Pro Evolution Soccer 2010
di
“PES 2010 sarà graficamente più bello, si giocherà meglio e riprodurrà il calcio reale nella maniera più fedele consentita dall'hardware di ultima generazione”. Così recitava il primo comunicato stampa che annunciava lo sviluppo del nuovo appuntamento del calcio secondo Konami, ovvero di quello che secondo lo stesso team di sviluppo avrà il compito di riportare la serie ai fasti del passato dopo due uscite non propriamente all'altezza della situazione.
Dopo le “buone sensazioni” della demo presentata in occasione del GamesCom di Colonia, noi di Gamesurf abbiamo avuto il privilegio -grazie ad Halifax- di mettere le mani sulla versione quasi completa del gioco, in modo da poter verificare quante delle promesse sbandierate a più riprese dal team di Tokyo saranno effettivamente mantenute. Precisiamo fin d'ora che tutte le valutazioni presenti nell'articolo si riferiscono come già detto ad una versione non definitiva del gioco, e che pertanto potrebbero differire da quelle della versione che sarà invece disponibile a partire dal prossimo 22 Ottobre.
Tra i vecchio ed il nuovo
Dal punto di vista prettamente contenutistico Pro Evolution Soccer 2010 pare non discostarsi più di tanto dal suo predecessore, offrendo attraverso un menu completamente rinnovato dalla classica partita di Esibizione alla modalità Master League, passando per le immancabili opzioni Coppa (confermata sia la Champions League che la UEFA League, entrambe assenti in questo codice preview) , Diventa un Mito ed Online, con quest'ultima decisamente più strutturata benché impossibile da testare a causa dell'ovvia assenza di server di gioco ufficiali.
Sebbene il primo impatto con PES 2010 regali un profondo senso di déjà vu (non che sia un male, intendiamoci), é tuttavia sufficiente dare uno sguardo un po' più approfondito alle diverse opzioni di gioco per rendersi conto dello sforzo profuso dal team di sviluppo per introdurre tutta una svariata serie di parametri aggiuntivi, in grado di rinnovare seppur parzialmente l'intero set di modalità disponibili.
Partendo da modalità di gioco tutto sommato “a margine” come l'opzione Esibizione (che propone di volta in volta compagini pescate a caso dall'intero database del gioco) e quella dedicata alla creazione ed alla modifica di squadre e giocatori (con un ventaglio complessivo di opzioni decisamente più ricco e variegato di quanto non fosse nel precedente capitolo della serie.), é infatti possibile apprezzare il lavoro di tuning effettuato dal team di Tokyo su ogni aspetto del gioco, operazione questa ancor più evidente anche in quella che rappresenta il vero cuore pulsante del versante single player di Pro Evolution Soccer 2010, la Master League.
In questo caso specifico Konami ha infatti ben veduto di rivedere completamente il codice alla base della sopraccitata modalità, intervenendo non solo nella gestione tecnico / atletica dei giocatori (alcune caratteristiche tecniche di ogni singolo calciatore potranno essere sbloccate solo attraverso frequenti sessioni di allenamento) e della squadra primavera (per la prima volta alcuni giovanissimi calciatori facenti parte la rosa potranno essere selezionati in funzione dei propri -teorici- parametri di crescita e messi a contratto con stipendi medio bassi), ma anche e soprattutto inserendo, finalmente, la possibilità di disputare sia la UEFA che la Champions League.
Le novità riguardano anche l'aspetto gestionale del gioco, grazie alla possibilità di modificare sia la gestione patrimoniale della squadra (al contrario di quanto succedeva in passato, il denaro espresso in Dollari, Sterline o Euro potrà essere recuperato non solo attraverso la compravendita dei giocatori ed il piazzamento in campionato ma anche grazie gli introiti derivanti dai biglietti venduti allo stadio -parametro che terrà conto della popolarità sia della propria squadra che di quella avversaria- e delle varie sponsorizzazioni) che quella manageriale vera e propria.
In quest'ultimo caso, infatti, come nel più classico dei manageriali di “Scudettiana memoria” sarà possibile affidare alla CPU il compito di gestire “le questioni del campo” e limitare dunque il proprio intervento alla sola gestione strategica dell'incontro. Il tutto, ovviamente, senza rinunciare alle “solite” caratteristiche offerte da tempo immemore dalla Master League, per un risultato finale tanto vario quanto appagante.
Dopo le “buone sensazioni” della demo presentata in occasione del GamesCom di Colonia, noi di Gamesurf abbiamo avuto il privilegio -grazie ad Halifax- di mettere le mani sulla versione quasi completa del gioco, in modo da poter verificare quante delle promesse sbandierate a più riprese dal team di Tokyo saranno effettivamente mantenute. Precisiamo fin d'ora che tutte le valutazioni presenti nell'articolo si riferiscono come già detto ad una versione non definitiva del gioco, e che pertanto potrebbero differire da quelle della versione che sarà invece disponibile a partire dal prossimo 22 Ottobre.
Tra i vecchio ed il nuovo
Dal punto di vista prettamente contenutistico Pro Evolution Soccer 2010 pare non discostarsi più di tanto dal suo predecessore, offrendo attraverso un menu completamente rinnovato dalla classica partita di Esibizione alla modalità Master League, passando per le immancabili opzioni Coppa (confermata sia la Champions League che la UEFA League, entrambe assenti in questo codice preview) , Diventa un Mito ed Online, con quest'ultima decisamente più strutturata benché impossibile da testare a causa dell'ovvia assenza di server di gioco ufficiali.
Sebbene il primo impatto con PES 2010 regali un profondo senso di déjà vu (non che sia un male, intendiamoci), é tuttavia sufficiente dare uno sguardo un po' più approfondito alle diverse opzioni di gioco per rendersi conto dello sforzo profuso dal team di sviluppo per introdurre tutta una svariata serie di parametri aggiuntivi, in grado di rinnovare seppur parzialmente l'intero set di modalità disponibili.
Partendo da modalità di gioco tutto sommato “a margine” come l'opzione Esibizione (che propone di volta in volta compagini pescate a caso dall'intero database del gioco) e quella dedicata alla creazione ed alla modifica di squadre e giocatori (con un ventaglio complessivo di opzioni decisamente più ricco e variegato di quanto non fosse nel precedente capitolo della serie.), é infatti possibile apprezzare il lavoro di tuning effettuato dal team di Tokyo su ogni aspetto del gioco, operazione questa ancor più evidente anche in quella che rappresenta il vero cuore pulsante del versante single player di Pro Evolution Soccer 2010, la Master League.
In questo caso specifico Konami ha infatti ben veduto di rivedere completamente il codice alla base della sopraccitata modalità, intervenendo non solo nella gestione tecnico / atletica dei giocatori (alcune caratteristiche tecniche di ogni singolo calciatore potranno essere sbloccate solo attraverso frequenti sessioni di allenamento) e della squadra primavera (per la prima volta alcuni giovanissimi calciatori facenti parte la rosa potranno essere selezionati in funzione dei propri -teorici- parametri di crescita e messi a contratto con stipendi medio bassi), ma anche e soprattutto inserendo, finalmente, la possibilità di disputare sia la UEFA che la Champions League.
Le novità riguardano anche l'aspetto gestionale del gioco, grazie alla possibilità di modificare sia la gestione patrimoniale della squadra (al contrario di quanto succedeva in passato, il denaro espresso in Dollari, Sterline o Euro potrà essere recuperato non solo attraverso la compravendita dei giocatori ed il piazzamento in campionato ma anche grazie gli introiti derivanti dai biglietti venduti allo stadio -parametro che terrà conto della popolarità sia della propria squadra che di quella avversaria- e delle varie sponsorizzazioni) che quella manageriale vera e propria.
In quest'ultimo caso, infatti, come nel più classico dei manageriali di “Scudettiana memoria” sarà possibile affidare alla CPU il compito di gestire “le questioni del campo” e limitare dunque il proprio intervento alla sola gestione strategica dell'incontro. Il tutto, ovviamente, senza rinunciare alle “solite” caratteristiche offerte da tempo immemore dalla Master League, per un risultato finale tanto vario quanto appagante.