottolineare come il loro grado di amicizia verso di voi sarà quantificabile dalle vostre azioni: portate qualcosa di carino alla deliziosa spadaccina Oyuu per assicurarvi il suo supporto in battaglia; effettuate un baratto con Magoichi, il pistolero, per contare su attacchi a lungo raggio e via dicendo.
Al contrario, cercate di non farveli antipatici, altrimenti scordatevi aiuti nel proseguimento del gioco (con tanto di sequenze di gioco nelle quali dovrete controllarli voi in prima persona) e, anzi, preparatevi anche ad un eventuale sfida contro di essi!
Graficamente il primo Onimusha era ben fatto ma, alcuni fondali renderizzati e le animazioni, a volte legnose, tradivano in parte l'appartenenza del progetto alla cara vecchia Psone.
L'anno trascorso ha però giovato infinitamente al team di Mr. Inafune e i risultati li vediamo sotto i nostri occhi: fondali renderizzati degni di essere ritratti, molti di questi strapieni di elementi in movimento. Gli effetti speciali, come la pioggia, sono implementati in maniera superlativa. Gli sprite sono realizzati magnificamente e sebbene qualche rallentamento faccia capolino nelle scene più caotiche e affollate, non potrete non restare strabiliati nel guardare enormi boss spedirvi contro, tutto il loro armamentario pur di eliminarvi.
Ineccepibile anche il comparto sonoro, con musiche estremamente diversificate ma tutte di alto livello, un doppiaggio degno di un film ed effetti sonori azzecatissimi in ogni momento; insomma, completa immersività nell'azione e in ogni combattimento.
Ciliegina sulla torta: l'introduzione è forse la più incredibile mai vista, il tripudio della computer grafica e di scelte registiche.
Un must.