Quantum Break
di
Luca Gambino
Presentato in pompa magna nel corso del 2013, Quantum Break é stato uno dei giochi più interessanti, sfuggenti e discussi della line up delle proposte esclusive Microsoft. Un titolo che pur mostrandosi con il contagocce, é sempre stato sulla cresta dell'onda soprattutto grazie alla fiducia che il pubblico nutre nei confronti di Remedy, già autore di autentici capolavori del calibro di Alan Wake e Max Payne. Ora, con il gioco tra le mani da qualche giorno, possiamo approfondire (ma non troppo), cosa si cela dietro Quantum Break, andando a togliere quel velo di mistero che avvolge l'intero progetto.
Partiamo dalle promesse. Due sono i punti di partenza di Quantum Break. Il primo é la manipolazione del tempo. Fin dai primi trailer mostrati e dai video gameplay rilasciati da Remedy, quello di poter piegare il tempo a proprio favore é sempre sembrato l'elemento centrale del gioco. Bloccare il flusso temporale, agire in tranquillità nei confronti di nemici inermi di fronte ai nostri poteri, poter addirittura “riavvolgere il nastro” per poter assistere ad eventi passati o, addirittura, ricostruire elementi dello scenario ormai distrutti, sono prerogative ormai date per scontate dal pubblico.
Il secondo fattore centrale é quello della forte commistione tra il gioco ed elementi invece più cinematografici. Le velleità di Remedy sono quelle di rendere sempre più sottile il confine tra i due media, inserendo all'interno dell'offerta ore e ore di live video con attori in carne e ossa e una qualità di produzione davvero fuori dal normale per un videogioco. Ma se i budget di Microsoft possono permettere di inserire nel cast attori conosciuti al grande pubblico come Shawn Ashmore (X-Men, Fringe), Lance Reddick (Fringe, The Wire) e Dominick Monaghan (Lost, Flash Forward), ben diverso é riuscire a mantenere un equilibrio sostanziale tra gioco e narrazione.
Ma da cosa prende spunto Quantum Break? Come detto in apertura, Quantum Break parla del tempo. Lo spunto narrativo ipotizza che in seguito ad alcuni eventi di cui ovviamente non possiamo e non vogliamo svelarvi, il tempo stia per finire. Letteralmente. Il nostro compito sarà quello di rimediare a questa situazione, sfruttando alcune capacità che sono state acquisite in seguito ad un esperimento non esattamente riuscito (Avete presente Gordon Freeman? Ecco…). Ovviamente ci saranno delle persone che vorranno trarne vantaggio, cercherando di impedirci a tutti i costi di porre rimedio alla situazione in essere, inviandoci un continuo flusso di avversari che cercheranno di osteggiare il nostro cammino lungo la via (temporale) del successo.
Uno spunto affascinante che sicuramente ha messo nelle mani di Remedy diverse possibilità di poter creare un gameplay di spessore, creativo e strutturato. Remedy sarà riuscita nell'intento? Questo ve lo potremo dire solo in sede di recensione. Per ora vi basti sapere che Quantum Break si configura come uno shooter in terza persona piuttosto frenetico dove gli avversari, pur non brillando per una IA eccessivamente sviluppata, si dimostrano in grado di complicarvi la vita quel tanto che basta da costringervi a più riprese ad utilizzare le vostre capacità “temporali”.
Jack, questo il nome del vostro personaggio, potrà avvalersi di alcuni poteri che gli permetteranno di mettere in stasi gli avversi entro un certo raggio per poterli eliminare in comodità, così come avrà modo di crearsi uno scudo energetico per proteggersi dal fuoco avversario, nonché riavvolgere/accelerare il tempo laddove il sistema glielo potrà consentire. Le nostre capacità potranno essere upgradate grazie al Chronon, un elemento che potremo recuperare, sparso per gli ambienti di gioco e che consentirà di estendere/migliorare alcune delle nostre peculiarità acquisite.
Altra promesse mantenuta da Remedy é sulla quantità di narrazione. Quantum Break é un titolo fortemente “story-driven”, dove gli eventi raccontati si intersecano a più riprese con le fasi di gioco e non solo con i classici video realizzati con il motore grafico, ma anche con ottime sequenze in computer grafica e altre direttamente in live action. Il titolo, diviso in 5 atti principali, é infatti inframezzato da 4 episodi di mezz'ora ciascuno, che raccontano come una vera e propria serie TV alcuni retroscena che riguardano gli eventi appena vissuti dal nostro protagonista, andando quindi ad espandere alcuni elementi narrativi appena accennati nelle fasi più action del gioco.
Un espediente sicuramente d'impatto, che coinvolge il giocatore su più livelli e che tenta di “prenderlo per mano” mentre la storia gli scorre accanto. Inoltre nel corso degli eventi, sarete chiamati a fare delle scelte che andranno a variare alcuni elementi dell'avventura, anche se ancora non ci é chiaro se e come questo modificherà invece gli eventi raccontati nei quattro episodi che compongono l'esperienza da TV Show di Quantum Break.
Se quindi il punto di partenza di Quantum Break é sicuramente affascinante e ha messo nelle mani di Remedy tantissimi elementi a cui attingere, non possiamo non sottolineare alcuni dubbi, sorti durante le nostre ore di test. Come detto in precedenza, il gamplay offerto da Remedy é quello di un classico shooter in terza persona e tenendo fede a quelle che sono gli ultimi trend del genere, il nostro Jack potrà a sfruttare a proprio vantaggio un sistema di coperture che gli consentiranno di recuperare la salute persa durante gli scontri (no, non ci sono i medikit).
Ecco, se avete ancora negli occhi le ottime cose viste in The Division dimenticatele in fretta, perché in Quantum Break il sistema di coperture é a metà tra il fallace e l'irritante. Non esiste un tasto che vi faccia “entrare” in copertura, ma il personaggio lo farà automaticamente ogni volta che vi avvicinerete ad un riparo (o ritenuto tale) e quel che é peggio é che sembrerà non essere mai del tutto al sicuro dai colpi avversari. Inoltre manca anche una transizione tra un riparo e l'altro, lasciandovi esposti più del necessario al fuoco nemico. Inoltre non ci hanno convinto nemmeno le possibilità legate alla soluzione dei puzzle ambientali (pochi, in verità) che probabilmente avrebbe meritato un approfondimento superiore rispetto al “riavvolgi il tempo per rimettere in sesto il ponte crollato” che ormai siamo abituati a vedere da Blinx in poi.
Altri dubbi, e anche piuttosto seri, arrivano dalla qualità grafica del gioco che appare inferiore a quanto ci si potrebbe aspettare da una produzione del genere, soprattutto se confrontata con l'altissima qualità della produzione live action, lasciando ai più maliziosi il dubbio che forse si sarebbe dovuta bilanciare meglio l'attenzione spesa verso quest'ultimo elemento, lasciando maggiori risorse al gioco vero e proprio.
Partiamo dalle promesse. Due sono i punti di partenza di Quantum Break. Il primo é la manipolazione del tempo. Fin dai primi trailer mostrati e dai video gameplay rilasciati da Remedy, quello di poter piegare il tempo a proprio favore é sempre sembrato l'elemento centrale del gioco. Bloccare il flusso temporale, agire in tranquillità nei confronti di nemici inermi di fronte ai nostri poteri, poter addirittura “riavvolgere il nastro” per poter assistere ad eventi passati o, addirittura, ricostruire elementi dello scenario ormai distrutti, sono prerogative ormai date per scontate dal pubblico.
Il secondo fattore centrale é quello della forte commistione tra il gioco ed elementi invece più cinematografici. Le velleità di Remedy sono quelle di rendere sempre più sottile il confine tra i due media, inserendo all'interno dell'offerta ore e ore di live video con attori in carne e ossa e una qualità di produzione davvero fuori dal normale per un videogioco. Ma se i budget di Microsoft possono permettere di inserire nel cast attori conosciuti al grande pubblico come Shawn Ashmore (X-Men, Fringe), Lance Reddick (Fringe, The Wire) e Dominick Monaghan (Lost, Flash Forward), ben diverso é riuscire a mantenere un equilibrio sostanziale tra gioco e narrazione.
Promesse mantenute
Ma da cosa prende spunto Quantum Break? Come detto in apertura, Quantum Break parla del tempo. Lo spunto narrativo ipotizza che in seguito ad alcuni eventi di cui ovviamente non possiamo e non vogliamo svelarvi, il tempo stia per finire. Letteralmente. Il nostro compito sarà quello di rimediare a questa situazione, sfruttando alcune capacità che sono state acquisite in seguito ad un esperimento non esattamente riuscito (Avete presente Gordon Freeman? Ecco…). Ovviamente ci saranno delle persone che vorranno trarne vantaggio, cercherando di impedirci a tutti i costi di porre rimedio alla situazione in essere, inviandoci un continuo flusso di avversari che cercheranno di osteggiare il nostro cammino lungo la via (temporale) del successo.
Uno spunto affascinante che sicuramente ha messo nelle mani di Remedy diverse possibilità di poter creare un gameplay di spessore, creativo e strutturato. Remedy sarà riuscita nell'intento? Questo ve lo potremo dire solo in sede di recensione. Per ora vi basti sapere che Quantum Break si configura come uno shooter in terza persona piuttosto frenetico dove gli avversari, pur non brillando per una IA eccessivamente sviluppata, si dimostrano in grado di complicarvi la vita quel tanto che basta da costringervi a più riprese ad utilizzare le vostre capacità “temporali”.
Jack, questo il nome del vostro personaggio, potrà avvalersi di alcuni poteri che gli permetteranno di mettere in stasi gli avversi entro un certo raggio per poterli eliminare in comodità, così come avrà modo di crearsi uno scudo energetico per proteggersi dal fuoco avversario, nonché riavvolgere/accelerare il tempo laddove il sistema glielo potrà consentire. Le nostre capacità potranno essere upgradate grazie al Chronon, un elemento che potremo recuperare, sparso per gli ambienti di gioco e che consentirà di estendere/migliorare alcune delle nostre peculiarità acquisite.
Altra promesse mantenuta da Remedy é sulla quantità di narrazione. Quantum Break é un titolo fortemente “story-driven”, dove gli eventi raccontati si intersecano a più riprese con le fasi di gioco e non solo con i classici video realizzati con il motore grafico, ma anche con ottime sequenze in computer grafica e altre direttamente in live action. Il titolo, diviso in 5 atti principali, é infatti inframezzato da 4 episodi di mezz'ora ciascuno, che raccontano come una vera e propria serie TV alcuni retroscena che riguardano gli eventi appena vissuti dal nostro protagonista, andando quindi ad espandere alcuni elementi narrativi appena accennati nelle fasi più action del gioco.
Un espediente sicuramente d'impatto, che coinvolge il giocatore su più livelli e che tenta di “prenderlo per mano” mentre la storia gli scorre accanto. Inoltre nel corso degli eventi, sarete chiamati a fare delle scelte che andranno a variare alcuni elementi dell'avventura, anche se ancora non ci é chiaro se e come questo modificherà invece gli eventi raccontati nei quattro episodi che compongono l'esperienza da TV Show di Quantum Break.
Dubbi amletici
Se quindi il punto di partenza di Quantum Break é sicuramente affascinante e ha messo nelle mani di Remedy tantissimi elementi a cui attingere, non possiamo non sottolineare alcuni dubbi, sorti durante le nostre ore di test. Come detto in precedenza, il gamplay offerto da Remedy é quello di un classico shooter in terza persona e tenendo fede a quelle che sono gli ultimi trend del genere, il nostro Jack potrà a sfruttare a proprio vantaggio un sistema di coperture che gli consentiranno di recuperare la salute persa durante gli scontri (no, non ci sono i medikit).
Ecco, se avete ancora negli occhi le ottime cose viste in The Division dimenticatele in fretta, perché in Quantum Break il sistema di coperture é a metà tra il fallace e l'irritante. Non esiste un tasto che vi faccia “entrare” in copertura, ma il personaggio lo farà automaticamente ogni volta che vi avvicinerete ad un riparo (o ritenuto tale) e quel che é peggio é che sembrerà non essere mai del tutto al sicuro dai colpi avversari. Inoltre manca anche una transizione tra un riparo e l'altro, lasciandovi esposti più del necessario al fuoco nemico. Inoltre non ci hanno convinto nemmeno le possibilità legate alla soluzione dei puzzle ambientali (pochi, in verità) che probabilmente avrebbe meritato un approfondimento superiore rispetto al “riavvolgi il tempo per rimettere in sesto il ponte crollato” che ormai siamo abituati a vedere da Blinx in poi.
Altri dubbi, e anche piuttosto seri, arrivano dalla qualità grafica del gioco che appare inferiore a quanto ci si potrebbe aspettare da una produzione del genere, soprattutto se confrontata con l'altissima qualità della produzione live action, lasciando ai più maliziosi il dubbio che forse si sarebbe dovuta bilanciare meglio l'attenzione spesa verso quest'ultimo elemento, lasciando maggiori risorse al gioco vero e proprio.
Quantum Break
Quantum Break
Ovviamente é ancora presto per dare un giudizio definitivo su quanto testato in questi pochi giorni. Per ora vi bastino queste poche impressioni che da una parte evidenziano il grandissimo lavoro svolto da Remedy per realizzare un prodotto diverso dai tanti altri che affollano il mercato, spingendo verso una produzione cinematografica per dare al gioco quella spinta giusta per lanciarlo verso un nuovo step evolutivo nell'entertainment. Dall'altro non possiamo non esprimere dei legittimi dubbi sul fatto che probabilmente si sia fatto qualche errore di valutazione nel dosaggio degli elementi, lasciando qualche dubbi proprio nei confronti di chi, banalmente, voglia semplicemente giocare e divertirsi. Il primo Aprile, l'ardua sentenza. Senza scherzi.