Perimeter
Il genere della strategia in tempo reale, negli ultimi anni, ha avuto modo di esprimersi sotto i più disparati punti di vista. Molte, infatti, sono state le produzioni videoludiche incentrate su questo campo e, di volta in volta, si é assistito a vari tentativi di introdurre nuove idee e modalità di gioco, azione spesso tesa a salvare dall'oblio un genere che ha fatto la storia dei videogiochi per computer ma che, col tempo, ha finito sempre più per scadere in una serie di cloni sempre uguali, arrivando ben presto a stufare i giocatori. Nell'ultimo periodo, fortunatamente, sembra che la situazione stia sensibilmente migliorando e infatti molte delle nuove proposte si pongono in maniera decisamente innovativa: una di queste arriva da uno sviluppatore di origine russa chiamato KD Labs che, con il suo Perimeter, promette nuove sfide ben oltre i consunti schemi che la strategia in tempo reale offre al giorno d'oggi
UN NOME, UN GAMEPLAY
Lo stile di gioco é probabilmente la prima cosa di Perimeter che cattura l'attenzione: le partite non si limitano, infatti, ad una serie di scontri di massa tra i vari schieramenti in gioco, i cari vecchi assalti a ondate tipici dei giochi di strategia degli anni passati. Il giocatore, al contrario, deve articolare la sua azione in funzione di tre ben determinate organizzazioni, ognuna basilare ai fini della buona riuscita di una missione. La prima di queste é denominata "Trust" e, grazie ad essa, é possibile modificare la struttura del terreno a proprio piacimento, in modo da attuare nel migliore dei modi le proprie azioni militari e strategiche. Questa modifica dei territori é gestita dai Brigadieri, le unità che rivestono il ruolo di maggior importanza all'interno di Trust: importante, a questo proposito, il fatto che non sia il giocatore a muovere direttamente queste unità, in quanto il loro operato viene regolato attraverso un'apposita interfaccia. Si passa poi alla "Congregazione", anch'essa di importanza tutt'altro che irrisoria poiché responsabile dell'edificazione dei cosiddetti "perimetri", i campi di forza invalicabili che danno il nome al gioco stesso
UN NOME, UN GAMEPLAY
Lo stile di gioco é probabilmente la prima cosa di Perimeter che cattura l'attenzione: le partite non si limitano, infatti, ad una serie di scontri di massa tra i vari schieramenti in gioco, i cari vecchi assalti a ondate tipici dei giochi di strategia degli anni passati. Il giocatore, al contrario, deve articolare la sua azione in funzione di tre ben determinate organizzazioni, ognuna basilare ai fini della buona riuscita di una missione. La prima di queste é denominata "Trust" e, grazie ad essa, é possibile modificare la struttura del terreno a proprio piacimento, in modo da attuare nel migliore dei modi le proprie azioni militari e strategiche. Questa modifica dei territori é gestita dai Brigadieri, le unità che rivestono il ruolo di maggior importanza all'interno di Trust: importante, a questo proposito, il fatto che non sia il giocatore a muovere direttamente queste unità, in quanto il loro operato viene regolato attraverso un'apposita interfaccia. Si passa poi alla "Congregazione", anch'essa di importanza tutt'altro che irrisoria poiché responsabile dell'edificazione dei cosiddetti "perimetri", i campi di forza invalicabili che danno il nome al gioco stesso