Prince of Persia: Le sabbie del tempo

di Paolo 'Mr. Ninty' Mulas
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Sul finire degli anni 80 (1989 per l'esattezza), veniva rilasciato sul mercato dall'allora prolifica Broderbund, un titolo destinato ad entrare di diritto nella storia dei videogames. Il suo gameplay semplice ma innovativo, la grafica curatissima (per il periodo, ovviamente) e che proponeva animazioni oggi imputabili al motion capture, lo portarono all'attenzione del grande pubblico che ne decretò il meritato successo. Prince of Persia, questo il titolo del gioco, riusciva ad attirare e coinvolgere il giocatore grazie alle funamboliche azioni del protagonista, impegnato a schivare trappole mortali all'interno di una tipica fortezza mediorientale, nel perenne tentativo di recuperare la sua amata. Quattro anni più tardi usciva l'immancabile seguito (chi è convinto che i sequel siano un fenomeno strettamente contemporaneo avrà di che ricredersi), che però non raggiungeva il successo del predecessore, troppo legato, forse, ad uno stile e ad un gameplay già visto e quindi per niente innovativo. L'ultimo colpo di coda del principe di Persia risale al 1999 quando nel pieno della Tomb Raider mania, i Red Orb enterteinment decidevano di regalare ad uno dei personaggi più famosi della storia videoludica la tanto sospirata terza dimensione, ma le fattezze della signorina Croft, che attiravano in quel periodo il grande pubblico, una certa piattezza di gameplay e un sistema di controllo non proprio perfetto, decreteranno l'insuccesso del gioco, relegando il Principe di Persia nel dimenticatoio.

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Ma come i videogiochi insegnano, così come si muore si può anche rinascere, più forti e più grandi di prima, ed è questo l'intento di Ubisoft, che acquisita la prestigiosa licenza vuole riportarla ai fasti di un tempo. Il gioco ci metterà ancora una volta nei panni di un principe (senza un nome ben definito) che impegnato in battaglia contro un regno nemico, romperà per errore la clessidra che contiene le sabbie del tempo, malefico artefatto che porterà il male a diffondersi pericolosamente nei terreni circostanti, trasformando in orrende e mostruose creature i poveri ed ignari abitanti. Al principe l'oneroso compito di riportare la pace nel suo regno.

Il gioco si presenta come un action adventure in terza persona, che ben amalgama le fasi di azione con quelle di risoluzione degli enigmi. Per quel che riguarda le fasi "action", bisogna riconoscere che ben si adattano alle caratteristiche fisiche del personaggio che ha dalla sua, movenze feline, rapidissime, silenziose e spettacolari, che donano al gioco in alcuni frangenti una sfumatura stealth sulla falsariga di Splinter Cell, che ricordiamo è stato curato dagli stesso studio di sviluppo, gli Ubisoft Montreal. Grande enfasi e cura sarà posta sui combattimenti che si preannunciano tanto spettacolari quanto semplici da effettuare grazie ad un sistema di controllo che appare già ben calibrato e che ben si adatta sia per gli scontri corpo a corpo sia con quelli ad arma bianca. Di grande importanza ali fini del gameplay è il ruolo chiave della "sabbia del tempo", che se posseduta nel quantitativo necessario consentirà al nostro eroe di poter disporre d'alcuni poteri soprannaturali: si potrà combattere nell'ormai inflazionato slow motion, si potrà osservare in modo più dettagliato il mondo circostante sfruttando gli occhi degli uccelli ed infine si potrà tornare indietro nel tempo per porre rimedio a degli errori (ad esempio un salto nel vuoto).