Pro Evolution Soccer 2011
di
Giuseppe Schirru
Cantiere aperto. É questa la definizione che più si confà attualmente alla saga calcistica di casa Konami, sempre più nei panni di una squadra che pare aver perso il bel gioco e ancor più la capacità di concretizzare. Urgono quindi misure drastiche. Il motto “squadra che vince non si cambia” appartiene a un tempo oramai lontano, e per tenere il passo con il calcistico di casa EA l'unica soluzione pare essere quella di reinventarsi, cambiando filosofia di gioco per tentare di colmare un gap oramai imbarazzante. PES 2011 tenta il tutto per tutto, e nella volontà di cambiare tradisce il suo glorioso passato, rimettendosi in discussione in maniera coraggiosa, spavalda, qualcuno direbbe “imprudente”. Ricostruendo le fondamenta, promettendo un gameplay nuovo di pacca che faccia dimenticare le ultime, infelici, uscite sul mercato.
A scanso di equivoci, la volontà di Konami é chiara: reboot della serie. Ottimi propositi, buone speranze, come oramai accade da un lustro a questa parte. Stavolta però, pad alla mano, pare che le intenzioni dei programmatori siano sincere, anche se portano a un'ovvia conclusione che rallegra e in parte intristisce per l'attuale situazione della saga calcistica Konami: la concorrenza affina sempre più un gameplay oramai collaudato, gli uomini al servizio di Shingo “Seabass” Takatsuka si ritrovano a costruire le basi per quello che, nelle intenzioni vorrebbe essere un deciso rinnovamento rispetto al passato, nella pratica potrebbe più probabilmente essere un buon inizio, un trampolino di lancio per un futuro più roseo, e forse nulla più. Ma i giocatori pretendono un prodotto "completo", dei buoni auspici per il futuro se ne fanno ben poco.
Ma vediamo la prova sul campo. Finché non si ha in mano il prodotto finito, il manuale del perfetto recensore predica di non perdere mai l'ottimismo e sperare. Così sia. Fatte le dovute preghiere e scongiuri, salta all'occhio la prima vera e propria novità di PES 2011 che riguarda il sistema di passaggi rinnovato, anzi totalmente ridisegnato in modo da offrire al giocatore in possesso di palla una completa libertà nel passaggio. Potenza (segnalata da apposita e discreta barra posizionata sotto al giocatore) e direzione a 360 saranno ora a piena discrezione del giocatore col pad in mano, a cui si apriranno ora (quantomeno sulla carta) un ventaglio di possibilità maggiore che in passato. L'idea alla base é quella di offrire al player una "libertà" assoluta sul campo di gioco, potendo ora indirizzare la sfera ovunque, con maggiore precisione, e soprattutto in zone del campo in passato irraggiungibili per via dei passaggi automatici.
Quel che appare una banalità é invece una piccola rivoluzione copernicana nel gameplay di PES, tutto sta alla bravura del giocatore nel dosare bene la potenza e indirizzare correttamente la palla. É una novità non da poco, che in pochi istanti avvalora le tesi di chi in passato nelle critiche al prodotto abusava di terminologie come filoguidato. Il primo impatto col gameplay é spiazzante: la velocità di gioco é stata drasticamente ridotta (per quanto, dopo una dozzina d'anni, sia riaffiorata la possibilità di modificarla), i passaggi non giungono al destinatario con precisione chirurgica, i cross alle ortiche, i calciatori appaiono appesantiti, legnosi nei movimenti.
Ne consegue un senso di smarrimento che fortunatamente dura poco, ma é bene precisare che sono doverose non poche partite per prendere confidenza col gameplay, chissà quante per padroneggiarlo a dovere. PES 2011 vuole essere una simulazione calcistica nel vero senso del termine, e a farne le spese é indubbiamente la difficoltà di gioco. Non solo i passaggi, come detto in precedenza, ma anche la difesa del pallone in mezzo al campo o la marcatura di un giocatore sono drasticamente cambiate, tanto che inizialmente si verrà dribblati come birilli e sarà arduo abbozzare qualsivoglia scorribanda con la palla. Difatti la fisica del pallone, ma soprattutto quella dei giocatori in campo é stata rivista e migliorata, aumentando sensibilmente il realismo generale.
Il team di sviluppo ha prestato particolare attenzione agli uno contro uno, migliorando sia l'aspetto difensivo che offensivo. Il difensore ora potrà temporeggiare senza perdere di vista l'avversario in procinto di puntarlo, oppure come in passato potrà contrastarlo fisicamente o anticiparlo, col rischio di andare a vuoto. D'altro canto il giocatore in possesso di palla avrà dalla sua un vasto carnet di finte e possibilità (specie se utilizzando un giocatore tecnicamente dotato), addirittura concatenabili tra di loro come fossero delle combo. Semplificata la loro esecuzione tramite l'utilizzo di L1 e l'analogico destro. Dopo le prime ore di gioco, in attesa della versione definitiva, possiamo dire che l'ottimismo é alto, per quanto rimangano alcuni dubbi e perplessità, a cominciare da una difficoltà di gioco che farà storcere il naso a più d'uno e delle routine d'intelligenza dei giocatori non sempre impeccabili.
É vero che un titolo difficile da padroneggiare a dovere doni sulla lunga distanza maggiori soddisfazioni, ma non é altrettanto vero che a una maggiore difficoltà di gioco corrisponda automaticamente una maggiore profondità dello stesso, fattore che imprescindibilmente si richiede a una simulazione calcistica che si rispetti. Se é vero che Dio é nei dettagli, é altrettanto vero che sono i dettagli in campo a fare la differenza tra uno sportivo che si rispetti o meno, e che in tal senso saranno doverose parecchie ore di beta testing per limare le imperfezioni sparse nei meandri del codice.
Inutile dire che solo testando a lungo la versione definitiva del prodotto potremo constatarne la bontà o meno, e ben poco senso ha citare alcune imperfezioni che si spera vengano corrette, come giocatori inebetiti dinnanzi alla palla, portieri indegni di militare nelle giovanili del Forlimpopoli e quant'altro. Tecnicamente il prodotto é stato migliorato grazie a una pletora di animazioni inedite, un look generale ben più sfizioso, una miglior realizzazione dei modelli poligonali ed effetti speciali vari annessi e connessi. Scongiurati cali di frame rate anche nelle azioni più rocambolesche. Diciamo un discreto passo in avanti che farà felice gli esteti. Per quanto concerne il contorno le novità non mancano e tra tutte spunta la possibilità di affrontare la Master League online, alcune nuove licenze, una telecamera dinamica inedita (davvero gradevole) e quant'altro. Ma il contorno alla fine poco ci interessa. Il calcio si gioca in campo, undici contro undici.
A scanso di equivoci, la volontà di Konami é chiara: reboot della serie. Ottimi propositi, buone speranze, come oramai accade da un lustro a questa parte. Stavolta però, pad alla mano, pare che le intenzioni dei programmatori siano sincere, anche se portano a un'ovvia conclusione che rallegra e in parte intristisce per l'attuale situazione della saga calcistica Konami: la concorrenza affina sempre più un gameplay oramai collaudato, gli uomini al servizio di Shingo “Seabass” Takatsuka si ritrovano a costruire le basi per quello che, nelle intenzioni vorrebbe essere un deciso rinnovamento rispetto al passato, nella pratica potrebbe più probabilmente essere un buon inizio, un trampolino di lancio per un futuro più roseo, e forse nulla più. Ma i giocatori pretendono un prodotto "completo", dei buoni auspici per il futuro se ne fanno ben poco.
Ma vediamo la prova sul campo. Finché non si ha in mano il prodotto finito, il manuale del perfetto recensore predica di non perdere mai l'ottimismo e sperare. Così sia. Fatte le dovute preghiere e scongiuri, salta all'occhio la prima vera e propria novità di PES 2011 che riguarda il sistema di passaggi rinnovato, anzi totalmente ridisegnato in modo da offrire al giocatore in possesso di palla una completa libertà nel passaggio. Potenza (segnalata da apposita e discreta barra posizionata sotto al giocatore) e direzione a 360 saranno ora a piena discrezione del giocatore col pad in mano, a cui si apriranno ora (quantomeno sulla carta) un ventaglio di possibilità maggiore che in passato. L'idea alla base é quella di offrire al player una "libertà" assoluta sul campo di gioco, potendo ora indirizzare la sfera ovunque, con maggiore precisione, e soprattutto in zone del campo in passato irraggiungibili per via dei passaggi automatici.
Quel che appare una banalità é invece una piccola rivoluzione copernicana nel gameplay di PES, tutto sta alla bravura del giocatore nel dosare bene la potenza e indirizzare correttamente la palla. É una novità non da poco, che in pochi istanti avvalora le tesi di chi in passato nelle critiche al prodotto abusava di terminologie come filoguidato. Il primo impatto col gameplay é spiazzante: la velocità di gioco é stata drasticamente ridotta (per quanto, dopo una dozzina d'anni, sia riaffiorata la possibilità di modificarla), i passaggi non giungono al destinatario con precisione chirurgica, i cross alle ortiche, i calciatori appaiono appesantiti, legnosi nei movimenti.
Ne consegue un senso di smarrimento che fortunatamente dura poco, ma é bene precisare che sono doverose non poche partite per prendere confidenza col gameplay, chissà quante per padroneggiarlo a dovere. PES 2011 vuole essere una simulazione calcistica nel vero senso del termine, e a farne le spese é indubbiamente la difficoltà di gioco. Non solo i passaggi, come detto in precedenza, ma anche la difesa del pallone in mezzo al campo o la marcatura di un giocatore sono drasticamente cambiate, tanto che inizialmente si verrà dribblati come birilli e sarà arduo abbozzare qualsivoglia scorribanda con la palla. Difatti la fisica del pallone, ma soprattutto quella dei giocatori in campo é stata rivista e migliorata, aumentando sensibilmente il realismo generale.
Il team di sviluppo ha prestato particolare attenzione agli uno contro uno, migliorando sia l'aspetto difensivo che offensivo. Il difensore ora potrà temporeggiare senza perdere di vista l'avversario in procinto di puntarlo, oppure come in passato potrà contrastarlo fisicamente o anticiparlo, col rischio di andare a vuoto. D'altro canto il giocatore in possesso di palla avrà dalla sua un vasto carnet di finte e possibilità (specie se utilizzando un giocatore tecnicamente dotato), addirittura concatenabili tra di loro come fossero delle combo. Semplificata la loro esecuzione tramite l'utilizzo di L1 e l'analogico destro. Dopo le prime ore di gioco, in attesa della versione definitiva, possiamo dire che l'ottimismo é alto, per quanto rimangano alcuni dubbi e perplessità, a cominciare da una difficoltà di gioco che farà storcere il naso a più d'uno e delle routine d'intelligenza dei giocatori non sempre impeccabili.
É vero che un titolo difficile da padroneggiare a dovere doni sulla lunga distanza maggiori soddisfazioni, ma non é altrettanto vero che a una maggiore difficoltà di gioco corrisponda automaticamente una maggiore profondità dello stesso, fattore che imprescindibilmente si richiede a una simulazione calcistica che si rispetti. Se é vero che Dio é nei dettagli, é altrettanto vero che sono i dettagli in campo a fare la differenza tra uno sportivo che si rispetti o meno, e che in tal senso saranno doverose parecchie ore di beta testing per limare le imperfezioni sparse nei meandri del codice.
Inutile dire che solo testando a lungo la versione definitiva del prodotto potremo constatarne la bontà o meno, e ben poco senso ha citare alcune imperfezioni che si spera vengano corrette, come giocatori inebetiti dinnanzi alla palla, portieri indegni di militare nelle giovanili del Forlimpopoli e quant'altro. Tecnicamente il prodotto é stato migliorato grazie a una pletora di animazioni inedite, un look generale ben più sfizioso, una miglior realizzazione dei modelli poligonali ed effetti speciali vari annessi e connessi. Scongiurati cali di frame rate anche nelle azioni più rocambolesche. Diciamo un discreto passo in avanti che farà felice gli esteti. Per quanto concerne il contorno le novità non mancano e tra tutte spunta la possibilità di affrontare la Master League online, alcune nuove licenze, una telecamera dinamica inedita (davvero gradevole) e quant'altro. Ma il contorno alla fine poco ci interessa. Il calcio si gioca in campo, undici contro undici.
Pro Evolution Soccer 2011
Pro Evolution Soccer 2011
Reboot. Konami si decide finalmente a fare sul serio, proponendo un capitolo di PES più lento, più ragionato, più difficile da domare, ricco di novità a livello di gameplay e dalle spiccate velleità simulative. Qualche dubbio é lecito: dopo un così radicale stravolgimento delle meccaniche di gioco, attendersi la perfezione dalla prima uscita é quasi utopia. L'unica é davvero quella di toccarsi le pudende e sperare che tutto vada per il verso giusto.