Rainbow Six 3
di
Domingo "Ding" Chavez approda anche su Ps2, stavolta in una veste differente. Anzi, il vestito cambiato è quello del gioco intero, visto che la Ps2 non ha la potenza di calcolo della console Microsoft e non può fare gli straordinari per far girare alla perfezione quel che l'X-Box gestisce in perfetto surplace. I dati tecnici parlano chiaro e non si può pretendere dalla Ps2 di vincere il GP di Montecarlo quando ha il motore di una 500. La Ubi Soft però gioca bene le sue carte e "aggira" l'ostacolo, cercando di alleggerire il motore grafico e tagliando il superfluo, al fine di raggiungere il miglior risultato possibile. Lodevole, sostanzialmente per due motivi: noi di Gamesurf badiamo più alla sostanza che alla forma, e soprattutto apprezziamo le numerose aggiunte di cui in ogni conversione il publisher francese è prodigo.
La Ubi Soft Shangai Studios, nella sua opera di taglio e cucito ha forse operato la scelta migliore, con una versione "light" del tactical shooter originale, arricchita di un nuovo stage ambientato in Italia (Trieste) e un'IA dei nemici riveduta e corretta. Dopo aver terminato un tutorial che ci spiegherà passo dopo passo tutte le azioni fattibili, saremo pronti per prendere parte alle missioni. Il copione varia a seconda dello stage, con obiettivi che spaziano dal recupero di ostaggi al disinnesco di ordigni esplosivi, con la costante di impersonare Domingo Chavez e di guidare e impartire ordini agli altri tre esponenti della squadra Rainbow. Per questo motivo RS3 entra di diritto nella categoria dei tactical shooter, dove un'azione studiata a tavolino paga sicuramente più di un assalto alla garibaldina, e dove mandare i compagni in avanscoperta è cosa saggia, visto che la morte prematura di un compagno è un rischio calcolato, mentre la nostra comporterà la fine della missione. Non siamo noi la pedina sacrificabile.