Orchid

Orchid
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Se diamo uno sguardo alla storia videoludica recente, Argonaut si dimostra essere software house polivalente, capace di spaziare senza troppo sforzo fra generi anche diammetralmente opposti e, soprattutto, in grado di rinnovare idee e propositi al momento di scegliere il protagonista del nuovo prodotto di turno. Sotto questo punto di vista, il team di sviluppo inglese sembra percorrere una naturale evoluzione che dai personaggi antropomorfi di Croc e Star Fox, passando per l'Harry Potter campione d'incassi, pare accarezzare il motto del "girl power": potere alle ragazze
Orchid
A forza di menare le mani, qualche danno è inevitabile! Ottimo il dettaglio della protagonista!

Infatti, se già il primo e promettentissimo lavoro destinato alla nuova console americana - quel Malice: A Dark and Comic Fiery Tale, ora conosciuto come Malice: Kat's Tale - proponeva una caricaturale ma attiva e pestifera ragazzina, munita con armi di tutto rispetto, anche questo Orchid ripropone il tema dell'eroina femminile. Un implicito riferimento al logo della stessa software house?

IT'S A COMIC WORLD
New York. Siamo a pochi passi temporali dai giorni nostri; nelle piccole stanze di un angusto orfanotrofio, una ragazza dal passato vuoto come una tela bianca comincia lentamente a mostrare i primi segni d'insofferenza verso il coma che l'ha tenuta prigioniera per lungo tempo. Le palpebre tremano freneticamente, gli angoli della bocca si contraggono... gli occhi si ridestano lentamente. Così come all'uscita di un lungo e buio tunnel la luce può ferire per qualche secondo, similmente il ritorno alla vita costituisce un pesante trauma per la ragazzina: nemmeno il tempo di rendersi conto di non avere un nome, un passato e un luogo verso cui tornare che il piccolo rifiugio viene occupato da loschi soldati mercenari il cui obbiettivo sembra proprio essere lei
La fuga é istintiva e rocambolesca, ma sembra anche inaspettatamente facile in relazione alle possibilità di una giovane fanciulla... la Grande Mela sembra il posto perfetto in cui trovare momentaneo respiro, aiutata anche da un piccolo gruppo di giovani e teenagers sovversivi che non tarderanno a proteggere la ragazza e ad aiutarla nella sua ricerca esistenziale: chi é veramente? Chi comanda i soldati al suo inseguimento? E in che modo é riuscita a padroneggiare efficaci tecniche di fuga e combattimento?
A giudicare dalle prime immagini rilasciate dagli uffici Argonaut, Orchid assume la connotazione della classica avventura in terza persona, con decisi elementi da picchiaduro a scorrimento che donano notevoli potenzialità all'intera produzione. L'azione, come ovvio, si svolge in ambientazioni totalmente tridimensionali e infarcite di nemici più o meno agguerriti: in questo genere di titoli il dover affrontare più nemici contemporaneamente non costituisce la difficoltà del gioco, bensì l'essenza stessa del divertimento; il "fattore rissa" ha da sempre contraddistinto titoli come Street of Rage o Final Fight, donando ore di puro svago ad ogni videogiocatore. Orchid potrebbe non fare eccezione, soprattutto perché la ragazza dovrà, per forza di cose, affrontare i suoi stessi inseguitori e risalire quindi alla fonte dei suoi problemi, che non sembrano limitarsi al piano umano delle cose: la misteriosa fanciulla, infatti, nei casi di pericolo é in grado di richiamare alla realtà inquietanti creature dall'enorme potenziale distruttivo, ma altrettanto ardui da tenere sotto controllo. Intuitivamente, per alcune sezioni di gioco, potremo quindi essere chiamati ad abbandonare i comodi panni della ragazza per affrontare la forza nemica sotto le sembianze di mostri geneticamente mutati
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Orchid

Orchid ha le possibilità di rivelarsi un titolo a sorpresa anche grazie alla contaminazioni di diversi elementi apprezzati da diverse tipologie d'utenti: l'avventura 3D in terza persona, dopo i fasti di Tomb Rider, è sempre presente nel cuore dei videogiocatori e aspetta solo concreti motivi per riaccendere la passione; il carattere di picchiaduro a scorrimento interesserà i giocatori votati all'azione pura, magari incuriositi nel vedere una donzella menare incessantemente le mani; la tecnica grafica del cell shading comincia ad essere apprezzata e conosciuta anche dal grande pubblico. Nell'attesa che Argonaut compia un buon lavoro, non resta che sperare per una buona varietà nel tipo d'azione e di mosse a disposizione e in qualche trovata che assicuri una longevità superiore alla media di questo genere di produzioni.

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