PES 2018
Sono passati 3 anni da quando PES ha fatto il suo debutto sulla nuova generazione. Un triennio utile al team per immagazzinare conoscenza (oltre ai feedback da parte degli utenti) e cercare di portare sulle console di tutti i giocatori un prodotto di qualità e senza compromessi, trasformando PES 2018 in una grandissima chance che il team di sviluppo intende sfruttare.
Questa è la filosofia che si annida all’interno dello sviluppo di PES 2018, e che durante un evento che si è tenuto in quel di Milano, l’assistant producer Kei Masuda, e il Product & Brand Adam Bhatti hanno cercato di trasmetterci.
Un momento di crescita?
Prima di toccare con mano l'ultima fatica del PES Team, Masuda-San ha tenuto una breve presentazione in cui ci ha mostrato alcuni dei punti cardine di questo nuovo episodio. Come spesso accade in questi casi il focus principale è stato messo su quello che avviene sul campo da gioco.
A trarne beneficio sono stati sicuramente i dribbling e la veridicità della prestanza fisica sul campo. Gli sviluppatori hanno analizzato il modo in cui si muovo i giocatori di stazza più imponente e quelli più brevilinei e agili; tutto questo dovrebbe portare ad una maggiore veridicità negli scontri di gioco e nelle situazioni di dribbling vero e proprio, tutto gestito dai due stick analogici. Non è assolutamente da meno il nuovo “real touch+” e l’inedito “full body touch”; nel primo caso ci troviamo davanti ad un miglioramento della caratteristica vista già in passato, con maggiore cura nei dettagli e soprattutto nelle animazioni di controllo. Molto più interessante è invece la nuova variante che porta il giocatore ad usare tutto il corpo come strumento all’interno del gioco, con nuove animazioni che contemplano la testa, lo stomaco e tutte quelle parti del corpo che, in una partita, involontariamente o volontariamente vengono tirate in causa. Tutto questo viene integrato all’interno di una nuova gestione della fisica della palla, per rendere il tutto ancora più realistico e credibile.
Questo ha permesso agli sviluppatori di rivedere anche i calci d’angolo e le punizioni (è sparita la famosa freccia), il calcio d’inizio (ad uno o due giocatori a scelta) e i calci di rigore che sono tornati all’alba della serie, molto simili a come erano quelli su Playstation 2.
Passione da trasmettere
PES, al di là dei suoi alti e bassi, è sempre stato un prodotto piuttosto curato sotto l’aspetto puramente estetico. Anche quest’anno il titolo di Masuda-San continua su questa strada, proponendo volti e emozioni dei calciatori ancora più marcate e curate. Stessa cosa vale per i portieri che oltre a poter godere di nuove animazioni, ora vivranno in maniera più credibile ogni singolo momento della partita. Tutto questo è ovviamente un grande passo avanti sotto l’aspetto dell’immersione, in grado di rendere più credibile ogni singola azione sull’erba di gioco.
Sono però i dettagli a colpirci, come a esempio l’abilità da parte del team di sviluppo di riuscire a ricreare volti dei giocatori credibili, pur non potendo realizzare lo scan 3D, e per dimostrarci tutto questo ci sono stati fatti vedere Zappacosta e Perin, due giocatori importanti per il calcio italiano, ma sicuramente non di primissima fascia in un videogioco. Infine, tutto sarà molto simile alla realtà anche in elementi di contorno al campo da gioco dalle grafiche contenenti le statistiche, passando per la realizzazione degli spogliatoio, sino ad arrivare ad una rinnovata gestione del pubblico. Tutto è stato fatto in modo che il titolo posso davvero trasmettere sensazioni positive, e l’idea che la cura nei dettagli è stata una caratteristica molto importante durate lo sviluppo.
Sul campo
Prima di scendere sul campo di gioco, ci è stato suggerito di “smanettare” nelle opzioni provando stadi differenti dal Camp Nou, con situazioni di meteo differenti. Le squadre a disposizione, purtroppo, non erano molte: Barcellona, Borussia Dortmunt, Atletico Madrid, Liverpool e Brasile. Come ci era stato fatto notare durante la presentazione, abbiamo effettivamente percepito un rallentamento globale dell’azione di gioco. Questo permette ai giocatori di percepire meglio il nuovo sistema di dribbling, ma sopratutto da la possibilità a chi impugna il pad, di gestire al meglio l’azione. Unico neo che abbiamo percepito durante la nostra prova - che ribadiamo, è assolutamente preliminare data la natura del codice - è legato ad una gestione dei contrasti che mostrava qualche sbavatura, e che dovrà sicuramente essere corretta prima dell’arrivo nei negozi.
Affianca alla versione versione console, abbiamo visto anche la versione PC e possiamo confermarmi che ci troviamo davanti ad una vera versione next gen del gioco. Fluido, dettagliato e in 4K. In questa sua incarnazione, PES 2018 è sicuramente tirato a lucido.
Chiudiamo ricordandovi alcune delle novità annunciate durante l’E3 di Los Angeles. All’interno del gioco sarà presente il velocista Usain Bolt come free agent della modalità my club, ma questo sarà possibile solamente prenotando il gioco. Sempre all’interno del gioco ci sarà Diego Armando Maradona, in modo che tutti i giocatori possano godere delle prodezze del “pibe de oro”. Infine, è stata annunciata - per la prima volta nella serie - un beta pubblica che servirà agli sviluppatori per raccogliere ed analizzare dati utili per il net code. Questa beta inizierà il prossimo 20 luglio e finirà il 31 dello stesso mese su PS4 e Xbox One; sarà possibile cimentarsi in sfide 1 contro 1 e nelle nuove 3 contro 3.