Red Dead Redemption

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I primi anni del ventesimo secolo sono ricordati come anni di transizione. In quel periodo gli Stati Uniti d'America preparano la massiccia industrializzazione che li porterà a diventare una delle nazioni più importanti del mondo. Invenzioni fondamentali per il progresso dell'umanità come il telegrafo, ma soprattutto il grande sviluppo della ferrovia, accorciano notevolmente le distanze tra le coste, spostando gli interessi di Washington verso occidente, verso il sempre meno far (distante) west. Anni di colonizzazione selvaggia e di scarso interesse governativo hanno però trasformato il sogno di molti pionieri in un incubo fatto di miseria, ingiustizia sociale e violenza. Nasce così il Bureau, un'agenzia governativa simile alla moderna FBI, il cui unico scopo é quello di assicurare alla giustizia i fuorilegge che terrorizzano la popolazione ed impediscono la convivenza civile. Il giovane John Martson era uno di questi fuorilegge, ha rapinato ed ucciso, ha vissuto al di sopra della legge e ne ha pagato il prezzo. Oggi é una persona nuova e, come i tanti antieroi che nel nostro immaginario popolano il far west, cerca di viverla in pace.

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Le gravi difficoltà che il Bureau incontra nella lotta al crimine, però, sconvolgeranno la tranquilla esistenza di John, che sotto la minaccia di un nuovo processo, dovrà lavorare per l'agenzia assicurando i suoi vecchi amici alla giustizia. Questa caccia agli uomini gli farà cambiare opinione sull'America il Bureau ed i suoi amici, perché nel far west ciò che sembra giusto diventa sbagliato e viceversa. A grandi linee e questo l'incipit su cui si svilupperà la trama di “Red Dead Redemption”, nuovo sandbox games sviluppato dai ragazzi di Rockstar Games e seguito dell'apprezzato “Red Dead Revolver”, titolo uscito qualche anno fa sulla passata generazione di console. La differenza fondamentale tra questo progetto e l'acclamato “Grand Theft Auto IV” é il contesto in cui si incastreranno le meccaniche di gioco. Se in “Grand Teft Auto” é la città stessa, con le sue vie trafficate ed i suoi edifici affollati, a suggerire l'implementazione di missioni più o meno complesse, il vuoto di “Red Dead Redemption” rappresenta una sfida per coloro che si cimentano nella difficile arte del game design. Riempire distese di sabbia e sassi con eventi e missioni che rendano l'ambientazione viva ed interessante é un compito davvero difficile, compito che solo chi ha inventato un certo modo di concepire i sandbox games poteva portare a termine con successo.

La demo che abbiamo visionato qualche giorno fa negli uffici italiani di Take 2 é stata pensata appositamente per mostrare a quanti e quali eventi procedurali i designer di Rockstar hanno pensato sviluppando “Red Dead Redemption”, e non poteva che cominciare in un non meglio precisato punto del deserto. Sin dai primi minuti della dimostrazione abbiamo avertito la sensazione che l'ambiente di gioco vivesse leteralmente di vita propria. Oltre ai classico ciclo giorno notte ed agli eventi atmosferici, il territorio era popolato da diversi animali assoggettati alle leggi di natura. Giocando a “Red Dead Redemption” potremo alterare l'equilibrio naturale catturando una lepre per venderne la pelle al mercato, salvando un cavallo in difficoltà per addomesticarlo, oppure sparando ad uno sciacallo, essendo consapevoli che ogni azione, per quanto piccola, avrà ripercussioni sul mondo di gioco. Non solo, cavalcando verso una cittadina ci é capitato di assistere all'esecuzione di un uomo. L'intervenire in soccorso del poveretto, piuttosto che il lasciarlo morire, implicherà piccoli cambianti nel flusso di gioco, che potrebbero comportare grandi cambiamenti a livello di trama. Seguendo piccole vicende come questa capiterà, ad esempio, di venire in possesso di mappe del tesoro da seguire per ottenere bonus che si riveleranno preziosi per completare l'avventura. Raggiunta la cittadina, che per design ricordava fortemente un pueblo messicano, abbiamo constatato come in Rockstar siano riusciti a contaminare la giocabilità del titolo originale con meccaniche tipiche dei giochi di ruolo. La manciata di bancarelle allestite nella piazza principale, ad esempio, ci ha fatto apprezzare le caratteristiche di un sistema economico che, per quanto semplice, movimenterà le compravendite di armi e beni di consumo. Dopo aver acquistato un fuoco da campo, l'equivalente del rifugio di “Grand Theft Auto”, ed una bandana, abbiamo cominciato ad interagire con strutture e personaggi di gioco.



Il primo luogo dove siamo andati a curiosare é stata la locanda dove, accanto a donzelle poco vestite, trovavano poste una serie di tavoli per il gioco d'azzardo ed ovviamente il bancone del bar. Bere alcolici dopo una lunga giornata a cavallo é sicuramente un piacere che solo i veri cowboy possono comprendere, anche se dovremo stare particolarmente attenti alle conseguenze del nostro agire. Il gioco supporterà infatti il motore fisico proprietario chiamato Euphoria che, oltre a simulare perfettamente i poco simpatici effetti di una sbornia, ha suggerito l'introduzione di un paio di feature interessanti che riguardano il sistema di combattimento. Dopo un paio di giri di poker ci siamo recati dallo sceriffo per consultare la parete su cui solitamente sono affisse le taglie. Individuato un obiettivo segnalato nei pressi del pueblo siamo tornati in sella ed abbiamo cavalcato verso il deserto. Giunti sul luogo dell'ultimo avvistamento abbiamo imbracciato il fucile e verificato la qualità delle sezioni action. Il fighting system di “Red Dead Redemption” si é fatto apprezzare per la precisione delle meccaniche sparatutto che, a differenza di quelle implementate in “Grand Theft Auto IV”, faranno un uso maggiore dell'Euphoria. Potremo infatti contare su di un sistema di localizzazione dei colpi, che ci permetterà di rendere inoffensivo un nemico disarmandolo, oppure di catturarlo vivo, colpendolo alle gambe per limitarne il movimento. Chi ha giocato il primo capitolo della serie ricorderà inoltre il “Dead Eye”, una specie di bullet time in stile “Max Payne” che ci permetterà di sparare precisissime raffiche di colpi verso i punti più sensibili del nemico, feature che se sfruttata a dovere si rivelerà fondamentale nel corso degli scontri più affollati.

Tornati al pueblo per incassare la taglia ci siamo imbattuti in un comizio improvvisato da alcuni guerriglieri, che nemmeno troppo segretamente cercavano seguaci che sostenessero la causa dell'indipendenza della regione dal governo di Washington. Come abbiamo sottolineato nell'introduzione; in “Red Dead Redemption” il confine tra ciò che é giusto e ciò che é sbagliato non sarà perfettamente definito e potremo decidere di volta in volta quali posizioni difendere. Durante la prova abbiamo deciso di aiutare i guerriglieri ed indossata la bandana acquistata al mercato, per evitare di essere riconosciuti, abbiamo aiutato il gruppo ad uccidere un paio di esponenti del governo centrale. Nonostante la protezione della bandana siamo stati riconosciuti ed automaticamente é stata fissata una taglia sulla nostra testa. Il sistema che regola la legge in “Read Dead Redemption” si é rivelato particolarmente interessante. Qualsiasi azione criminale compieremo nel gioco incrementerà la ricompensa fissata dal governo sulla nostra testa, taglia che sarà sempre indicata sullo schermo dalla scritta “Wanted”. In presenza di un ufficiale pubblico la scritta si colorerà di rosso, per poi tornare nera quando ci allontaneremo dal luogo dell'avvistamento. L'aspetto che differenzia questo sistema da quello di “Grand Theft Auto” é il fatto che la taglia in “Red Dead Redemption” sarà permanente, qualora lo volessimo, ci seguirà per tutta l'avventura complicandola inevitabilmente. Potremo comunque scegliere in qualsiasi momento di pagare la nostra stessa taglia per cancellarla, piuttosto che sperare di ottenere una grazia, concessa solamente a chi compirà azioni di particolare utilità pubblica.

Durante la demo, ad esempio, ci é capitato di incontrare uno sceriffo che cercava di liberare il suo vice dalle grinfie di un banda di fuorilegge. Intervenendo per aiutarlo ci siamo meritati un documento, che una volta presentato presso un qualsiasi ufficio pubblico ha pulito la nostra fedina penale. Il ricevere un documento di grazia non cancellerà comunque i fatto di essere cattivi ragazzi. La reputazione che ci guadagneremo nel corso dell'avventura sarà indicata da un secondo indicatore, che a seconda del tenore morale delle nostre gesta, modificherà sensibilmente i rapporti con i personaggi non giocanti. Ad una giocabilità tanto raffinata non poteva che corrispondere una realizzazione tecnica all'altezza. Nonostante piccoli problemi dovuti all'ottimizzazione del codice, “Red Dead Redemption” si é fatto apprezzare per l'ottima resa grafica, e l'engine grafico proprietario con cui é confezionato il gioco, il Rage, si é dimostrato maturo ed assolutamente in grado di gestire immensi spazi aperti senza far rimpiangere la definizione delle trafficate strade di Liberty City. La colonna sonora non é stata ancora confermata, ma le tracce che abbiamo ascoltato durante la demo, alcune delle quali firmate da artisti di fama internazionale, ci sono parse in linea con i mood che Rockstar Games ha scelto per questo atteso seguito.

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Red Dead Redemption

Red Dead Redemption

Ottimo, questo secondo contatto con "Red Dead Redemption" ci ha veramente convinto. Il gioco sviluppato da Rockstar Games promette di portare le meccaniche che hanno reso grande "Grand Theft Auto" nel panorama dei sandbox games più "aperti". Il lavoro svolto dai game designer per rendere l'ambientazine credibile, ricca di eventi e missioni si vede, così come si vede il lavoro di grafici e programmatori, che hanno disegnato un mondo di gioco definito e colorato. Gli ultimi mesi di sviluppo serviranno a Rockstar per ottimizzare il codice di gioco ed implementare nuovi eventi procedurali, mentre noi li passeremo sperando che le buone qualità sottolineate in questa anteprima vengano confermate in sede di hands on.

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