Rain
di
Massimiliano Pacchiano
Presentato per la prima volta al Gamescom dell'anno scorso, Rain si é subito distinto per lo stile elegante e per il gameplay singolare. Pubblicato da Japan Studio ma realizzato dal team PlayStation C.A.M.P. (di fatto dei talent-scout del videogioco che tra gli altri hanno realizzato Ecochrome e Tokyo Jungle), questo originale titolo non ha mancato di attirare le attenzioni del popolo videogiocante, nonché qualche perplessità. Infatti i più lungimiranti si chiesero come sarebbe stato possibile rendere giocabile un titolo dove il protagonista é spesso invisibile, dubbio che crucciava anche il sottoscritto. Ed ecco la risposta finalmente tra le nostre mani, visto che abbiamo potuto provare in anteprima alcuni livelli del nuovo titolo Sony.
Rain si presenta come un raffinato ed affascinante erede di Ico, ma con una spruzzatina di Metal Gear Solid. Vestiremo i panni di un bambino costretto a letto da una malattia, il quale decide di uscire dalla sua finestra ma in forma (apparentemente) incorporea. Questa premessa ricorda la trama dello sperimentale Cloud, realizzato da Jenova Chen all'inizio della sua sfolgorante carriera, ben prima di Flower e Journey. Tuttavia anziché librarsi nei cieli della sua immaginazione, il nostro piccolo amico dovrà attraversare una solitaria ed uggiosa città alla ricerca di una bambina intravista dalla finestra, la quale viene inseguita da una misteriosa e terrificante creatura chiamata semplicemente l'Oscuro.
Il fulcro del gameplay é rappresentato dal fatto che il giovane protagonista é totalmente invisibile tranne quando si trova sotto la pioggia, occasione in cui l'acqua sul suo corpo lo fa apparire come una sorta di fantasma semitrasparente. Questa dicotomia visibile/invisibile viene utilizzata prevalentemente per sfuggire alle creature (anch'esse invisibili) che ci danno la caccia, ma non manca di fare da spunto per altre trovate, visive e non, che rendono il gioco estremamente singolare ed affascinante.
Ad esempio, come avevamo previsto, le fasi all'asciutto in cui saremo invisibili saranno decisamente spiazzanti ad un primo impatto, soprattutto se accompagnate da cambi di inquadratura come ad inizio gioco. Non vedere il personaggio che muoviamo é straniante, ma immediatamente ci accorgeremo che egli lascia impronte o sbuffi di polvere sul terreno al suo passaggio. Una volta aguzzata la vista e individuato il nostro effimero avatar, saremo comunque sorpresi e piacevolmente soddisfatti nel vederlo colpire e spostare involontariamente oggetti sul suo cammino: sedie, tavoli o bottiglie si muoveranno e cadranno realisticamente, mostrando quella fisicità che ci viene visivamente negata.
Ma il cuore del gameplay é l'aspetto stealth, dove i luoghi asciutti e riparati dalla pioggia coprono il ruolo che in altri titoli analoghi é assegnato al buio ed alle ombre. Talvolta dovremo persino attirare le creature o farle allontanare da un punto di interesse: ci possono essere diversi modi per farlo, ad esempio nel primo capitolo potremo sfruttare l'acqua in un certo modo (che non sveliamo), per distrarre tali avversari. Non mancano fasi in cui dovremo fuggire da un assalitore seriale (ovvero il già citato Oscuro) e soprattutto momenti platform-puzzle alla Ico nei quali dovremo trovare il modo di avanzare tra salti, piattaforme e piccoli enigmi logici. Ad ogni modo, vista la tendenza di questo genere di titoli, non ci stupiremmo se a gioco avanzato saltassero fuori anche altre meccaniche completamente diverse.
La parte del leone é comunque rappresentata dalla presentazione incredibilmente elegante ed evocativa: la colonna sonora alterna brani originali ad alcuni caposaldi della musica classica, come la stessa Clair De Lune di Debussy (già presente nel trailer ufficiale). Una grafica raffinata e dettagliata ci illustra una grigia città in stile anni '30 dove si muovono figure eteree in cerca del proprio destino: come mai il nostro protagonista é invisibile, e cosa lo aspetta alla fine del suo viaggio verso la sua consimile? Potremo saperlo solo all'uscita del gioco, ovvero il 2 ottobre in esclusiva su PSN.
Rain si presenta come un raffinato ed affascinante erede di Ico, ma con una spruzzatina di Metal Gear Solid. Vestiremo i panni di un bambino costretto a letto da una malattia, il quale decide di uscire dalla sua finestra ma in forma (apparentemente) incorporea. Questa premessa ricorda la trama dello sperimentale Cloud, realizzato da Jenova Chen all'inizio della sua sfolgorante carriera, ben prima di Flower e Journey. Tuttavia anziché librarsi nei cieli della sua immaginazione, il nostro piccolo amico dovrà attraversare una solitaria ed uggiosa città alla ricerca di una bambina intravista dalla finestra, la quale viene inseguita da una misteriosa e terrificante creatura chiamata semplicemente l'Oscuro.
Il fulcro del gameplay é rappresentato dal fatto che il giovane protagonista é totalmente invisibile tranne quando si trova sotto la pioggia, occasione in cui l'acqua sul suo corpo lo fa apparire come una sorta di fantasma semitrasparente. Questa dicotomia visibile/invisibile viene utilizzata prevalentemente per sfuggire alle creature (anch'esse invisibili) che ci danno la caccia, ma non manca di fare da spunto per altre trovate, visive e non, che rendono il gioco estremamente singolare ed affascinante.
Ad esempio, come avevamo previsto, le fasi all'asciutto in cui saremo invisibili saranno decisamente spiazzanti ad un primo impatto, soprattutto se accompagnate da cambi di inquadratura come ad inizio gioco. Non vedere il personaggio che muoviamo é straniante, ma immediatamente ci accorgeremo che egli lascia impronte o sbuffi di polvere sul terreno al suo passaggio. Una volta aguzzata la vista e individuato il nostro effimero avatar, saremo comunque sorpresi e piacevolmente soddisfatti nel vederlo colpire e spostare involontariamente oggetti sul suo cammino: sedie, tavoli o bottiglie si muoveranno e cadranno realisticamente, mostrando quella fisicità che ci viene visivamente negata.
Ma il cuore del gameplay é l'aspetto stealth, dove i luoghi asciutti e riparati dalla pioggia coprono il ruolo che in altri titoli analoghi é assegnato al buio ed alle ombre. Talvolta dovremo persino attirare le creature o farle allontanare da un punto di interesse: ci possono essere diversi modi per farlo, ad esempio nel primo capitolo potremo sfruttare l'acqua in un certo modo (che non sveliamo), per distrarre tali avversari. Non mancano fasi in cui dovremo fuggire da un assalitore seriale (ovvero il già citato Oscuro) e soprattutto momenti platform-puzzle alla Ico nei quali dovremo trovare il modo di avanzare tra salti, piattaforme e piccoli enigmi logici. Ad ogni modo, vista la tendenza di questo genere di titoli, non ci stupiremmo se a gioco avanzato saltassero fuori anche altre meccaniche completamente diverse.
La parte del leone é comunque rappresentata dalla presentazione incredibilmente elegante ed evocativa: la colonna sonora alterna brani originali ad alcuni caposaldi della musica classica, come la stessa Clair De Lune di Debussy (già presente nel trailer ufficiale). Una grafica raffinata e dettagliata ci illustra una grigia città in stile anni '30 dove si muovono figure eteree in cerca del proprio destino: come mai il nostro protagonista é invisibile, e cosa lo aspetta alla fine del suo viaggio verso la sua consimile? Potremo saperlo solo all'uscita del gioco, ovvero il 2 ottobre in esclusiva su PSN.
Rain
Rain
A giudicare dai primi livelli che abbiamo testato, Rain colpisce per la straordinaria atmosfera, per l'eleganza e la raffinatezza della messa in scena. Un'opera dalla grandissima sensibilità che sembra celare dei messaggi per nulla banali. Essere invisibili é forse l'unico modo di essere al sicuro, ma é anche il modo più facile di rimanere soli.
Aspettiamo impazientemente l'uscita del gioco, che sarà disponibile dal 2 ottobre in formato digitale, esclusivamente su PlayStation 3.
Aspettiamo impazientemente l'uscita del gioco, che sarà disponibile dal 2 ottobre in formato digitale, esclusivamente su PlayStation 3.