Pacific Drive: anteprima della demo dello Steam Next Fest
Pacific Drive è un gioco di guida, esplorazione e crafting
Ironwood Studios aveva già ingolosito moltissimi potenziali estimatori del proprio brand con alcuni video, in occasione di vari appuntamenti in cui veniva acceso un faro sulle uscite dei videogames indie. La parte comunque più misteriosa era tutta orientata intorno al mistero di che tipo di gioco fosse Pacific Drive, dato che sì, si è visto parecchio, ma no, non si era capito moltissimo.
Pacific Drive: crafting, alieni e....un'auto sgangherata
Quando ci si avventura in un territorio che le autorità americane avvisano e impongono di non attraversare, quando questo territorio viene semi-cancellato dalle mappe turistiche e soprattutto quando bagliori e rumori inumani e incomprensibili provengono dalle radure più remote, insite nei meandri di queste lande inesplorate… bè, i film made in USA ci hanno insegnato che è meglio dare ascolto a chi invita a non valicare quella soglia.
Ma noi no, abbiamo avuto di scaricare la demo nel corso dello Steam Next Fest per toccare con mano cosa ci potrà accadere nel gioco completo e confesso che se il trailer ci aveva dato qualche avvisaglia, toccandolo con mano mi sono accorto che si è dimostrato molto diverso da come me l’aspettavo.
Fatti i primi passi infatti ci troveremo ben presto a dover curare quasi tutti gli aspetti della nostra vettura, partendo dall’elemento più comune e normale come il rabbocco del carburante che potremo farlo andando a cercare qualche carcassa di auto abbandonata lungo la strada. Ma non è solo questo, aiutati alla radio da alcune persone che non sappiamo bene quanto ci amino o ci odino, dovremo proseguire a carponi lungo strade irte di pericoli, ma l’obiettivo è quello non solo di scoprire il mistero che ammanta la zona in cui siamo finiti, ma anche di farlo restando tutti d’un pezzo, o meglio, lo deve fare la nostra auto, possibilmente, o il viaggio sarà particolarmente breve.
Con gli strumenti che andremo ad acquisire avremo spessissimo da sostituire le ruote, migliorare il motore, sostituire le portiere ammalorate, aggiungere potenziamenti alla carrozzeria o incrementando lo spazio dedicato al trasporto di beni utili a fare tutto quanto di cui sopra. In tante zone infatti potremo trovare ferraglia, ma nessuna di queste è inutile, anzi grazie agli strumenti che padroneggeremo potremo recuperare pezzi, rovistare tra gli scarti di luoghi abbandonati e recuperare le risorse utili per acquisire tutte queste migliorie.
Attenzione perché gli stessi strumenti che usiamo si andranno a rovinare, quindi si dovranno costruire pure loro e il nostro inventario, per quanto ampliabile avrà sempre degli spazi limitati, quindi dovremo fare delle scelte. Oltre a questo anche le “passaggiate” a piedi avranno l’importanza e la dedizione necessaria per comprendere meglio il territorio, capire, scoprire, affrontare, sopravvivere.
Non è un survival, o meglio un po’ sembra esserlo, dato che passeremo in officina molto tempo, ma è ben mascherato per sembrare tutto utile solo al proseguimento del cammino. Quanto queste premesse si trasformeranno in uno dei viaggi sandbox migliori della nostra vita, piuttosto che farci abbandonare il cammino dei sopravvissuti dopo un paio di curve, starà tutto nelle mani del gioco completo.
Al momento devo dire che mi sbilancio a favore del lavoro svolto dal team creativo. Per quanto si passi davvero tanto in officina (almeno in questa fase della demo) è risultato tutto piuttosto interessante e stimolante, anche se c’è davvero tanto (troppo??) da fare e da controllare e scopriremo se questi elementi sono ben calibrati all’interno dell’esperienza generale.
Quello che è sicuro è che l’area e la zona da visitare è enorme e fino a quando si avranno gli stimoli giusti per fare un passo dopo l’altro vuol dire che questa sarà un’esperienza indimenticabile.