Red Dead Redemption
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A pochi mesi dall'uscita ufficiale di Red Dead Redemptio, fissata per il prossimo 30 Aprile, siamo riusciti a mettere le mani su una versione semidefinitiva del nuovo free roaming Rockstar, dalla quale si può tracciare un parziale, ma accurato resoconto di quello che ci aspetta. Parlando di Red Dead Redemption, la sorpresa é che non é necessario nessun confronto con Red Dead Revolver, suo naturale predecessore uscito nel 2004 per PS2, dal quale il nuovo titolo Rockstar si distingue nettamente per caratteristiche tecniche e di gameplay. Infatti, il termine di paragone di Red Dead Redemption é sicuramente il più recente Grand Theft Auto IV, con il quale condivide il motore grafico e fisico (Rage e Euphoria), nonché buona parte delle meccaniche e della filosofia di gioco.
Sia ben chiaro però che non ci troviamo davanti ad un Grand Theft Auto IV ambientato nel Far West, ma di un titolo con diversi elementi inediti e originali, che fanno di Red Dead Redemption un gioco innovativo che appassionerà sicuramente tutti i fan di GTA "in astinenza" e gli amanti della mitologia western, ma riuscirà anche ad attirare fette importanti di videogamer per il divertimento immediato e la profondità del gameplay assicurati da un titolo ambizioso e importante.
La prima impressione, pad alla mano, é decisamente positiva: da un lato un solido e familiare gameplay che regala il tipico svago libero e sregolato alla GTA, dall'altro un'ambientazione sconfinata in pieno stile western creata con efficacia e nuovi elementi che migliorano l'esperienza di gioco, introducendo nuove possibilità di interazione e grande varietà nelle strategie degli scontri a fuoco.
Meglio scendere nei particolari, partendo dal principio. Primo Novecento, Far West. Si gioca nei panni di John Marston, un ex fuorilegge abbandonato in fin di vita dalla sua gang sul campo di battaglia, che ora ha deciso di ritirarsi a vita tranquilla con sua moglie e i suoi bambini nel suo piccolo feudo. Purtroppo per lui, l'agenzia governativa che qualche decennio dopo diventerà la gloriosa FBI, va fargli visita per rintracciare i suoi ex soci, minacciando di morte la sua famiglia se John si rifiuterà di aiutarli. Dal quel momento l'ex fuorilegge é costretto a rispolverare le sue pistole e il suo cappello da cowboy e perlustrare lo sconfinato mondo di gioco creato da Rockstar, cercando di ottenere il massimo dagli avvistamenti e dalle voci delle persone che incontrerà, presunte o reali che siano. Obiettivo principale: scovare tutti i suoi ex soci, ormai divisi tra di loro e sparpagliati in tutto il West, dal confine con il Messico alle zone nevose del settentrione statunitense.
Il mondo di gioco, mai come in questo caso, é da definire sconfinato: un open world grande come il Far West e diviso in tre aree: confine con il Messico, West e Nord America, ognuna con vegetazione, fauna e abitazioni differenti e riprodotte con fedeltà storica. La difficile sfida dello sviluppo di Red Dead Redemption si sta giocando sul campo del realismo e della credibilità di queste enormi distese, spesso semi-desertiche. Da ciò che abbiamo visto, Rockstar sembra essere riuscita a creare un mondo plausibile ma soprattutto vivo, fatto di persone, villaggi, saloon, ma anche di cavalli, serpenti, coyote, gabbiani e aquile che non solo popolano l'ambiente, ma lo trasformano attivamente. Durante le scorribande a cavallo, infatti capita di imbattersi casualmente in eventi indipendenti e slegati dalla trama principale, come una brutale esecuzione di un ribelle, un furto di bestiame o semplicemente un contadino in difficoltà. Il giocatore può scegliere indifferentemente se partecipare o disinteressarsi a questi eventi a seconda della propria condotta di gara.
L'interfaccia di gioco é fondamentalmente la stessa di GTA IV con un paio di piccole, ma decisive, differenze sostanziali. Rimane invariato l'inconfondibile cerchio informativo tipico di Rockstar, che indica obiettivi, nemici in avvicinamento e tutto ciò che serve per scegliere le proprie missioni. Ma rispetto a GTA IV, in Red Dead Redemption non viene segnalato il cerchio rosso della vita del personaggio, che non é visibile sullo schermo, ma soltanto due parametri: la stamina del proprio cavallo e la barra circolare del Dead Eye. Questa é la prima novità fondamentale introdotta in RDD, che influenza e stravolge tutta l'esperienza di gioco. Si tratta di un sistema che rallenta il tempo di gioco, simile allo stile Bullet Time visto in Max Payne, utilizzabile per un periodo di tempo limitato e finalizzato ad una migliore gestione degli scontri a fuoco, frenetici e impegnativi.
Il Dead Eye si può azionare in qualsiasi momento e la sua durata cresce parallelamente alla precisione dei colpi messi a segno, quindi più si é precisi con i colpi, più lunga sarà la durata del Dead Eye. Il sistema di rallentamento dell'azione di gioco é composto da tre diversi livelli, utilizzabili man mano che il personaggio giocabile John Marston guadagna esperienza nella storia, proproi come un vero gioco di ruolo. Il primo livello consente soltanto di rallentare l'azione e mirare l'avversario con più tempo a disposizione. Con il secondo livello é invece possibile disegnare in anticipo i propri target -segnalati da una x rossa- e scaricare una combo di proiettili ai nemici posizionati in un campo visivo più ampio. Il terzo livello é un rallentamento libero dell'azione, in cui si possono disegnare target manualmente in ogni posizione e organizzare liberamente la propria scarica di colpi in maniera letale.
Dead Eye é solo la prima di innumerevoli novità tecniche rese possibili dal motore di gioco proprietario della Rockstar, il Rage, che in RDR é spremuto al top e raggiunge probabilmente lo sfruttamento massimo della sua esistenza. Non a caso il comparto grafico, di tutto rispetto, é decisamente migliore rispetto alle recenti produzioni Rockstar e mostra i muscoli sia nella realizzazione accurata degli ambienti rurali tipici del Far West, sia nella riproduzione dei volti dei personaggi, che nella fisica degli innumerevoli animali presenti nell'avventura. Impossibile non soffermarsi sulla realizzazione poligonale dei cavalli, fedeli compagni di gioco, che colpisce per verosimiglianza ma soprattutto per la riproduzione molto fedele e accurata della muscolatura e dell'articolazione motoria, visibile sia a riposo che in movimento, che regala un piacevole effetto realtà durante le lunghe e frequenti galoppate tra una missione e l'altra.
Sia ben chiaro però che non ci troviamo davanti ad un Grand Theft Auto IV ambientato nel Far West, ma di un titolo con diversi elementi inediti e originali, che fanno di Red Dead Redemption un gioco innovativo che appassionerà sicuramente tutti i fan di GTA "in astinenza" e gli amanti della mitologia western, ma riuscirà anche ad attirare fette importanti di videogamer per il divertimento immediato e la profondità del gameplay assicurati da un titolo ambizioso e importante.
La prima impressione, pad alla mano, é decisamente positiva: da un lato un solido e familiare gameplay che regala il tipico svago libero e sregolato alla GTA, dall'altro un'ambientazione sconfinata in pieno stile western creata con efficacia e nuovi elementi che migliorano l'esperienza di gioco, introducendo nuove possibilità di interazione e grande varietà nelle strategie degli scontri a fuoco.
Meglio scendere nei particolari, partendo dal principio. Primo Novecento, Far West. Si gioca nei panni di John Marston, un ex fuorilegge abbandonato in fin di vita dalla sua gang sul campo di battaglia, che ora ha deciso di ritirarsi a vita tranquilla con sua moglie e i suoi bambini nel suo piccolo feudo. Purtroppo per lui, l'agenzia governativa che qualche decennio dopo diventerà la gloriosa FBI, va fargli visita per rintracciare i suoi ex soci, minacciando di morte la sua famiglia se John si rifiuterà di aiutarli. Dal quel momento l'ex fuorilegge é costretto a rispolverare le sue pistole e il suo cappello da cowboy e perlustrare lo sconfinato mondo di gioco creato da Rockstar, cercando di ottenere il massimo dagli avvistamenti e dalle voci delle persone che incontrerà, presunte o reali che siano. Obiettivo principale: scovare tutti i suoi ex soci, ormai divisi tra di loro e sparpagliati in tutto il West, dal confine con il Messico alle zone nevose del settentrione statunitense.
Il mondo di gioco, mai come in questo caso, é da definire sconfinato: un open world grande come il Far West e diviso in tre aree: confine con il Messico, West e Nord America, ognuna con vegetazione, fauna e abitazioni differenti e riprodotte con fedeltà storica. La difficile sfida dello sviluppo di Red Dead Redemption si sta giocando sul campo del realismo e della credibilità di queste enormi distese, spesso semi-desertiche. Da ciò che abbiamo visto, Rockstar sembra essere riuscita a creare un mondo plausibile ma soprattutto vivo, fatto di persone, villaggi, saloon, ma anche di cavalli, serpenti, coyote, gabbiani e aquile che non solo popolano l'ambiente, ma lo trasformano attivamente. Durante le scorribande a cavallo, infatti capita di imbattersi casualmente in eventi indipendenti e slegati dalla trama principale, come una brutale esecuzione di un ribelle, un furto di bestiame o semplicemente un contadino in difficoltà. Il giocatore può scegliere indifferentemente se partecipare o disinteressarsi a questi eventi a seconda della propria condotta di gara.
L'interfaccia di gioco é fondamentalmente la stessa di GTA IV con un paio di piccole, ma decisive, differenze sostanziali. Rimane invariato l'inconfondibile cerchio informativo tipico di Rockstar, che indica obiettivi, nemici in avvicinamento e tutto ciò che serve per scegliere le proprie missioni. Ma rispetto a GTA IV, in Red Dead Redemption non viene segnalato il cerchio rosso della vita del personaggio, che non é visibile sullo schermo, ma soltanto due parametri: la stamina del proprio cavallo e la barra circolare del Dead Eye. Questa é la prima novità fondamentale introdotta in RDD, che influenza e stravolge tutta l'esperienza di gioco. Si tratta di un sistema che rallenta il tempo di gioco, simile allo stile Bullet Time visto in Max Payne, utilizzabile per un periodo di tempo limitato e finalizzato ad una migliore gestione degli scontri a fuoco, frenetici e impegnativi.
Il Dead Eye si può azionare in qualsiasi momento e la sua durata cresce parallelamente alla precisione dei colpi messi a segno, quindi più si é precisi con i colpi, più lunga sarà la durata del Dead Eye. Il sistema di rallentamento dell'azione di gioco é composto da tre diversi livelli, utilizzabili man mano che il personaggio giocabile John Marston guadagna esperienza nella storia, proproi come un vero gioco di ruolo. Il primo livello consente soltanto di rallentare l'azione e mirare l'avversario con più tempo a disposizione. Con il secondo livello é invece possibile disegnare in anticipo i propri target -segnalati da una x rossa- e scaricare una combo di proiettili ai nemici posizionati in un campo visivo più ampio. Il terzo livello é un rallentamento libero dell'azione, in cui si possono disegnare target manualmente in ogni posizione e organizzare liberamente la propria scarica di colpi in maniera letale.
Dead Eye é solo la prima di innumerevoli novità tecniche rese possibili dal motore di gioco proprietario della Rockstar, il Rage, che in RDR é spremuto al top e raggiunge probabilmente lo sfruttamento massimo della sua esistenza. Non a caso il comparto grafico, di tutto rispetto, é decisamente migliore rispetto alle recenti produzioni Rockstar e mostra i muscoli sia nella realizzazione accurata degli ambienti rurali tipici del Far West, sia nella riproduzione dei volti dei personaggi, che nella fisica degli innumerevoli animali presenti nell'avventura. Impossibile non soffermarsi sulla realizzazione poligonale dei cavalli, fedeli compagni di gioco, che colpisce per verosimiglianza ma soprattutto per la riproduzione molto fedele e accurata della muscolatura e dell'articolazione motoria, visibile sia a riposo che in movimento, che regala un piacevole effetto realtà durante le lunghe e frequenti galoppate tra una missione e l'altra.