Prince of Persia Spirito Guerriero
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Circa un anno fa l'uscita di "Prince of Persia: le Sabbie del Tempo" portò una ventata di aria fresca a un genere, quello delle avventure, da troppo tempo rappresentato dai titoli targati Tomb Raider. Quello che a primo acchito poteva sembrare uno dei tanti titoli ispirati ai gloriosi nomi del passato (ricordiamo il primo Prince of Persia, uscito nel 1989) al fine di supplire alla carenza di fantasia, si è invece rivelato un ottimo adattamento del genere platform 2D alle esigenze dei giochi odierni, ponendosi un gradino sopra tutti i rivali: nonostante un carisma indubbiamente inferiore a quello della splendida Lara, il Principe è riuscito nell'impresa di farci dimenticare tutte le avventure passate assieme alla bella archeologa, grazie a un sistema di controllo capace di rendere facile e immediato ciò che con Lara era quasi impossibile. Se poi aggiungiamo una grafica davvero riuscita e una storia coinvolgente, capiamo il motivo del successo avuto dal primo capitolo della serie sbarcato sulle console di ultima generazione. Ora è la volta di questo "Pince of Persia: Warrior Within", al quale spetta il difficile compito di bissare il successo del predecessore.
Un sequel d'autore
L'avventura inizia circa un lustro dopo aver lasciato Farah sul balcone del suo palazzo, istante in cui ritroviamo il nostro Principe impegnato a sfuggire da Dahaka, una creatura mitologica persiana, il cui obiettivo è quello di render giustizia al fato togliendo la vita al nostro Principe, reo di aver cambiato il naturale scorrimento del tempo utilizzando le Sabbie del Tempo. Durante le tregue diurne, in cui Dahaka non può operare, il nostro Principe riesce a consultare un saggio, scoprendo l'unico modo per evitare la morte sicura: tornare indietro nel tempo e impedire all'Imperatrice del Tempo la creazione delle Sabbie del Tempo. Ovviamente il viaggio nel tempo non sarà una passeggiata e non si conteranno i nemici che si porranno sul suo cammino. Questa è l'introduzione al gioco e se pensiamo che per ideare la storia è stata chiamata in causa la società di produzione Sekretagent (nota nel settore cinematografico per la creazione di alcune sceneggiature) possiamo capire quanta cura sia stata rivolta alla realizzazione di ogni dettaglio del gioco.
Miglioramenti in corso
Per quanto riguarda la meccanica del gioco, gli sviluppatori hanno ascoltato appieno le poche note negative pronunciate dalla critica nei confronti del prequel, riguardanti in particolare i combattimenti e la longevità del gioco. Per i combattimenti ci si avvale ancora del free form fighting system, il quale ci consente ancora di interagire con gli elementi del fondale durante gli scontri. Questa volta, però, i combattimenti saranno maggiormente godibili, grazie soprattutto a una migliorata AI dei nemici, i quali ad esempio cercheranno di accerchiarvi e attaccarvi in gruppo, mettendovi in seria difficoltà. Tuttavia avranno pane per i loro denti, in quanto il nostro Principe ora è in grado di compiere un maggior numero di mosse, come ad esempio saltare alle spalle di un nemico e utilizzarlo, dopo avergli sottratto l'arma, come scudo umano, oppure decapitarlo con un solo colpo di scimitarra. Sarà anche in grado, inoltre, di brandire o lanciare una seconda arma, grazie alla possibilità di raccogliere quelle lasciate dai nemici sopraffatti. Al fine di elevare ulteriormente il senso di sfida sono stati inseriti anche numerosi boss, nettamente più ostici e impegnativi (quanto gratificanti) da battere, capaci davvero di darvi filo da torcere. Per quanto riguarda la longevità, i programmatori assicurano una durata di 1012 ore prima di vedere i titoli di coda, senza contare le locazioni segrete da sbloccare lungo il vostro peregrinare...
Il Principe degli Anelli
L'impressione, vedendo le ambientazioni e i nemici, è quella che i programmatori si siano ispirati alla saga "Il Signore degli Anelli" per trarre spunto: l'atmosfera più triste e dark, il viaggio verso la tana del nemico al fine di eliminare il problema alla radice, l'aspetto del protagonista (dai lineamenti più maturi) e dei nemici ricordano vagamente le particolarità dei film ispirati ai libri di Tolkien, rendendolo meno fiabesco del precedente e probabilmente dedicato a un pubblico leggermente più adulto. A sottolineare ciò è il sangue visibile nelle scene di decapitazione dei nemici, sconsigliabile ai più impressionabili, che faranno meglio a disabilitarne la presenza selezionando l'apposita opzione. L'aspetto grafico del gioco è splendido, con una cura per i particolari davvero impressionante, così come splendidi sono anche gli effetti luminosi. Il tutto gira a un frame rate di 30 fotogrammi al secondo che, a discapito del numero, rendono il gioco comunque fluido e veloce, a parte alcuni rallentamenti che confidiamo possano essere eliminati nella versione definitiva del gioco.
Squadra vincente non si cambia
Per quanto riguarda la struttura del gioco, invece, non si discosta troppo dal prequel: si tratta di un'avventura che non rinnega la natura del primo Prince of Persia (platform), affiancando ai combattimenti enigmi e fasi di esplorazione, nelle quali dovrete saltare da una piattaforma all'altra sfruttando l'agilità felina del vostro personaggio, le cui abilità saranno apprese mediante un utile tutorial. Tra gli aspetti confermati c'è anche la possibilità di rallentare il corso degli eventi oppure di andare indietro nel tempo, ma questa volta non sarà il pugnale a darci queste possibilità, bensì un medaglione magico. A parte questo dettaglio, si tratta di un'utile possibilità per evitare la frustrazione di dover ripartire dall'ultimo salvataggio a causa di un errore in un passaggio particolarmente difficile (che non mancheranno). Insomma, sembra proprio che i programmatori stiano confezionando un altro capolavoro, sfatando le dicerie che attribuiscono ai sequel maggiore difficoltà nel bissare il successo del predecessore. A questo punto manca solo la consacrazione della recensione. Rimanete sintonizzati su Gamesurf per saperne di più.
Un sequel d'autore
L'avventura inizia circa un lustro dopo aver lasciato Farah sul balcone del suo palazzo, istante in cui ritroviamo il nostro Principe impegnato a sfuggire da Dahaka, una creatura mitologica persiana, il cui obiettivo è quello di render giustizia al fato togliendo la vita al nostro Principe, reo di aver cambiato il naturale scorrimento del tempo utilizzando le Sabbie del Tempo. Durante le tregue diurne, in cui Dahaka non può operare, il nostro Principe riesce a consultare un saggio, scoprendo l'unico modo per evitare la morte sicura: tornare indietro nel tempo e impedire all'Imperatrice del Tempo la creazione delle Sabbie del Tempo. Ovviamente il viaggio nel tempo non sarà una passeggiata e non si conteranno i nemici che si porranno sul suo cammino. Questa è l'introduzione al gioco e se pensiamo che per ideare la storia è stata chiamata in causa la società di produzione Sekretagent (nota nel settore cinematografico per la creazione di alcune sceneggiature) possiamo capire quanta cura sia stata rivolta alla realizzazione di ogni dettaglio del gioco.
Miglioramenti in corso
Per quanto riguarda la meccanica del gioco, gli sviluppatori hanno ascoltato appieno le poche note negative pronunciate dalla critica nei confronti del prequel, riguardanti in particolare i combattimenti e la longevità del gioco. Per i combattimenti ci si avvale ancora del free form fighting system, il quale ci consente ancora di interagire con gli elementi del fondale durante gli scontri. Questa volta, però, i combattimenti saranno maggiormente godibili, grazie soprattutto a una migliorata AI dei nemici, i quali ad esempio cercheranno di accerchiarvi e attaccarvi in gruppo, mettendovi in seria difficoltà. Tuttavia avranno pane per i loro denti, in quanto il nostro Principe ora è in grado di compiere un maggior numero di mosse, come ad esempio saltare alle spalle di un nemico e utilizzarlo, dopo avergli sottratto l'arma, come scudo umano, oppure decapitarlo con un solo colpo di scimitarra. Sarà anche in grado, inoltre, di brandire o lanciare una seconda arma, grazie alla possibilità di raccogliere quelle lasciate dai nemici sopraffatti. Al fine di elevare ulteriormente il senso di sfida sono stati inseriti anche numerosi boss, nettamente più ostici e impegnativi (quanto gratificanti) da battere, capaci davvero di darvi filo da torcere. Per quanto riguarda la longevità, i programmatori assicurano una durata di 1012 ore prima di vedere i titoli di coda, senza contare le locazioni segrete da sbloccare lungo il vostro peregrinare...
Il Principe degli Anelli
L'impressione, vedendo le ambientazioni e i nemici, è quella che i programmatori si siano ispirati alla saga "Il Signore degli Anelli" per trarre spunto: l'atmosfera più triste e dark, il viaggio verso la tana del nemico al fine di eliminare il problema alla radice, l'aspetto del protagonista (dai lineamenti più maturi) e dei nemici ricordano vagamente le particolarità dei film ispirati ai libri di Tolkien, rendendolo meno fiabesco del precedente e probabilmente dedicato a un pubblico leggermente più adulto. A sottolineare ciò è il sangue visibile nelle scene di decapitazione dei nemici, sconsigliabile ai più impressionabili, che faranno meglio a disabilitarne la presenza selezionando l'apposita opzione. L'aspetto grafico del gioco è splendido, con una cura per i particolari davvero impressionante, così come splendidi sono anche gli effetti luminosi. Il tutto gira a un frame rate di 30 fotogrammi al secondo che, a discapito del numero, rendono il gioco comunque fluido e veloce, a parte alcuni rallentamenti che confidiamo possano essere eliminati nella versione definitiva del gioco.
Squadra vincente non si cambia
Per quanto riguarda la struttura del gioco, invece, non si discosta troppo dal prequel: si tratta di un'avventura che non rinnega la natura del primo Prince of Persia (platform), affiancando ai combattimenti enigmi e fasi di esplorazione, nelle quali dovrete saltare da una piattaforma all'altra sfruttando l'agilità felina del vostro personaggio, le cui abilità saranno apprese mediante un utile tutorial. Tra gli aspetti confermati c'è anche la possibilità di rallentare il corso degli eventi oppure di andare indietro nel tempo, ma questa volta non sarà il pugnale a darci queste possibilità, bensì un medaglione magico. A parte questo dettaglio, si tratta di un'utile possibilità per evitare la frustrazione di dover ripartire dall'ultimo salvataggio a causa di un errore in un passaggio particolarmente difficile (che non mancheranno). Insomma, sembra proprio che i programmatori stiano confezionando un altro capolavoro, sfatando le dicerie che attribuiscono ai sequel maggiore difficoltà nel bissare il successo del predecessore. A questo punto manca solo la consacrazione della recensione. Rimanete sintonizzati su Gamesurf per saperne di più.