Rainbow Six: Siege

di Valerio De Vittorio
Giudicato da molti come una delle sorprese più interessanti dell'E3 2014, Rainbow Six Siege ha stupito imponendosi con una ventata di idee davvero interessanti, dopo una prova pad (o meglio mouse e tastiera) alla mano, é poi sparito nel nulla, fino ad oggi. Il fine settimana scorso, infatti, Ubisoft ha aperto i server per permettere ad un numero ristretto di fortunati di provare una nuova build del gioco, ancora in stato acerbo nello sviluppo, ma dotata già di diverse feature nuove. I vostri redattori preferiti erano tra i privilegiati, permetteteci quindi di raccontarvi la nostra esperienza con uno degli FPS più intriganti dell'anno.



Un FPS veramente next-gen


Del gioco vi parlammo già in occasione del nostro viaggio in quel di Los Angeles l'anno scorso, fate un salto qui se volete ripassare un po' le informazioni note. Riassumendo, Rainbow Six Siege é uno sparatutto in prima persona a squadre, strettamente competitivo e, salvo ripensamenti futuri, esclusivamente multiplayer.

Due team, composti da 5 giocatori, si scontrano sulla mappa, dividendosi tra difensori ed attaccanti. I primi si appostano in un'area nel tentativo di trattenere un ostaggio, i secondi cercheranno invece di recuperarlo. Ovviamente si può vincere anche semplicemente eliminando tutti gli avversari, visto che non é previsto respawn, uno dei molti punti in comune con CounterStrike.
Il gameplay é immediato ma allo stesso tempo profondo e sfaccettato


Il gameplay propone uno schema piuttosto semplice, ma denso di accorgimenti che lo rendono da subito unico ed accattivante. Avviata la partita, si sceglie prima in quale area della mappa iniziare il match. C'é poi una fase preparatoria, in cui i membri del team d'attacco possono controllare un proprio drone per esplorare la mappa, alla ricerca dell'ostaggio da liberare e per osservare la strategia degli avversari. Questi, invece, si devono preoccupare di fortificare la zona selezionata per difendere l'ostaggio e la propria pelle.

Ogni porta può infatti essere sbarrata con dei pannelli, e già da qui si evince come la coordinazione tra i giocatori sia importantissima. Le squadre più affiatate e meglio organizzate, infatti, impareranno presto a gestire al meglio la mappa, costringendo l'assedio in determinate aree, ad esempio, o ingannando gli avversari mettendo fortificazioni dove in realtà non c'é nulla da difendere. Le possibili strategie sono molte, e altrettante le cose che possono andare drammaticamente storte, soprattutto alle prime partite.



Assedio


Scaduto il tempo parte l'assedio. Il gioco é realistico e tattico, non c'é spazio per gli amanti del gameplay à la Call of Duty. Bastano pochi colpi per morire e la balistica delle armi é molto severa, un altro rimando a Counterstrike che Rainbow Six Siege richiama anche nel feeling mouse in pugno. La corsa fa drammaticamente perdere precisione, mentre camminare accucciati é il segreto per cercare di fare poco rumore e sorprendere l'avversario. Ci si può anche sdraiare, per strisciare alle spalle del nemico o pararsi da pericolosissime piogge di proiettili.

Il gameplay offre moltissime possibilità tattiche, partendo dalle classi tra le quali é possibile scegliere, che diversificano i membri dei due team. Oltre all'equipaggiamento, comunque personalizzabile anche se al momento le armi implementate sono pochissime, ogni giocatore sarà dotato di un'abilità speciale e unica. I ruoli sono piuttosto specializzati ed ugualmente importanti per gestire al meglio le diverse fasi, sia in attacco che in difesa.


Rainbow Six Siege é l'FPS che più aspettiamo per quest'anno


Il rilevatore di battito cardiaco ad esempio permette di scovare la presenza del nemico anche attraverso i muri. Ma altrettanto importante sono le cariche esotermiche, che permettono di sfondare le pareti fortificate. Sì perché sappiate che gli ambienti di gioco sono distruttibili; non completamente, per carità, ma a fine match della mappa rimarrà ben poco in piedi. Soprattutto gli sviluppatori hanno lavorato per creare un engine molto preciso nel gestire questa feature, che permette di abbattere intere pareti come fare piccoli buchi, dietro i quali appostarsi per tendere terribili imboscate.

Una caratteristica che non é quindi un mero orpello estetico, ma gioca un ruolo fondamentale nelle dinamiche del gameplay.L'abilità descritta é la risposta alla skill che permette appunto di rinforzare un muro, affiancata da sbarramenti più resistenti di quelli normali di legno, prerogativa di un'altra classe ancora. Un equilibrato gioco di abilità e contro abilità che mantiene profondamente calibrato e sfaccettato il gameplay, tra i più tattici ed al contempo adreanalinici che ci sia mai capitato di provare.



Rainbow Six Alpha


Dovreste esservi fatti un'idea del gameplay di Rainbow Six Siege, che con questa fase Alpha ha cementato le nostre ottime prime impressioni, candidandosi ad FPS più atteso dell'anno, sempre se farà in tempo ad uscire entro il 2015. Il codice é infatti ancora molto acerbo. La componente grafica, ad esempio, é ancora incompleta, con diverse texture mancanti ed animazioni approssimative.
La distruttibilità degli ambienti non é solo un orpello grafico, ma un elemento di gameplay

Lo stesso vale per il codice, ancora denso di bug e problematiche più o meno serie. Nulla di preoccupante e di inaspettato, anche perché gli elementi fondamentali del gameplay funzionano e sono assemblati con grande competenza. Quanto provato ci fa ben sperare, anche in virtù delle due mappe proposte, davvero ben realizzate, studiate a fondo per assecondare lo stile di gioco.

Oltre alla casa, suddivisa su più piani e con varie stanze, accessi multipli e quant'altro, una novità di questa build é la seconda mappa, un aereo stazionato in aeroporto. L'idea é la medesima: troviamo molte aree, dotate di diversi spunti difensivi ed altrettanti ingressi, più o meno esposti.Il titolo Ubisoft comunque rischia grosso. Prima di tutto per la sua natura esclusivamente multiplayer, che non ne faciliterà certamente il posizionamento sul mercato, ed in secondo luogo, il gameplay piuttosto elitario lo potrebbe rendere indigesto a molti, troppi giocatori.

Non é tanto per l'elevato livello di difficoltà, quanto per l'esigenza di essere giocato con un team affiatato di utenti. Rainbow Six Siege é un titolo pensato per squadre organizzate, che comunicano via microfono, giocatori solitari difficilmente troveranno spazio sui server. Questo almeno nella modalità provata, nulla vieta agli sviluppatori di trovare degli escamotage o delle opzioni che amplino lo spettro di utenza.