Paraworld
di
Patrick Grioni
Parlare di questi tempi di società segrete, mondi paralleli, verità rivelate, sembra quasi scontatamente assorbito da tutta quella letteratura "Codice Da Vinciniana" ormai fiorente in qualsiasi libreria.
Molto più raro, tranne sparute eccezioni, come l'ottimo Gabriel Knight 3, vedere qualcosa che concretamente trapeli nelle produzioni ludiche, tanto più settoriali come gli RTS (strategici in tempo reale)
Paraworld ci sorprende fin da subito con una profondità narrativa superiore, supportata da un geniale mix di sapori orientali e occulto.
Preambolo
All'inizio del 1800 un matematico, Jarvis Babit, costituì una società segreta atta a investigare la presenza di mondi paralleli fisicamente complementari alla terra conosciuta.
Come un novello Colombo, dopo anni di navigazione riuscì a scoprire un portale dimensionale e costruire un macchinario in grado di calcolare con una certa precisione il manifestarsi di queste porte parallele.
Ancor più sorprendente fu constatare come in "Paraworld" non vi era possibilità di invecchiare, rendendolo una fonte di eterna giovinezza.
L'importanza, però, di questa scoperta, portò 3 scienziati di diverse discipline sulle tracce di questo nuovo priorato di Sion, fino a far luce sulla preziosa scoperta.
Il geologo Anthony Cole, la biologa Stina Holmlund e il fisico Bèla Andàs Benedek furono attratti successivamente in una trappola tesa dal perfido Babit: prigionieri di Paraworld, senza equipaggiamento alcuno saranno costretti a esplorare, allearsi con le società tribali e lottare per ritrovare la via del ritorno a casa.
Ambientazione
A differenza di altri RTS, dove lo stile e il palcoscenico spesso sono semplicemente rappresentazioni passive, Paraworld, nella sua parallela magnificenza, ci propone un curioso mix, secondo noi, riuscitissimo: colori vivi, dinosauri, strutture che richiamano il Giappone feudale, e un alternarsi temporale che ci consente di apprezzare scorci decisamente poetici.
Forse qualcuno obietterà una certa difficoltà ad amalgamare questi fattori tanto diversi, ma basta un'occhiata per fugare qualsivoglia dubbio: sembra palpabile il calore che quelle rappresentazioni tridimensionali sanno suscitare. Certo, in loro soccorso interviene un engine 3D che si fa apprezzare soprattutto per abbondanza di elementi sventolanti e dettaglio (grazie a un sano sfruttamento dei vertex shaders), anche se a dire la verità l'orizzonte visivo poteva essere un po' più esteso.
Il tutto fluidamente gestito, anche con molte unità su schermo, da un semplice portatile dotato, però, di una CPU classe Pentium 4 3.2 Ghz e una Geforce 6 al suo interno (non c'è stato comunicato il quantitativo di ram, ma ipotizziamo 1 GB).
L'ambientazione, oltre al già citato scorrere del tempo (visibile anche dal movimento delle ombre) vanterà cinque zone climatiche caratterizzanti, contribuendo a quel senso di varietà utile a scacciare i demoni della noia.
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Gameplay
Il principale difetto che tutti gli RTS rischiano, necessariamente, di avere, consiste nella tendenza all'infinita produzione di unità: nei prodotti validi questo modus operandi non supera mai la strategia, negli RTS mediocri, tutte le peculiarità vengono frustrate da questo agire.
La soluzione Paraworldiana è rappresentata da una geniale piramide evolutiva: un massimo di 52 unità, divise in livelli (5 per la precisione) richiamabili e configurabili con un'utilissima interfaccia posizionata sulla sinistra (l'unico pannello visibile oltre la mappa).
Al grado più basso è possibile controllare 25 unità, al secondo livello saranno solo 15 i blocchi disponibili, poi 8, 3 e infine 1.
Cosa serve tutto ciò? Semplicemente ad avere, in battaglia, la possibilità di scegliere dinamicamente una strategia: se al quinto livello si posizionerà uno dei 3 protagonisti, molteplici saranno i bonus che tutte le unità ai diversi gradi evolutivi acquisteranno.
Promuovere, quindi, serve a plasmare l'esercito secondo le proprie esigenze, e il limite di 52 blocchi rappresenta una valorizzazione strategica importante.
Certo, non abbiamo potuto provare approfonditamente il funzionamento di questa "Idea", ma ci pare sulla carta ottima.
Single e multiplayer
Nel preambolo abbiamo accennato all'ambientazione e la finalità portante di questo RTS, nella lunga sessione di gioco che abbiamo potuto visionare, nella componente single player (dove controlleremo i 3 scienziati intrappolati) saremo coinvolti in un interessante mix di avventura simil RPG e sessioni di RTS puro, alleati con una delle tre tribù presenti nel gioco (si vocifera di una quarta nascosta).
La vicenda c'è parsa svilupparsi fluidamente e con una certa alternanza di situazioni, spesso sfiorando i confini dell'avventura grafica: sono previste circa 22 ore di gioco, una certa cura dell'IA (che è stata per la verità molto intraprendente) e un meccanismo che ci premierà nella missione successiva se avremo la pazienza di completare tutti gli obiettivi secondari.(principalmente con risorse extra)
Quest'ultime, come nei più classici RTS, dovranno essere raccolte dai nostri adepti per poter così costruire nuovi edifici e, di conseguenza, nuove unità.
Il multiplayer, supportato tramite Gamespy, vanterà la possibilità di utilizzare trappole (invisibili al nemico) e selezionare fino a 9 eroi (man mano verranno rivelati nelle missioni single player), oltre la già abbondante selezione di mappe (ne abbiamo contate più di 20).
Il titolo, proprio per bilanciare quest'ultima componente, è stato rimandato a settembre 2006.
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Molto più raro, tranne sparute eccezioni, come l'ottimo Gabriel Knight 3, vedere qualcosa che concretamente trapeli nelle produzioni ludiche, tanto più settoriali come gli RTS (strategici in tempo reale)
Paraworld ci sorprende fin da subito con una profondità narrativa superiore, supportata da un geniale mix di sapori orientali e occulto.
Preambolo
All'inizio del 1800 un matematico, Jarvis Babit, costituì una società segreta atta a investigare la presenza di mondi paralleli fisicamente complementari alla terra conosciuta.
Come un novello Colombo, dopo anni di navigazione riuscì a scoprire un portale dimensionale e costruire un macchinario in grado di calcolare con una certa precisione il manifestarsi di queste porte parallele.
Ancor più sorprendente fu constatare come in "Paraworld" non vi era possibilità di invecchiare, rendendolo una fonte di eterna giovinezza.
L'importanza, però, di questa scoperta, portò 3 scienziati di diverse discipline sulle tracce di questo nuovo priorato di Sion, fino a far luce sulla preziosa scoperta.
Il geologo Anthony Cole, la biologa Stina Holmlund e il fisico Bèla Andàs Benedek furono attratti successivamente in una trappola tesa dal perfido Babit: prigionieri di Paraworld, senza equipaggiamento alcuno saranno costretti a esplorare, allearsi con le società tribali e lottare per ritrovare la via del ritorno a casa.
Ambientazione
A differenza di altri RTS, dove lo stile e il palcoscenico spesso sono semplicemente rappresentazioni passive, Paraworld, nella sua parallela magnificenza, ci propone un curioso mix, secondo noi, riuscitissimo: colori vivi, dinosauri, strutture che richiamano il Giappone feudale, e un alternarsi temporale che ci consente di apprezzare scorci decisamente poetici.
Forse qualcuno obietterà una certa difficoltà ad amalgamare questi fattori tanto diversi, ma basta un'occhiata per fugare qualsivoglia dubbio: sembra palpabile il calore che quelle rappresentazioni tridimensionali sanno suscitare. Certo, in loro soccorso interviene un engine 3D che si fa apprezzare soprattutto per abbondanza di elementi sventolanti e dettaglio (grazie a un sano sfruttamento dei vertex shaders), anche se a dire la verità l'orizzonte visivo poteva essere un po' più esteso.
Il tutto fluidamente gestito, anche con molte unità su schermo, da un semplice portatile dotato, però, di una CPU classe Pentium 4 3.2 Ghz e una Geforce 6 al suo interno (non c'è stato comunicato il quantitativo di ram, ma ipotizziamo 1 GB).
L'ambientazione, oltre al già citato scorrere del tempo (visibile anche dal movimento delle ombre) vanterà cinque zone climatiche caratterizzanti, contribuendo a quel senso di varietà utile a scacciare i demoni della noia.
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Gameplay
Il principale difetto che tutti gli RTS rischiano, necessariamente, di avere, consiste nella tendenza all'infinita produzione di unità: nei prodotti validi questo modus operandi non supera mai la strategia, negli RTS mediocri, tutte le peculiarità vengono frustrate da questo agire.
La soluzione Paraworldiana è rappresentata da una geniale piramide evolutiva: un massimo di 52 unità, divise in livelli (5 per la precisione) richiamabili e configurabili con un'utilissima interfaccia posizionata sulla sinistra (l'unico pannello visibile oltre la mappa).
Al grado più basso è possibile controllare 25 unità, al secondo livello saranno solo 15 i blocchi disponibili, poi 8, 3 e infine 1.
Cosa serve tutto ciò? Semplicemente ad avere, in battaglia, la possibilità di scegliere dinamicamente una strategia: se al quinto livello si posizionerà uno dei 3 protagonisti, molteplici saranno i bonus che tutte le unità ai diversi gradi evolutivi acquisteranno.
Promuovere, quindi, serve a plasmare l'esercito secondo le proprie esigenze, e il limite di 52 blocchi rappresenta una valorizzazione strategica importante.
Certo, non abbiamo potuto provare approfonditamente il funzionamento di questa "Idea", ma ci pare sulla carta ottima.
Single e multiplayer
Nel preambolo abbiamo accennato all'ambientazione e la finalità portante di questo RTS, nella lunga sessione di gioco che abbiamo potuto visionare, nella componente single player (dove controlleremo i 3 scienziati intrappolati) saremo coinvolti in un interessante mix di avventura simil RPG e sessioni di RTS puro, alleati con una delle tre tribù presenti nel gioco (si vocifera di una quarta nascosta).
La vicenda c'è parsa svilupparsi fluidamente e con una certa alternanza di situazioni, spesso sfiorando i confini dell'avventura grafica: sono previste circa 22 ore di gioco, una certa cura dell'IA (che è stata per la verità molto intraprendente) e un meccanismo che ci premierà nella missione successiva se avremo la pazienza di completare tutti gli obiettivi secondari.(principalmente con risorse extra)
Quest'ultime, come nei più classici RTS, dovranno essere raccolte dai nostri adepti per poter così costruire nuovi edifici e, di conseguenza, nuove unità.
Il multiplayer, supportato tramite Gamespy, vanterà la possibilità di utilizzare trappole (invisibili al nemico) e selezionare fino a 9 eroi (man mano verranno rivelati nelle missioni single player), oltre la già abbondante selezione di mappe (ne abbiamo contate più di 20).
Il titolo, proprio per bilanciare quest'ultima componente, è stato rimandato a settembre 2006.
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Paraworld
Paraworld
Ci troviamo di fronte a un titolo dall'interessantissimo potenziale, molto curato graficamente e dal gameplay allettante. Se Sunflowers, gli sviluppatori del gioco, sapranno mantenere quello che in parte hanno mostrato finora, trovando un buon bilanciamento e una longevità adeguata, abbiamo idea che qualche grosso calibro potrebbe dover chinare il capo.