Republic: The Revolution
di
Redazione
Demis Hassabis, ventitré anni, premiato con un Doppio Primo Grado dall'università di Cambridge, Game Designer con alle spalle progetti come Theme Park e il mastodontico Black&White, fondatore e lead designer del gruppo Elixir Studios. Ecco cos'é in primis Republic: The Revolution. Raramente accade che un gioco venga identificato nel progetto di una singola persona o, normalmente, tutto ciò avviene solo se colui che é a base dell'idea porta sulla carta d'identità un nome non proprio comune come quelli di Myamoto o Yu Suzuki. Ma Hassabis appartiene a questo clan esclusivo, dove la semplicità di idee e la genialità che in esse si celano risultano amalgamate in un complesso perfetto, dove l'ambizione la fa da padrone e la sfida con sé stessi é sempre aperta e non conosce mai fine..
IF I CAN THINK IT, I CAN DO IT!
Republic: The Revolution, come pensato dal "padre", si prospetta gioco dal concept straordinariamente semplice, ma incredibilmente complesso al tempo stesso: si tratta di una sorta di evoluzione del concetto di The Sims e di Black & White, anche se il mondo in cui verremo catapultati é ben differente da ciò che s'é visto fino ad oggi. Un mondo vasto, complesso, brulicante di vita e di cruda realtà. Così é, e così dev'essere un mondo che affonda le sue radici all'epoca della caduta del socialismo nell'Europa dell'est, proiettando il giocatore in un paese immaginario, chiamato Novistrana, che vive sotto l'effige della corruzione e dei giochi politici di persone pronte a tutto pur di accaparrarsi il potere. Un milione di persone, sedici locazioni, quattro città differenti, sedici fazioni politiche e un unico scopo: spodestare il Presidente e diventare a nostra volta dittatori. All'interno di Novistrana le giornate apparentemente tranquille nascondono in realtà un nugolo di intrecci, di situazioni, di conflitti che lasciano amplio spazio all'immaginazione. Nei panni di un aspirante leader politico verremo catapultati in mondo che, per ambizione degli stessi programmatori, rappresenterà il più grande progetto di "vita reale" mai portato a termine
IF I CAN THINK IT, I CAN DO IT!
Republic: The Revolution, come pensato dal "padre", si prospetta gioco dal concept straordinariamente semplice, ma incredibilmente complesso al tempo stesso: si tratta di una sorta di evoluzione del concetto di The Sims e di Black & White, anche se il mondo in cui verremo catapultati é ben differente da ciò che s'é visto fino ad oggi. Un mondo vasto, complesso, brulicante di vita e di cruda realtà. Così é, e così dev'essere un mondo che affonda le sue radici all'epoca della caduta del socialismo nell'Europa dell'est, proiettando il giocatore in un paese immaginario, chiamato Novistrana, che vive sotto l'effige della corruzione e dei giochi politici di persone pronte a tutto pur di accaparrarsi il potere. Un milione di persone, sedici locazioni, quattro città differenti, sedici fazioni politiche e un unico scopo: spodestare il Presidente e diventare a nostra volta dittatori. All'interno di Novistrana le giornate apparentemente tranquille nascondono in realtà un nugolo di intrecci, di situazioni, di conflitti che lasciano amplio spazio all'immaginazione. Nei panni di un aspirante leader politico verremo catapultati in mondo che, per ambizione degli stessi programmatori, rappresenterà il più grande progetto di "vita reale" mai portato a termine
Republic: The Revolution
Republic: The Revolution
Republic: The Revolution si preannuncia come un progetto di assoluto valore e rilievo. La possibilità di libertà che il titolo dovrebbe offrire, accostati a uno studio dell'intelligenza artificiale che ha dell'incredibile e a una storia e intreccio degni del validissimo motore grafico di cui si avvale il suddetto, bastano di per sé per porlo come potenziale punto di riferimento nei giochi simulativi/strategici. Poter scalare il potere senza dover seguire canoni o schemi prefissati, agire come meglio si crede, vivere e respirare un mondo "vero" sono il punto di forza di questa produzione. Non resta che attendere il completamento dei lavori, previsto entro al fine di quest'anno, per verificare se tutte queste grandi promesse si tramuteranno effettivamente in una "rivoluzionaria" realtà.