Operation Flashpoint

Che si decida comunque di affidarsi alla visuale in prima persona come a quella esterna é sempre sotto agli occhi l'ottimo lavoro svolto nella realizzazione dei movimenti, curati e realistici in ogni dettaglio e capaci persino di influire sulla stessa giocabilità
Benché i movimenti della truppa appiedata si siano dimostrati convincenti e di ottima fattura tecnica lo stesso purtroppo non lo si può dire degli automezzi, la cui guida per quanto semplice e intuitiva andrebbe alquanto perfezionata. Imprecise e piuttosto meccaniche le jeep che é possibile utilizzare nella versione dimostrativa (e ciò dunque deve far ricordare che stiamo parlando di una versione incompleta del gioco): si guidano senza particolari emozioni e lasciano supporre che questo aspetto del gioco non sia stato sfruttato al meglio, almeno dal punto di vista puramente tecnico

UN FILM INTERATTIVO
Strutturate come é già stato detto in una campagna militare, le missioni alternano ai momenti di azione pura intermezzi animati (riprodotti con lo stesso motore del gioco) che contribuiscono a rendere ancora più coinvolgente e cinematografica l'esperienza di gioco al punto che, in più di un'occasione, é impossibile non rivolgere il pensiero alle recenti pellicole hollywoodiane di La sottile linea rossa e Salvate il soldato Ryan
Sebbene completo solo all'80% Operation Flashpoint vanta comunque un motore grafico di tutto rispetto, capace di stupire esattamente come é accaduto per le altre recenti pubblicazioni Codemasters
I livelli di gioco, ambientati principalmente su verdeggianti isole oceaniche, sono a dir poco immensi, ancora più sterminati degli scenari di Insane che certo non sfiguravano in quanto a libertà di movimento. Dalle valide texture i terreni sono comunque solo uno degli aspetti vincenti di Operation Flashpoint che dà il meglio di sé nella realizzazione delle skin dei soldati, rappresentati ognuno in modo assolutamente unico e realistico. Capita così che ci si trova con l'affezionarsi ai propri compagni, riconoscendoli semplicemente dal volto anche una volta scaraventati nel marasma della battaglia, tra il saettare dei proiettili e le urla dei soldati feriti