PSPgo

Arriva in questi giorni anche nei negozi italiani l'ultima nata di casa Sony: parliamo della PSPgo, nuova versione della piccola consolle portatile che, più che sostituirsi, tende ad affiancarsi al modello precedente, destinandosi ad una particolare fetta di mercato, vale a dire quella dell'online-shipping. PSPgo, dicevamo; alla presenza del “go” nel nome sono state date almeno due motivazioni: la prima, più immediata, é il riferimento al verbo inglese “to go” (=andare), in modo da rappresentare la natura “più portatile” della consolle - un po' come a dire che si può andare ovunque con la PSPgo in tasca; la seconda, più sussurrata e maliziosa, é riconducibile al fatto che “go”, in giapponese, significhi 5, nonostante si tratti invece del quarto modello di PSP - ma i Giapponesi sono superstiziosi, e se possono tendono ad evitare di usare il numero 4, che nella loro lingua si pronuncia nello stesso modo di “Morte”.

Tralasciando comunque queste disquisizioni di lana caprina e concentrandoci invece sul prodotto, viene abbastanza naturale il porlo in un contesto evolutivo, prendendo come punto di partenza il primo modello di PSP, e da questo analizzare le migliorie, ma anche gli elementi sacrificati. La prima cosa che colpisce favorevolmente é il peso considerevolmente ridotto: dai 288 grammi della prima PSP (compreso il peso dell'UMD) si é scesi addirittura a 154. Le dimensioni, a pannello chiuso, ammontano appena a 125x67x17, contro gli originali 168x70x20, anche se per ottenere questo risultato é stato ristretto lo schermo di circa mezzo pollice.

Facendo scorrere il pannello, operazione che tra l'altro avvia la consolle se il blocco-tasti é disattivato, l'altezza arriva a 100 e compaiono la croce direzionale, lo stick analogico, i tasti figura, select e start. Il vecchio tasto home, ora identificato dal logo PlayStation (come sul controller PS3) rimane invece accanto allo schermo, così come i due altoparlanti e le spie del Wi-fi e del Bluetooth. L'interruttore scorrevole, comprensivo del succitato blocco-tasti, e l'interruttore wi-fi rimangono, come in precedenza, sui fianchi della struttura, mentre i regolatori del volume e della luminosità sono migrati sul lato superiore, in mezzo ai tasti L ed R: considerando il fatto che tutta questa sezione viene coperta all'apertura del pannello, diventa abbastanza difficoltoso accedervi durante il gioco, ma se utilizzate la macchina come riproduttore multimediale non ci farete molto caso.

Sul dorso fanno lo loro comparsa un paio di cuscinetti di gomma verticali che consentono di poggiare l'apparecchio senza timore di graffiarlo e fungono inoltre da “antiscivolo”: posando senza applicare alcuna forza la PSPgo su un libro dalla copertina rigida, abbiamo dovuto inclinarlo di oltre 45 prima di vedere la macchina scivolare (su un cuscino, naturalmente... i crash-test li lasciamo a siti meno seri). Sul fianco sinistro é presente l'alloggiamento per un eventuale Memory-Stick micro (utile per scambiare salvataggi, ma non indispensabile in quanto la macchina ha 16 Gb di disco onboard) e l'anello per assicurare un laccetto (non presente nella confezione). Infine, nel lato inferiore della struttura trovano posto l'accesso per le cuffie e la porta per il collegamento del cavo USB, necessario anche per ricaricare la batteria.



Quest'ultimo ha costituito per noi una sorta di delusione annunciata: innanzitutto, il fatto che non sia più presente la porta USB standard impedisce di assemblare alcune periferiche studiate per le precedenti versioni della PSP (come la fotocamera o l'Hard-Disc), anche se saranno presenti le controparti “go”; in secondo luogo il cavo é lungo appena 1 metro, col risultato che é molto difficoltoso giocare con la batteria in carica - e non essendo un cavo standard, non é neppure pensabile di rimpiazzarlo con uno più lungo. Questo significa che quando vedrete la spia dell'alimentazione lampeggiare dovrete rassegnarvi a circa due ore di pit-stop (per una ricarica completa); c'é però di buono che potrete ricaricare l'apparecchio anche connettendovi ad un PC, una PS3 o in generale a qualsiasi apparecchio che possieda una porta USB. La batteria é adesso incorporata nella macchina e non é possibile sostituirla.

Accingendoci finalmente a caricare un gioco - scaricato ovviamente dal PSN, dato che la principale peculiarità della PSPgo é quella di non possedere alcun lettore UMD - non possiamo che apprezzare la riduzione di peso, anche se la natura “scorrevole” ci trasmette costantemente una sensazione di fragilità, poco attenuata dalla presenza degli indici posati dietro allo schermo sugli invisibili tasti L ed R. La risposta dei tasti figura e della croce direzionale é egregia, ed é stata sensibilmente incrementata la corsa dello stick analogico, permettendo una maggiore precisione. Quest'ultimo, però, é disgraziatamente migrato verso il centro del sistema, col risultato di non essere più immediatamente raggiungibile come in precedenza, ed anzi obbligando il giocatore a posizioni fortemente asimmetriche nei giochi che ne fanno uso. Sgradevole invece la risposta dei tasti Select e Start, decisamente troppo “incassati” nei loro alloggiamenti.

Esplorando le capacità del sistema al di fuori del gioco, ritroviamo tutte le varie features implementate negli anni nei vari aggiornamenti di PSP, vale a dire l'accesso al PSN (ovviamente) col relativo Information Board, i canali Digital Comics, SensMe, RSS e Radio Internet, l'abilitazione di Skype, il player LocationFree e la riproduzione remota da sistema PS3. Il browser internet ci é tuttavia apparso più rognoso di quello di default, incontrando maggiori problemi di compatibilità con svariati siti (per esempio, nessun problema su Google, ma Yahoo ridotto a minimi termini): sono prevedibili aggiornamenti in questo senso. A tutto questo si aggiunge la presenza di una porta Bluetooth, e quindi la possibilità di interfacciare la macchina alle periferiche relative, come ad esempio auricolari o microfoni. Riabbassando il display con nessun programma in esecuzione comparirà un elegante orologio a lancette, in attesa della riduzione della luminosità e dello spegnimento automatico dello schermo, che giungono dopo pochi minuti - impostazione che tra l'altro é consigliabile regolare qualora giocaste titoli con numerosi filmati.

In sostanza, possiamo dire che questa nuova PSPgo strizzi l'occhio prevalentemente al mercato dei lettori multimediali e dei casual-gamer piuttosto che a quello dei “grandi” titoli: risulta infatti comodissima (molto più pratica dei modelli precedenti) come lettore audio/video, come drive portatile e come passatempo per qualche veloce partita, ma un po' scomoda per sessioni più prolungate, soprattutto per la posizione dei controlli e per la sensazione di “fragilità” a display alzato. Bisogna anche considerare che, sebbene siano presenti molti ottimi titoli “grossi” sul PSN, gran parte del panorama videoludico é ancora ancorato al supporto UMD, e per quanto 16 Gb non siano affatto pochi si rischia di riempirli rapidamente dopo pochi acquisti, specie se si utilizza lo spazio su disco anche per altro materiale.
Ecco perché sin dall'inizio dell'articolo abbiamo considerato come questa PSPgo non sia assolutamente studiata per sostituirsi quanto per affiancarsi alla tradizionale PSP (primo modello, Slim&Lite o 3000 che sia), andando a coprire egregiamente le esigenze di una fascia di utenza differente. Un po' come dire: a ognuno il suo!

PSPgo

PSPgo

Arriva la PSPgo, per la gioia dei casual-gamers, degli amanti della multimedialità portatile e di chi non sopporta di portarsi appresso supporti ottici; meno interessati sicuramente i collezionisti o coloro che trascorrono svariate ore di gioco consecutivamente: questa versione della PSP, da considerarsi non “sostitutiva” ma “complementare” a quella tradizionale, non é certo dedicata a loro. Esaurite queste considerazioni, il prodotto convince appieno per la sua linea, la sua compattezza e leggerezza e per la grande quantità di servizi disponibili, anche se confidiamo che qualche imperfezione possa essere corretta con successivi aggiornamenti del firmware.