Project Snowblind
di
Luca Gambino
Le prime informazioni di Project Snowblind risalgono allo scorso E3, quando Eidos lo presentò come spin-off di quel capolavoro RPG che risponde al nome di Deus Ex. Il titolo sviluppato dalla Crystal Dynamics doveva infatti portare sul piano di action shooter, l'universo di JC Denton e soci, trasformando in realtà il sogno di tutti coloro fossero rimasti affascinati dalla classica ambientazione cyberpunk, ma che non sono riusciti a digerire l'impostazione (sebbene non rigidissima), RPGistica dell'ultimo titolo della storia della Ion Storm (curioso notare come una parte dei dipendenti di Ion Storm siano finiti proprio in Crystal Dynamics, attualmente impegnata nello sviluppo del nuovo episodio di Tomb Raider). Di quel progetto , in realtà, è rimasto veramente pochissimo, visto che Project Snowblind ha abbandonato parzialmente le intenzioni originali, sviluppando in proprio un'universo ludico più che credibile che troviamo a fare da sfondo al titolo che Gamesurf ha potuto testare nella sua incarnazione americana. L'ultimo pargolo di Eidos sarà ambientato nell'Hong Kong del 2065, mettendovi nei panni di Nathan Frost, tenente della Liberty Coalitation, impegnata nella lotta ad un gruppo terroristico che non solo si è impossessata della capitale nipponica, ma che sta progettando lo sviluppo di una terribile arma, chiamata appunto "Project Snowblind". Dopo la primissima fase di gioco, il nostro protagonista verrà ferito gravemente dal fuoco nemico e sarà proprio a questo punto che PS prenderà veramente forma, perché il tenente Frost verrà sottoposto a svariati interventi chirurgici che modificheranno la sua struttura fisica, grazie ai nuovi biomeccanismi di cui verrà dotato. Una storia, che in parte, ricorda il "Robocop" di Paul Verehoven, dato che anche Frost, verrà riutilizzato dalla Liberty Coalitation per combattere la minaccia terroristica.
La rinnovata struttura fisica del nostro protagonista gli permetterà di poter accogliere tutta una nuova serie di innesti bio-meccanici molto simili a quelli visti in Deus-Ex, dandogli modo, tra l'altro, di poter vedere tranquillamente al buio, creare a piacimento scudi energetici che lo proteggono dal fuoco nemico e addirittura il poter divenire invisibile per brevi periodo di tempo. Ovviamente tutto questo dispendio energetico dovrà essere gestito parallelamente alla normale barra della salute ed entrambe potranno essere "foraggiate" dal ritrovamento dei particolari bonus sparsi per la mappa. Inutile dire che le peculiarità fisiche di Frost saranno il perno attorno a cui ruoterà l'intero gameplay di Project Snowblind, che si presenta visivamente come un "normale" FPS che trae giovamento proprio dalla profondità di approccio e di trama studiata dalla Crystal Dynamics, al primo titolo dopo il buon episodio della serie Blood Omen: Defiance. I continui upgrade delle potenzialità di Frost rispecchieranno il progredire del livello di difficoltà del gioco che abbina alla forza bruta dei nostri avversari, capaci di riversarsi su di noi in grosse quantità, anche un'intelligenza artificiale di discreta fattura. Oltre a tutto questo, Project Snowblind trae giovamento da un level design che permette di affrontare le situazioni di gioco a seconda delle proprie inclinazioni, dando modo di dare libero sfogo alla capacità distruttiva dell'arsenale del nostro protagonista, piuttosto che aggirare adeguatamente l'ostacolo grazie ai passaggi segreti e derivazioni di cui ogni livello è dotato.
1
Una buona soluzione, a ben guardare, perché alla resa dei conti, Project Snowblind prende le distanze dal marasma di First Person Shooter presenti sul mercato, risultando sicuramente più variegato e profondo. Varietà e profondità di gioco che si rispecchia anche nell'ampio e circostanziato arsenale a nostra disposizione che permetterà in ogni situazione di adottare tattiche d'attacco sempre diverse. Ad affiancare le armi di ordinaria fattura come mitragliatori, fucili di precisione e pistole, troveranno posto anche dispositivi che consentiranno l'hacking "a distanza" dei sistemi di sorveglianza e pistole gravitazionali (niente a che vedere con HL2, tranquilli), che consentiranno lo spostamento di alcuni oggetti sullo schermo. In chiusura del capitolo Gameplay citiamo anche la possibilità, come da consolidata tradizione degli ultimi action games, di poter prendere possesso di alcuni mezzi motorizzati (alcuni anche debitamente armati), anche se questo aspetto del gioco non è stato forse approfondito a dovere.
Tecnicamente Project Snowblind si presenta con referenze di tutto rispetto, grazie soprattutto ad un motore grafico che presenta ottime ambientazioni supportate da texture rifinite e modellazioni poligonali adeguate, sebbene in alcuni momenti il character design denoti qualche calo creativo. Il tutto, corroborato da un motore fisico che sebbene non raggiunga i livelli d'eccellenza dell'Havok, riesce comunque a supportare adeguatamente l'azione di gioco, con movimenti credibili di personaggi e oggetti. Buono anche il sonoro, con musiche contestuali all'azione di gioco e doppiaggi in linea con i personaggi (esattamente l'opposto di quanto accade al 90% dei titoli doppiati in italiano). Project Snowblind si affaccia quindi al mercato italiano, forte di una produzione di tutto rispetto in cui tutti i singoli elementi del gioco sembrano essere stati curati a dovere per formare quel mix di frenetica azione e profondità di gameplay che manca dai nostri schermi da fin troppo tempo.
916
La rinnovata struttura fisica del nostro protagonista gli permetterà di poter accogliere tutta una nuova serie di innesti bio-meccanici molto simili a quelli visti in Deus-Ex, dandogli modo, tra l'altro, di poter vedere tranquillamente al buio, creare a piacimento scudi energetici che lo proteggono dal fuoco nemico e addirittura il poter divenire invisibile per brevi periodo di tempo. Ovviamente tutto questo dispendio energetico dovrà essere gestito parallelamente alla normale barra della salute ed entrambe potranno essere "foraggiate" dal ritrovamento dei particolari bonus sparsi per la mappa. Inutile dire che le peculiarità fisiche di Frost saranno il perno attorno a cui ruoterà l'intero gameplay di Project Snowblind, che si presenta visivamente come un "normale" FPS che trae giovamento proprio dalla profondità di approccio e di trama studiata dalla Crystal Dynamics, al primo titolo dopo il buon episodio della serie Blood Omen: Defiance. I continui upgrade delle potenzialità di Frost rispecchieranno il progredire del livello di difficoltà del gioco che abbina alla forza bruta dei nostri avversari, capaci di riversarsi su di noi in grosse quantità, anche un'intelligenza artificiale di discreta fattura. Oltre a tutto questo, Project Snowblind trae giovamento da un level design che permette di affrontare le situazioni di gioco a seconda delle proprie inclinazioni, dando modo di dare libero sfogo alla capacità distruttiva dell'arsenale del nostro protagonista, piuttosto che aggirare adeguatamente l'ostacolo grazie ai passaggi segreti e derivazioni di cui ogni livello è dotato.
Una buona soluzione, a ben guardare, perché alla resa dei conti, Project Snowblind prende le distanze dal marasma di First Person Shooter presenti sul mercato, risultando sicuramente più variegato e profondo. Varietà e profondità di gioco che si rispecchia anche nell'ampio e circostanziato arsenale a nostra disposizione che permetterà in ogni situazione di adottare tattiche d'attacco sempre diverse. Ad affiancare le armi di ordinaria fattura come mitragliatori, fucili di precisione e pistole, troveranno posto anche dispositivi che consentiranno l'hacking "a distanza" dei sistemi di sorveglianza e pistole gravitazionali (niente a che vedere con HL2, tranquilli), che consentiranno lo spostamento di alcuni oggetti sullo schermo. In chiusura del capitolo Gameplay citiamo anche la possibilità, come da consolidata tradizione degli ultimi action games, di poter prendere possesso di alcuni mezzi motorizzati (alcuni anche debitamente armati), anche se questo aspetto del gioco non è stato forse approfondito a dovere.
Tecnicamente Project Snowblind si presenta con referenze di tutto rispetto, grazie soprattutto ad un motore grafico che presenta ottime ambientazioni supportate da texture rifinite e modellazioni poligonali adeguate, sebbene in alcuni momenti il character design denoti qualche calo creativo. Il tutto, corroborato da un motore fisico che sebbene non raggiunga i livelli d'eccellenza dell'Havok, riesce comunque a supportare adeguatamente l'azione di gioco, con movimenti credibili di personaggi e oggetti. Buono anche il sonoro, con musiche contestuali all'azione di gioco e doppiaggi in linea con i personaggi (esattamente l'opposto di quanto accade al 90% dei titoli doppiati in italiano). Project Snowblind si affaccia quindi al mercato italiano, forte di una produzione di tutto rispetto in cui tutti i singoli elementi del gioco sembrano essere stati curati a dovere per formare quel mix di frenetica azione e profondità di gameplay che manca dai nostri schermi da fin troppo tempo.
Project Snowblind
Project Snowblind
L'ultima creatura della Crystal Dynamics sembra avere tutti i requisiti necessari per centrare il bersaglio grosso. Pur abbandonando l'idea di uno spin off di Deus Ex, Project Snowblind ha mantenuto una profondità di trama e di gameplay di cui onestamente si sente la necessità. Non resta che aspettare la release ufficiale italiana, fissata per il prossimo Marzo (esattamente: 4 Marzo Ps2 11 Marzo PC 18 Marzo Xbox), per poter stilare un giudizio finale.