Prince Of Persia: i due troni

di
Terzo capitolo, due troni, un principe. Tutto scorre liscio come un'operazione aritmetica da prima elementare? Nello scintillare delle scimitarre si riflette però un'oscurità minacciosa, un potere demoniaco che diffonde devastazioni e paralizza con enigmi letali il calamaio si è rovesciato sporcando d'inchiostro la bianca pagina del quaderno. Muniti di astuccio e grembiule, Gabriele Cazzulini e Gamesurf erano seduti nel primo banco per seguire fedelmente la lezione impartita da Ubisoft e dallo zelante Ben Mattes, il Producer di POP3.


COSA CONTA
Le sabbie del tempo sono sempre in agguato anche per POP3, impegnato sul duplice fronte di ribadire la sua supremazia nel gioco d'azione spingendo all'apice della qualità l'intera trilogia principesca. Il travolgente successo di Sands of Time, poi le conferme forse tiepide di Warriors Within, e infine Two Thrones: come far calare il sipario su questa rappresentazione drammatica con un capolavoro?

1. LA STORIA: DUE IN UNO
Il prologo della lezione di Ben Mattes inizia proprio dall'epilogo: invece di un ritorno spossato e smunto dopo una calda luna di miele con Kailina, il nostro principe (che i lettori in attesa di prossimo incanutimento non potranno non paragonare a "er principe" della Roma degli anni d'oro) ritrova letteralmente una Babilonia d'anarchia nella città di cui dovrebbe impugnare saldamente lo scettro. E invece no. Sormontato da soverchie forze, non resta che il sacrificio di Kailina per sprigionare nuovamente i poteri delle sabbie del tempo e del principe, che questa volta non è più solo nella sua lotta. Il segno del male ha piantato nell'animo del principe la sua radice, da cui è cresciuto un alter ego opposto a quello solare e positivo del protagonista. E' il principe nero, il "dark prince" sorto per incanto maligno quando il principe perderà il controllo delle sabbie del tempo cadendone vittima. Da quel momento ci saranno due diversi protagonisti, entrambi giocabili, entrambi fortemente caratterizzati sia visualmente, sia tecnicamente.

2. IL GIOCO: IL TEMPO DELLA MORTE E...
Ecco qui il nocciolo dell'innovazione. Per scoprire il mistero dell'improvvisa devastazione che sta oscurando la vita della sua città, il principe si avvale di un sistema di combattimento ispirato al "free-form" di Warriors Within che però compie un ulteriore salto evolutivo. Speed Kill System è il nome del congegno con cui il principe può effettuare mosse ad alto tasso adrenalinico con cui uccidere chiunque alle spalle e in un colpo solo. Non è una tecnica automatica, quindi il giocatore resta libero di attivarla oppure di ingaggiare un furente duello. Questo è il tratto comune sia al Principe "in chiaro" e "in scuro", ognuno dei quali può performare mosse e stili differenti.


Per spostarsi nella Babilonia infestata dalle truppe del male, il principe si trasforma in uno spider-man ante-litteram che, senza calzamaglia e senza lanciare ragnatele, si arrampica, salta, corre, si lancia a precipizio penzolando da aste, pennoni, cuspidi e guglie.
Ma l'azione non è fatta di sola morte, e così POP3 alterna l'azione di combattimento, vero mainstream della giocabilità, a brevi quanto intense gare dove il principe guida una biga in lotta contro un'altra insomma: uno contro uno al tempo delle mille e una notte. E' più di un intermezzo, perché anche in questa occasione resta attivabile il potere delle sabbie del tempo che si rivelano prodigiose soprattutto nei tratti più contorti e altissima velocità in cui le bighe scorrono come il vento anticipando il tuning di "fast and furious".

3. GRAFICA A COLPO D'OCCHIO
Inquadrature in campo aperto e orizzonte ampio si integrano con i viottoli di una città ricostruita nella sua vitalità e complessità. Gli sfondi renderizzati sono solo un ricordo, adesso è visibile persino la torre di Babele immersa nei fuochi che stanno devastando la città. Lo sforzo artistico di Ubisoft ha portato i suoi uomini a studiare l'urbanistica di Casablanca, le planimetrie del Cairo, le strade di Marrakech. Ma più che mai prevale il senso di totalità che offre questa Babilonia ludica, che trasmette una brutale quanto intensa sensazione di continuità e realismo. I filmati e i livelli provati alla presentazione sembrano correre diretti verso l'alta qualità, senza soste nelle tristi stazioni dei più comuni difetti grafici.

AL SUONO DELLA CAMPANELLA...
Terminata la dotta lezione di Ubisoft, mentre ci rialziamo dai banchi e riponiamo i nostri astucci negli zainetti, l'appetito di trovare sulle nostre mense di redazione una demo o una preview di Prince of Persia: The Two Thrones. Non si respira l'aria stantia della classica clonazione del titolo di successo, perché ci ritroviamo all'ennesima potenza di una formula vincente che però ama il rischio dell'innovazione.
Prince Of Persia: i due troni

Prince Of Persia: i due troni

Terminata la dotta lezione di Ubisoft, mentre ci rialziamo dai banchi e riponiamo i nostri astucci negli zainetti, l'appetito di trovare sulle nostre mense di redazione una demo o una preview di Prince of Persia: The Two Thrones. Non si respira l'aria stantia della classica clonazione del titolo di successo, perché ci ritroviamo all'ennesima potenza di una formula vincente che però ama il rischio dell'innovazione.

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