Rainbow Six Vegas
di
Luca Gambino
In fondo in fondo si tratta sempre di saper dosare bene tutti gli ingredienti, giusto? Anche il piatto più semplice può essere sciapo o immangiabile se il cuoco non ha saputo bilanciare ogni singolo componente. E poco importa quanto pregiati essi siano. E' un po' lo stesso con i videogiochi. Prendi un masterpiece come Ranbow Six su PC, togligli la strategia, inzeppalo d'azione insensata e farraginosa e di colpo ti sembra una cosa completamente diversa, lontanissimo parente del gioco che ti aveva tanto affascinato. Pensi che sia tutto perduto e che il piatto sia completamente da buttare, quando ecco che con un dosaggio ad arte, Ubisoft muove le leve giuste, mixa con sapienza gli elementi di base e ti tira fuori questo Rainbow Six Vegas, giusto in tempo per iniziare con il piede giusto la nuova avventura next gen. Del resto i maghi d'oltralpe ci avevano già deliziato con capolavori del calibro di Ghost Recon 3 e la nuova avventura di Sam Fisher, tanto per far capire che loro la next gen l'avevano già cavalcata alla grande. E adesso, a chiudere il trittico nato dalla geniale penna di Tom Clancy, arriva la parentesi nell'universo del team Rainbow.
Si mettano l'anima in pace i vecchi aficionados delle prime uscite su Pc. L'universo Rainbow ha abbandonato quella strada una volta per tutte, abbracciando una filosofia "fast food" che a questo giro, per quanto veloce e privo di spessore, risulta appagante e convincente. Anche l'incipit non è niente manle. Nel tentativo di liberare un casinò preso letteralmente in ostaggio dal solito braccio terroristico, il team Rainbow viene a conoscenza di un piano ben più grande e diabolico che vorrebbe prendere pieno possesso di tutta la "Città del Peccato". E non saranno Grissom e soci, questa volta, a togliere le castagne dal fuoco agli ignari cittadini di Las Vegas, ma proprio il team Rainbow, capitanati per la prima volta da Logan Keller. La particolare collocazione geografica di questo nuovo capitolo ha permesso ai grafici Ubisoft di calcare la mano sulle potenzialità della console Microsoft, ricreando un ambiente di gioco incredibilmente ricco di effetti scenografici che ricreano alla perfezione (con qualche piccolo ritocco da portare a termine prima dell'uscita definitiva), locazioni non solo credibili ed esteticamente perfette, ma anche modellate attorno ad un gameplay che sebbene risulti ancora da affinare in alcune sue componenti, si distacca notevolmente dal suo più recente passato, risultando sicuramente più gratificante per gli appassionati di Tactical Shooter.
La formula è un po' la stessa già vista su console. Siete al comando di uno sparuto gruppo di specialisti (due, in questo caso) e sarete chiamati a sbrogliare missioni di varia natura. Dal classico recupero di ostaggi, fino al ritrovamento di dati sensibili, in un "collage" di missioni che formeranno una trama complessa e ben strutturata, nel pieno rispetto delle leggi non scritte che regolano questa tipologia di giochi fin dalla loro prima apparizione. Vi sarà dato modo, ovviamente, di comandare i vostri sottoposti tramite semplici ordini impartiti tramite il pad (pare che Ubisoft abbia abbandonato per sempre l'attivazione vocale dei vostri voleri). Anche se allo stato attuale dello sviluppo c'è ancora qualche bug nell'intelligenza artificiale dei vostri compagni di team (che spesso tendono ad impallare la vostra linea di tiro), è da rimarcare come Ubisoft si sia prodigata parecchio per rendere più ardua la vita al giocatore di turno, focalizzando i propri sforzi proprio sull'intelligenza artificiale, in special modo quella avversaria. Al contrario di quanto visto nelle ultime uscite del team Rainbow, gli avversari tendono ad essere maggiormente attivi e precisi nel rispondere al fuoco, ben lontani da quello status di "bersagli mobili" che avevano ricoperto nelle ultime apparizioni.
Per cui, sebbene la pianificazione strategica sia stata totalmente abolita anche questa volta, è necessario mantenere costantemente un basso profilo e un'attenta ponderazione degli eventi, per riuscire a giocare con un certo profitto. Stare accucciati, avanzare lentamente tra i tavoli da gioco, impartire gli ordini corretti ai propri compagni di team sarà la struttura portante di tutto il gameplay di Vegas, riportando in auge quel pizzico di tattica necessaria per aumentare l'attrattiva di un titolo che fa dell'immedesimazione uno dei suoi punti di forza. In questo senso, il team Montreal ha lavorato non poco sulla giocabilità vera e propria, andando ad incidere positivamente su alcuni elementi che anche in Ghost Recon 3 avevano lasciato qualche perplessità. La possibilità di trovare riparo praticamente dietro qualsiasi superficie liscia per poi scorgersi e centrare direttamente il nemico è un'operazione rivista praticamente da zero e ben differente da quanto visto in GR3. Tramite la pressione del trigger sinistro, il personaggio si appoggerà alla superficie "switchando" in questo modo la telecamera in terza persona. A questo punto le soluzioni potranno essere sostanzialmente due. La prima è quella, tramite lo stick sinistro, di muovere il cursore/mirino per effettuare un fuoco di soppressione, utile per costringere gli avversari al riparo forzato, ma ovviamente poco preciso, oppure azionare lo stick destro e scorgersi tramite una visuale a tre quarti per eliminare il bersaglio con un maggiore precisione di tiro a scapito della vostra incolumità. Ottimo anche l'arsenale a nostra disposizione che vede l'utilizzo non solo delle armi messe a disposizioni dal nostro comando, ma anche quelle dei nostri avversari abbattuti. Come da tradizione potremo munire le armi con il silenziatore o decidere la frequenza della raffica, adattando quindi la configurazione delle nostre armi a seconda della situazione richiesta. Efficace anche l'utilizzo dell'equipaggiamento a nostra disposizione. Granate di varia natura (a frammentazione e flashbang, o lo stesso gas lacrimogeno per esempio), saranno utilissime per rendere inoffensivo il nemico, specialmente in situazioni con ostaggi inermi. Integrato, ovviamente, anche un comparto multiplayer di tutto rispetto, incentrato su nuove modalità (su tutte quella denominata "attacco e difesa") e sulla possibilità di creare un avatar "persistente" potendo anche sfruttare le potenzialità della Live Cam e donando al personaggio virtuale le vostre fattezze.
A questa prima occhiata, seppure approfondita grazie ai numerosi livelli integrati nel codice preview, possiamo dire che con qualche ulteriore limatura dell'ultimo minuto, Rainbow Six Vegas potrebbe rivelarsi la sorpresa dell'anno. La produzioni Ubisoft ritrova, dopo qualche esperimento poco riuscito, la sacra via del tactical shooter, dimostrando di aver finalmente preso le misure all'universo console riuscendo a cucirgli addosso un tactical shooter fatto realmente "su misura".
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Si mettano l'anima in pace i vecchi aficionados delle prime uscite su Pc. L'universo Rainbow ha abbandonato quella strada una volta per tutte, abbracciando una filosofia "fast food" che a questo giro, per quanto veloce e privo di spessore, risulta appagante e convincente. Anche l'incipit non è niente manle. Nel tentativo di liberare un casinò preso letteralmente in ostaggio dal solito braccio terroristico, il team Rainbow viene a conoscenza di un piano ben più grande e diabolico che vorrebbe prendere pieno possesso di tutta la "Città del Peccato". E non saranno Grissom e soci, questa volta, a togliere le castagne dal fuoco agli ignari cittadini di Las Vegas, ma proprio il team Rainbow, capitanati per la prima volta da Logan Keller. La particolare collocazione geografica di questo nuovo capitolo ha permesso ai grafici Ubisoft di calcare la mano sulle potenzialità della console Microsoft, ricreando un ambiente di gioco incredibilmente ricco di effetti scenografici che ricreano alla perfezione (con qualche piccolo ritocco da portare a termine prima dell'uscita definitiva), locazioni non solo credibili ed esteticamente perfette, ma anche modellate attorno ad un gameplay che sebbene risulti ancora da affinare in alcune sue componenti, si distacca notevolmente dal suo più recente passato, risultando sicuramente più gratificante per gli appassionati di Tactical Shooter.
La formula è un po' la stessa già vista su console. Siete al comando di uno sparuto gruppo di specialisti (due, in questo caso) e sarete chiamati a sbrogliare missioni di varia natura. Dal classico recupero di ostaggi, fino al ritrovamento di dati sensibili, in un "collage" di missioni che formeranno una trama complessa e ben strutturata, nel pieno rispetto delle leggi non scritte che regolano questa tipologia di giochi fin dalla loro prima apparizione. Vi sarà dato modo, ovviamente, di comandare i vostri sottoposti tramite semplici ordini impartiti tramite il pad (pare che Ubisoft abbia abbandonato per sempre l'attivazione vocale dei vostri voleri). Anche se allo stato attuale dello sviluppo c'è ancora qualche bug nell'intelligenza artificiale dei vostri compagni di team (che spesso tendono ad impallare la vostra linea di tiro), è da rimarcare come Ubisoft si sia prodigata parecchio per rendere più ardua la vita al giocatore di turno, focalizzando i propri sforzi proprio sull'intelligenza artificiale, in special modo quella avversaria. Al contrario di quanto visto nelle ultime uscite del team Rainbow, gli avversari tendono ad essere maggiormente attivi e precisi nel rispondere al fuoco, ben lontani da quello status di "bersagli mobili" che avevano ricoperto nelle ultime apparizioni.
Per cui, sebbene la pianificazione strategica sia stata totalmente abolita anche questa volta, è necessario mantenere costantemente un basso profilo e un'attenta ponderazione degli eventi, per riuscire a giocare con un certo profitto. Stare accucciati, avanzare lentamente tra i tavoli da gioco, impartire gli ordini corretti ai propri compagni di team sarà la struttura portante di tutto il gameplay di Vegas, riportando in auge quel pizzico di tattica necessaria per aumentare l'attrattiva di un titolo che fa dell'immedesimazione uno dei suoi punti di forza. In questo senso, il team Montreal ha lavorato non poco sulla giocabilità vera e propria, andando ad incidere positivamente su alcuni elementi che anche in Ghost Recon 3 avevano lasciato qualche perplessità. La possibilità di trovare riparo praticamente dietro qualsiasi superficie liscia per poi scorgersi e centrare direttamente il nemico è un'operazione rivista praticamente da zero e ben differente da quanto visto in GR3. Tramite la pressione del trigger sinistro, il personaggio si appoggerà alla superficie "switchando" in questo modo la telecamera in terza persona. A questo punto le soluzioni potranno essere sostanzialmente due. La prima è quella, tramite lo stick sinistro, di muovere il cursore/mirino per effettuare un fuoco di soppressione, utile per costringere gli avversari al riparo forzato, ma ovviamente poco preciso, oppure azionare lo stick destro e scorgersi tramite una visuale a tre quarti per eliminare il bersaglio con un maggiore precisione di tiro a scapito della vostra incolumità. Ottimo anche l'arsenale a nostra disposizione che vede l'utilizzo non solo delle armi messe a disposizioni dal nostro comando, ma anche quelle dei nostri avversari abbattuti. Come da tradizione potremo munire le armi con il silenziatore o decidere la frequenza della raffica, adattando quindi la configurazione delle nostre armi a seconda della situazione richiesta. Efficace anche l'utilizzo dell'equipaggiamento a nostra disposizione. Granate di varia natura (a frammentazione e flashbang, o lo stesso gas lacrimogeno per esempio), saranno utilissime per rendere inoffensivo il nemico, specialmente in situazioni con ostaggi inermi. Integrato, ovviamente, anche un comparto multiplayer di tutto rispetto, incentrato su nuove modalità (su tutte quella denominata "attacco e difesa") e sulla possibilità di creare un avatar "persistente" potendo anche sfruttare le potenzialità della Live Cam e donando al personaggio virtuale le vostre fattezze.
A questa prima occhiata, seppure approfondita grazie ai numerosi livelli integrati nel codice preview, possiamo dire che con qualche ulteriore limatura dell'ultimo minuto, Rainbow Six Vegas potrebbe rivelarsi la sorpresa dell'anno. La produzioni Ubisoft ritrova, dopo qualche esperimento poco riuscito, la sacra via del tactical shooter, dimostrando di aver finalmente preso le misure all'universo console riuscendo a cucirgli addosso un tactical shooter fatto realmente "su misura".