Pro Evolution Soccer
La fluidità dello scrolling peraltro aiuta ad apprezzare maggiormente un comparto, quello delle animazioni appunto, che non teme confronti, arricchito com'è da colpi di classe continui. Gli stop a seguire in particolare sembrano presi direttamente da una vera partita di calcio: commenti unanimi di approvazione si sono susseguiti in sala stampa con incredibile regolarità e ad ogni azione, a sottolineare una soddisfazione di fondo che solo il titolo Konami poteva destare. Rileviamo, per concludere, l'eliminazione dell'effetto scalettatura che in effetti minava il giudizio visivo della versione giapponese, realizzando una conversione tecnicamente ineccepibile
IL VERDE CAMPO
Nonostante l'ottimo livello grafico raggiunto, dove Pro Evolution Soccer deve dimostrare quello che vale davvero rimane nel comparto giocabilità, nell'impatto simulativo
I cambiamenti rispetto al predecessore in formato PSOne ci sono e sono evidenti fin dalle prime battute di gioco, tanto da dare l'impressione di giocare effettivamente un titolo ben diverso, nonostante la versione da noi provata non fosse quella definitiva pronta per essere venduta
Benchè le procedure di editing della formazione siano rimaste sostanzialmente invariate, sul campo le cose cambiano sensibilmente. Si nota subito infatti come i movimenti e le posizioni dei giocatori non corrispondano a quanto fino ad ora giocato sul 32 bit Sony, causando nei primi approcci uno spaesamento peraltro aumentato dall'inedita veste grafica. Bisognerà insomma giocare qualche partita di collaudo per prendere le misure al campo, ai giocatori, e riuscire ad impostare un'azione veramente efficace e dal senso compiuto. Si nota, in particolare, una lotta ancora maggiore a centrocampo, causata prevalentemento da un diverso tempo di reazione dei giocatori, non più standardizzato ma dipendente dalle situazioni in cui il giocatore stesso si trova a stoppare il pallone
Lo stop, in effetti, diventa una delle chiavi di tutto il gioco, rendendosi difficoltoso nel momento in cui il giocatore si trova in corsa e improvvisamente costretto a fermarsi per recuperare la sfera da gioco. In questi casi fermare il pallone in maniera precisa sarà assai difficile, e prerogativa soltanto di alcuni giocatori dotati di un maggior controllo di palla: in sostanza bisognerà valutare per bene la posizione e il movimento del giocatore in funzione del passaggio di arrivo, quindi decidere se convenga stoppare il pallone o, verosimilmente, tentare un passaggio di prima. Insomma, un ruolo predominante avrà l'eventuale sbilanciamento del corpo del calciatore, circostanza che renderà difficile performare una qualsiasi azione che richieda una certa precisione
IL VERDE CAMPO
Nonostante l'ottimo livello grafico raggiunto, dove Pro Evolution Soccer deve dimostrare quello che vale davvero rimane nel comparto giocabilità, nell'impatto simulativo
I cambiamenti rispetto al predecessore in formato PSOne ci sono e sono evidenti fin dalle prime battute di gioco, tanto da dare l'impressione di giocare effettivamente un titolo ben diverso, nonostante la versione da noi provata non fosse quella definitiva pronta per essere venduta
Benchè le procedure di editing della formazione siano rimaste sostanzialmente invariate, sul campo le cose cambiano sensibilmente. Si nota subito infatti come i movimenti e le posizioni dei giocatori non corrispondano a quanto fino ad ora giocato sul 32 bit Sony, causando nei primi approcci uno spaesamento peraltro aumentato dall'inedita veste grafica. Bisognerà insomma giocare qualche partita di collaudo per prendere le misure al campo, ai giocatori, e riuscire ad impostare un'azione veramente efficace e dal senso compiuto. Si nota, in particolare, una lotta ancora maggiore a centrocampo, causata prevalentemento da un diverso tempo di reazione dei giocatori, non più standardizzato ma dipendente dalle situazioni in cui il giocatore stesso si trova a stoppare il pallone
Lo stop, in effetti, diventa una delle chiavi di tutto il gioco, rendendosi difficoltoso nel momento in cui il giocatore si trova in corsa e improvvisamente costretto a fermarsi per recuperare la sfera da gioco. In questi casi fermare il pallone in maniera precisa sarà assai difficile, e prerogativa soltanto di alcuni giocatori dotati di un maggior controllo di palla: in sostanza bisognerà valutare per bene la posizione e il movimento del giocatore in funzione del passaggio di arrivo, quindi decidere se convenga stoppare il pallone o, verosimilmente, tentare un passaggio di prima. Insomma, un ruolo predominante avrà l'eventuale sbilanciamento del corpo del calciatore, circostanza che renderà difficile performare una qualsiasi azione che richieda una certa precisione