Panzer Elite
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La prima impressione, osservando i videogiochi di guerra che popolano gli scaffali dei negozi, è quella che nel recente passato sia esistito un solo grande conflitto: la Seconda Guerra Mondiale. Tutti noi sappiamo (purtroppo) che non è così: tra il 1° settembre 1945 e i giorni odierni si sono susseguite tante altre battaglie, l'una più tragica dell'altra, tra cui quella di Corea, il Vietnam e il Golfo sono solo alcuni degli esempi più noti.
Eppure se c'è un conflitto che riesce a sopraffare gli altri, in termini di importanza videoludica, è proprio quella che gli anglosassoni abbreviano con WWII: sarà perché (per fortuna) è stato l'ultimo conflitto mondiale, sarà per la sua connotazione ideologica (il mondo intero contro nazifascismo e l'aggressione giapponese) o per l'eroismo sfoggiato dai soldati durante alcune battaglie, fatto sta che la stragrande maggioranza dei giochi di guerra si ispira proprio a quel periodo storico.
Ma forse la spiegazione di tale successo è da ricercare anche nell'importanza del fattore umano: oggi le guerre sono caratterizzate dalla supremazia della macchina di fronte all'uomo, il quale (giusto per fare un esempio) deve solo premere un pulsante al momento giusto, confidando nella mira automatica dei prodigi tecnologici odierni. Sessant'anni fa, quando non esistevano ancora i missili a ricerca, era invece il fattore umano a prevalere su quello tecnologico. Ed è in questo scenario che l'inserimento di un videogioco sembra essere il più favorevole, se non altro per il superiore livello di sfida che si può generare.
Dopo questa lunga premessa, appurato l'assoluto dominio della Seconda Guerra Mondiale sugli altri conflitti, è giunta l'ora di accogliere un titolo che tende a discostarsi dal panorama battagliero che attualmente caratterizza il mercato console: mentre quasi tutti si dedicano all'azione in prima persona, questo Panzer Elite Action: Fields of Glory (d'ora in poi Panzer Elite) fa degli scontri tra carri armati la sua ragione d'essere. A dire il vero non è la prima occasione per un utente console di destreggiarsi al volante di un cingolato: sia in Call of Duty, sia in Mercenari abbiamo avuto l'occasione di devastare il mondo a suon di cannonate, ma in entrambi i casi si trattava di sporadiche varianti al gameplay principale.
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In questo Panzer Elite, come detto, potrete solo destreggiarvi tra le lamiere di bestioni corazzati da 30 tonnellate, mentre l'obiettivo di evitare la monotonia è delegato alla presenza di tre differenti campagne, ispirate ovviamente ai fatti realmente accaduti durante il conflitto. Si comincia con l'assunzione dei panni di un comandante tedesco impegnato, durante la famosa blitzkrieg, ad invadere le impreparate Polonia e Francia. Poi sarà la volta di impersonare un ufficiale russo che dovrà dare l'anima per risollevare il destino della propria patria e infine assumerete il controllo di una squadriglia americana durante l'assalto finale alla capitale del Reich. Il tutto articolato lungo 18 missioni per la modalità single player, a cui va aggiunta l'esperienza multiplayer in split screen.
E a testimonianza del coinvolgimento che ci si può attendere da questo Panzer Elite, sia la trama dello storyline (che si ritaglia uno spazio proprio all'interno dello sfondo storico), sia il carattere dei personaggi sono una creazione di un tal Bob Bates, noto ai più per una certa creazione di nome Unreal...
Passando al gioco in sé, va detto che la prima impressione è piuttosto favorevole: la realizzazione tecnica fa il suo dovere, con un insieme di effetti sonori coinvolgenti e una grafica che, seppur non in grado di lasciare a bocca aperta (a causa soprattutto dell'ampio utilizzo dell'effetto di fogging), riesce comunque a convincere.
Ma è il gameplay l'aspetto maggiormente positivo: guidare uno dei 15 corazzati disponibili si rivela un'esperienza piuttosto verosimile, mentre una volta che ci si ritrova nel bel mezzo di uno scontro a fuoco (ricordiamolo, a suon di cannonate), l'elemento strategico diventa il protagonista assoluto: per mirare accuratamente occorrerebbe stare fermi, ma in questo modo si favorirebbe l'azione dei nemici. Per questo motivo gli "scambi di opinioni" tra cannoni si fanno particolarmente delicati e allo stesso modo frenetici.
Giusto per non farvi sentire soli contro tutti, va detto che all'inizio della missione vi verrà affibbiata la compagnia di altri carri armati le cui speranze di sopravvivenza saranno legate ai comandi da voi impartiti durante le fasi cruciali degli scontri, senza dimenticare il supporto aereo che potrete richiamare per un certo numero di volte.
L'impressione suscitata da questo codice palesemente incompleto è quella di essere comunque davanti a un titolo di discreta fattura che, nonostante alcuni difetti (come l'estrema linearità delle ambientazioni) è in grado di offrire un buon coinvolgimento grazie a un livello di sfida piuttosto impegnativo già alla difficoltà più bassa.
Forse non siamo di fronte a un capolavoro annunciato, ma le premesse per un titolo più che discreto e divertente ci sono tutte. A presto per ulteriori notizie.
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Eppure se c'è un conflitto che riesce a sopraffare gli altri, in termini di importanza videoludica, è proprio quella che gli anglosassoni abbreviano con WWII: sarà perché (per fortuna) è stato l'ultimo conflitto mondiale, sarà per la sua connotazione ideologica (il mondo intero contro nazifascismo e l'aggressione giapponese) o per l'eroismo sfoggiato dai soldati durante alcune battaglie, fatto sta che la stragrande maggioranza dei giochi di guerra si ispira proprio a quel periodo storico.
Ma forse la spiegazione di tale successo è da ricercare anche nell'importanza del fattore umano: oggi le guerre sono caratterizzate dalla supremazia della macchina di fronte all'uomo, il quale (giusto per fare un esempio) deve solo premere un pulsante al momento giusto, confidando nella mira automatica dei prodigi tecnologici odierni. Sessant'anni fa, quando non esistevano ancora i missili a ricerca, era invece il fattore umano a prevalere su quello tecnologico. Ed è in questo scenario che l'inserimento di un videogioco sembra essere il più favorevole, se non altro per il superiore livello di sfida che si può generare.
Dopo questa lunga premessa, appurato l'assoluto dominio della Seconda Guerra Mondiale sugli altri conflitti, è giunta l'ora di accogliere un titolo che tende a discostarsi dal panorama battagliero che attualmente caratterizza il mercato console: mentre quasi tutti si dedicano all'azione in prima persona, questo Panzer Elite Action: Fields of Glory (d'ora in poi Panzer Elite) fa degli scontri tra carri armati la sua ragione d'essere. A dire il vero non è la prima occasione per un utente console di destreggiarsi al volante di un cingolato: sia in Call of Duty, sia in Mercenari abbiamo avuto l'occasione di devastare il mondo a suon di cannonate, ma in entrambi i casi si trattava di sporadiche varianti al gameplay principale.
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In questo Panzer Elite, come detto, potrete solo destreggiarvi tra le lamiere di bestioni corazzati da 30 tonnellate, mentre l'obiettivo di evitare la monotonia è delegato alla presenza di tre differenti campagne, ispirate ovviamente ai fatti realmente accaduti durante il conflitto. Si comincia con l'assunzione dei panni di un comandante tedesco impegnato, durante la famosa blitzkrieg, ad invadere le impreparate Polonia e Francia. Poi sarà la volta di impersonare un ufficiale russo che dovrà dare l'anima per risollevare il destino della propria patria e infine assumerete il controllo di una squadriglia americana durante l'assalto finale alla capitale del Reich. Il tutto articolato lungo 18 missioni per la modalità single player, a cui va aggiunta l'esperienza multiplayer in split screen.
E a testimonianza del coinvolgimento che ci si può attendere da questo Panzer Elite, sia la trama dello storyline (che si ritaglia uno spazio proprio all'interno dello sfondo storico), sia il carattere dei personaggi sono una creazione di un tal Bob Bates, noto ai più per una certa creazione di nome Unreal...
Passando al gioco in sé, va detto che la prima impressione è piuttosto favorevole: la realizzazione tecnica fa il suo dovere, con un insieme di effetti sonori coinvolgenti e una grafica che, seppur non in grado di lasciare a bocca aperta (a causa soprattutto dell'ampio utilizzo dell'effetto di fogging), riesce comunque a convincere.
Ma è il gameplay l'aspetto maggiormente positivo: guidare uno dei 15 corazzati disponibili si rivela un'esperienza piuttosto verosimile, mentre una volta che ci si ritrova nel bel mezzo di uno scontro a fuoco (ricordiamolo, a suon di cannonate), l'elemento strategico diventa il protagonista assoluto: per mirare accuratamente occorrerebbe stare fermi, ma in questo modo si favorirebbe l'azione dei nemici. Per questo motivo gli "scambi di opinioni" tra cannoni si fanno particolarmente delicati e allo stesso modo frenetici.
Giusto per non farvi sentire soli contro tutti, va detto che all'inizio della missione vi verrà affibbiata la compagnia di altri carri armati le cui speranze di sopravvivenza saranno legate ai comandi da voi impartiti durante le fasi cruciali degli scontri, senza dimenticare il supporto aereo che potrete richiamare per un certo numero di volte.
L'impressione suscitata da questo codice palesemente incompleto è quella di essere comunque davanti a un titolo di discreta fattura che, nonostante alcuni difetti (come l'estrema linearità delle ambientazioni) è in grado di offrire un buon coinvolgimento grazie a un livello di sfida piuttosto impegnativo già alla difficoltà più bassa.
Forse non siamo di fronte a un capolavoro annunciato, ma le premesse per un titolo più che discreto e divertente ci sono tutte. A presto per ulteriori notizie.
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