Onrush

Sorpresa. Se dovessimo trovare un aggettivo in grado di racchiudere l’esperienza che abbiamo avuto con Onrush, sarebbe sicuramente quella della sorpresa. Il nuovo racing arcade di Codemasters si infatti mostrato in una forma completamente differente da quella che i video avevano lasciato intuire in tutti questi mesi, proponendoci un prodotto che si ispira indubbiamente a prodotti come Burnout e Motorstorm, ma con una precisa e marcata identità competitiva e multiplayer oriented.

Squadre su quattro ruote

Il nuovo gioco realizzato dagli sviluppatori di titoli molto importanti come DiRT o F1, porta la serie sul campo dei racing arcade competitivi. Tuttavia, definire semplicemente racing questo titolo è quasi castrante. Durante l’hands on, la presenza di Paul Rustchynsky (in precedenza al lavoro su Drive Club) ci ha permesso di far maggiore chiarezza sul progetto.

Onrush è un titolo che si ispira chiaramente a grandi classici del racing arcade come Burnout o Motorstorm, tuttavia al suo interno c’è una filosofia personale del team: portare il concetto di competizione, squadra e strategia in gare a velocità altissima.

Sensazioni che abbiamo pienamente riscontrato durante la nostra prova. La struttura è molto semplice e intuitiva. Si sceglie un mezzo all’interno di un parco motori piuttosto vario: moto, buggy, auto sportive e persino simil Hummer. Ognuno di questi mezzi ha le sue particolarità non solo in termini prestazionali, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto di poteri passivi e attivi che si attivo durante le varie gare.

Una volta scelto il mezzo verremo catapultati all'interno di competizioni formate da due squadre sei contro sei, che non ci chiederanno praticamente mai di tagliare per primi il traguardo, ma il più delle volte ci daranno la possibilità di giocare varianti molto care al mondo degli shooting; la grossa differenza è che ci troviamo su due/quattro ruote e a velocità folli.

Concetti ribaltati

Overdrive, ad esempio, è la prima gara a cui abbiamo avuto modo di prendere parte. La prima squadra che per prima riesce ad utilizzare una determinata quantità di turbo vince la disputa. Turbo che è un elemento fondamento all’interno del gioco e si ricarica attraverso acrobazie o l’esplosione di mezzi avversari o neutrali che popolano la mappa e che fungono da mera carne da macello. Inoltre, sfruttando i poteri passivi delle auto e soprattutto i takedown degli avversari, verrà caricata una barra speciale che una volta riempita rilascerà un mega boost diverso per ogni mezzo di trasporto (rilascio di turbo per i compagni di squadra, maggior forza per i takedown o barriere che rallentano gli avversari).

Inutile negare come, sin dalle prime battute, l’anima di Onrush emerge con estrema prepotenza. Sebbene il gioco è a tutti gli effetti immediato, sposando appieno la filosofia dei pick & play, è attraversi l’equilibrio della squadra, la scelta del mezzo corretto per la giusta competizione, la conoscenza dei poteri passivi e attivi e non ultima la coordinazione in pista con il gruppo, che rendono Onrush un titolo estremamente competitivo, orientato a quel gioco online organizzato che sempre più prepotentemente sta prendendo piede.

Anche perché, andando ad esplorare le altre modalità di gioco, possiamo solamente trovare conferme di quello che abbiamo scritto poco sopra.

King of the hill!



In countdown, ad esempio, ci saranno vari checkpoint che dovranno essere attraversati dai membri delle rispettive squadre per aumentare secondi ad un countdown che porta inesorabilmente allo 0, e quindi alla sconfitta della squadra; in Switch avremo tre vite e , partendo dalla moto, ogni volta che verremo eliminati torneremo in pista con un mezzo differente. Infine, quella pi divertente: lockdown. Una sorta di modalità king of the hill portata all’interno di un racing alle velocità folli.

Come avrete intuito, in Onrush non ci sono gare banali, ma varianti che si adattano ai giochi racing arcade. Una scelta interessante azzardata, ma che in questa prova ci ha piacevolmente stupito e soprattutto fatto divertire.

Una piccola sorpresa?

È ancora difficile capire se e come potrà avere successo il gioco. Di sicuro contenuti e supporto post lancio potrebbero fare la differenza. Al momento ci troviamo davanti ad un gioco dalla fluidità invidiabile, da una più che buona componente tecnica e con il pieno supporto a single player e multiplayer.

Ed è proprio in questo secondo campo, che il titolo ha il potenziale per tirare fuori qualcosa di davvero interessante.

Basterà? presto per dirlo ma sicuramente vale la pena tenerlo d’occhio. Appuntamento alla review che arriverà a giugno in concomitanza con l'uscita del gioco.