Outrun 2

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Non lo neghiamo. Una lacrima ha solcato il nostro viso dinnanzi alla visione del marchio Sega, quasi a simboleggiare che la storica softco è tornata. La Sega delle grandi occasioni, dei coin-op stupefacenti e delle conversioni che non fan rimpiangere la controparte arcade. Ma soprattutto la Sega dei bei giochi. Impossibile rimanere freddi e distaccati dinnanzi a un titolo che ha segnato profondamente la storia dei videogiochi: noi non ci siamo riusciti, e ammettiamo che valutare un simile prodotto mettendo da parte i sentimentalismi è compito non poco arduo.



Outrun 2 è un viaggio lungo il sentiero dei ricordi: tutto, dalle macchine, allo spirito, ai colori sgargianti fino alla sound-track non è altro che il riecheggiamento dello spirito del primo Outrun, rivitalizzato dalle potenzialità delle nuove tecnologie. L'astuzia di Sega è stata quella di remixare un gameplay adattandolo ai nostri giorni, senza per questo perdere il fascino del titolo originale ma portandolo a grandi livelli. Senza snaturarne la sostanza, e se vogliamo anche lo stile, è riuscita ad attualizzare il gameplay di un gioco che vide luce nel settembre del 1986. Ancora una volta il giocatore è chiamato a tagliare il traguardo entro un determinato limite di tempo (a seconda del livello di difficoltà), quindi scegliere uno dei due bivi che porterà rispettivamente a un percorso più facile o più difficile, fino all'ultimo stage che sancirà la fine della partita.


La peculiarità del gioco non consiste tanto nel vaglio di determinati percorsi quanto nello stile di guida adottabile o nella conformazione stessa delle piste, che intervallano curve infinite da affrontare in derapata ad altre ad acceleratore premuto, evitando il traffico cittadino e mantenendo costante la velocità. L'AM2 è riuscita a implementare un modello di guida che, pur irrealistico, richiede notevole attenzione da parte del giocatore e precisione nell'affrontare a una determinata velocità la curva per non perdere secondi preziosi. Per completare ogni stage, ogni errore può essere fatale, non solo perché un tamponamento si traduce in una perdita notevole di velocità, ma perché a seconda di particolari manovre errate la macchina potrà diventare incontrollabile e finire mestamente fuori pista.


Se la formula di Outrun la si può definire "collaudata", è indubbio che a suscitare perplessità subentrino problemi legati alla longevità. In questo senso i programmatori si sono mossi inserendo la modalità online e affiancando a quella principale, 101 missioni da portare a termine. In quest'ultime il giocatore è chiamato a collezionare un certo numero di cuori per accontentare la ragazza seduta nel posto passeggeri, assecondando di volta in volta i suoi voleri. A missioni dove effettuare derapate e manovre fuori di testa ne succederanno altre di natura mnemonica, alcune dove arrivare primi al traguardo o altre ancora dove scattare fotografie ai bordi della pista cercando di immortalare dei grossi cuori. Non che le oltre cento missioni riescano a risollevare le ore di gioco totali prima di completare tutto il titolo, ma è anche vero che titoli simili sono consigliati a giocatori che vogliono battere record su record, rosicchiare secondi su secondi e magari vedere il proprio nome nella classifica mondiale.

Graficamente invece, davvero nulla da obiettare: macchine riprodotte fedelmente, fondali suggestivi ma prima di tutto un frame rate solido come la roccia, con una telecamera abile a spostarsi a volo d'uccello nelle strade con determinate pendenze risultando sicuramente funzionale. L'AM2 non tradisce la sua abilità in fase realizzativa, ma è ancora presto per tirare le somme. Noi intanto aspettiamo con trepidazione un gioco che difficilmente non farà parlare di sé.

Outrun 2

Outrun 2

Promette davvero bene questo Outrun 2, capace di riportare la Sega ad alti livelli, senza tradire la solida tradizione che l'ha portata in alto. Notevole tecnicamente, piacevole e spassoso, il prodotto AM2 trova come unico ostacolo il proprio ego arcade (inteso come gioco da sala), che da un lato assicura immediatezza e divertimento, dall'altra una scarsa longevità. Ma è ancora presto per giudicare...

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