Prey

A distanza di qualche settimana dal primo contatto con Prey (qui trovate il nostro hands on) siamo tornati a Londra per mettere le mani su una nuova build del gioco, che ci ha mostrato non solo alcuni cambiamenti, ma anche diverse interessanti novità sul gameplay. Siete pronti a tornare su Talos One? Allora continuate a leggere.

Una base sempre più affascinante

Non è stato molto il tempo che ci è stato concesso su Talos, ma nonostante questo, la scampagnata spaziale è stata sufficiente per poter far nostri alcuni elementi di gameplay che ci hanno regalato l'ennesima sensazione di essere di fronte all’erede spirituale di System Shock 2.

Non abbiamo purtroppo grosse novità sulla componente narrativa, ma in ogni caso vogliamo tenere fede alla promessa che vi abbiamo fatto nello scorso articolo, e lasciare a voi il piacere di scoprire chi siamo e che ruolo ricopriamo all’interno di questa torbida vicenda in cui le creature aliene che stiamo cercando di combattere, ricoprono una posizione più che mai fondamentale. L’unica certezza, e qui la mano di Avellone si sente parecchio, è nella conferma di un sacco di testo scritto e parlato; oltre ai dialoghi tra i protagonisti, saranno i testi e le mail sparse per la base a fare la differenza in termini di conoscenza di quello che ci circonda. La narrazione è infatti fortemente stratificata, e questo significa che starà al giocatore decidere quanto a fondo scavare nelle vicende che hanno portato Talos a diventare un vero e proprio territorio di caccia per i Typhoon.

Superato il discorso narrativo, abbiamo quindi imbracciato la nostra chiave inglese e ci siamo avventurati in uffici e obitori della base. La prima percezione che abbiamo avuto è che il gioco è stato reso più difficile; una calibrazione verso l’alto assolutamente non frustrante, e che al contrario, esalta la componente strategica e ruolistica del gioco.

Non fatevi spaventare da questa nostra affermazione. Prey non è uno di quei prodotti che punta a far sudare sette camice al giocatore, ma piuttosto cerca di dargli diversi strumenti per affrontare una minaccia tutt’altro che banale. Le strade saranno davvero tante e passeranno principalmente dalla tipologia di personalizzazione che decideremo di dare al nostro “pg”.

Potremo optare, ad esempio, per la forza bruta (in quel caso cercate di fare scorsa di munizioni), oppure scegliere un approccio più stealth evitando - quando possibile - i nemici. Non dimenticatevi poi del già citato (in passato) ramo di personalizzazione dedicato all’ingegneria. Grazie a questo potremo, tra le tante cose, riparare torrette e usarle a nostro favore contro gli alieni. Sempre più importante si è invece rivelato il cannone GLOO che oltre a permetterci di bloccare i movimenti snervanti dei Typhoon, si rende estremamente utile anche nell’interazione con l’ambiente. Potremo usarlo per tappare delle falle elettriche, ed evitare che le scariche ci colpiscano, oppure per crearci una scala di fortuna verso punti sopraelevati; fate però attenzione alle munizioni: non sarà così facile trovarne in giro.

Ad ognuno il suo alieno

Torniamo per un attimo a parlavi delle abilità perché, in questa nuova prova su strada, abbiamo finalmente avuto la possibilità di toccare con mano tre nuovi rami di personalizzazione che sbloccheremo grazie ad una nuova modifica che acquisiremo poco dopo l’inizio del gioco. Grazie a questa nuova modifica potremo scannerizzare gli alieni e gli oggetti sensibili. Fare lo scan non solo ci permetterà di conoscere i punti di forza e debolezza dei vari esemplari, ma ci servirà soprattutto per poter sbloccare nuove abilità che ci permetteranno di apprendere dei nuovi poteri alieni. Questi sono molto particolari e, tornando al discorso di poche righe fa, aprono ulteriori possibilità di approccio in termini di gameplay. Una volta sbloccati i rami di personalizzazione potremo potenziarli sempre attraverso le neuromod, mentre nel momento in verranno utilizzati andranno a consumare i PSI (una sorta di barra del mana).

Potremo così lanciare una potente bomba ad area che danneggia tutto quello che incontra nel suo raggio d’azione (noi compresi!), oppure, trasformarci come i mimic in oggetti dell’ambiente che ci circonda, grazie al potere dell’imitazione. Questi poteri, avendoli testati con mano, possiamo dirvi che non solo contribuiscono a rendere ancora più stratificato l’approccio, ma offrono anche la possibilità di risolvere alcuni piccoli enigmi. Occhio però! Utilizzare troppo i poteri alieni ci renderà la base più ostile, in quanto la presenza di "materia" aliena nel nostro corpo non ci fa più riconoscere come umani. Sotto questo aspetto, sarà davvero interessante capire come dovranno essere bilanciate le due cose.

Non bisogno poi scordare che non ci saranno solamente i “piccoli” mimic a metterci i bastoni tra le ruote, ma anche i ben più pericolosi e bipedi Phantom. In questa nostra nuova run abbiamo anche potuto vedere una versione “elettricamente” modificata di queste entità aliene, decisamente più impegnative di quelle base. Nulla da segnalare, al momento, sotto l’aspetto puramente tecnico, eccezione fatta per un fluidità che ci è sembrata decisamente più stabile rispetto alla prima versione.