Resident Evil 7

Dopo aver assaporato un trailer durante la conferenza Sony della scorsa notte, le nostre aspettative nei confronti del settimo capitolo di Resident Evil erano assolutamente migliorate, non tanto per il cambio di prospettiva improntato per l'occasione ma più per l'atmosfera e le sensazioni che ci sono state regalate in questi pochi, ma intensi, minuti di teaser.

La software house Capcom, non contenta di averci lanciato addosso la patata bollente, ha reso disponibile una demo gratuita per gli utenti plus di PlayStation 4, la quale ci ha fatto entrare a stretto contatto con un mondo diverso da quello a cui eravamo abituati. Ma é tutto oro quello che luccica?

Resident Evil 7


C'era una volta uno zombie scemotto



Una volta lanciato il client di gioco ci siamo trovati catapultati all'interno di un'ambientazione abbastanza coerente con il brand, visto che il nostro alter ego si risveglia in una casa devastata da muffa e morte, come se il suo affittuario fosse stato nientemeno che Leather Face in persona. Ma il pathos che l'ambientazione cerca di trasmettere al giocatore, con i suoi giochi legati all'illuminazione ed ai centellinati jump scare, sembra non permettere quel voluto salto generazionale che si sperava tanto da lasciarci dopo un'oretta di esplorazione drasticamente delusi ed incerti sul da farsi.

Partendo dall'ambientazione, la medesima ci appare molto legata ed ispirata al quarto capitolo della saga, visto l'utilizzo di una palettatura di colori diversa dal solito seguita da uno scenario equivalente a quello del villaggio El Pueblo. Il che non é un male, sia ben chiaro, visto che anche gli “abitatori” di questa casa abbandonata sembrano infatti essere più vicini ai mostri infetti dal parassita Las Plagas, fattore che come ricorderete rende gli avversari aggressivi, letali ma anche parzialmente intelligenti.

Ma non é tutto. Anche l'approccio con il gioco é cambiato violentemente, impostando una visuale in prima persona che da un lato incentiva l'immedesimazione, mentre dall'altro devia completamente le impostazioni utilizzate per quasi tutti i giochi del brand (tralasciando gun survivor ed simili). Inutile dire che anche questo non é a tutti gli effetti un male, Amnesia ed Outlast ci hanno insegnato che un vero titolo horror impostato con la prima persona può realmente mettere a disagio, ma nel caso di questa demo tutto quello che abbiamo provato é stato un costante senso di noia di piattezza, dal momento che le emozioni regalate sono davvero pochissime e mal distribuite.

Un videotape trovato nelle varie fasi scriptate ci indica come siamo finiti in questo incubo, ma non ci spiega niente di più, lasciandoci dunque privi di quelle informazioni base che servono a creare il giusto feeling per approcciare al gioco. Senza contare che anche gli ingranaggi dietro all'arte di saper spaventare sembrano tremendamente inceppati, al punto di creare una serie di cliché prevedibili davanti al giocatore che quasi rimane annoiato dallo scorrere degli eventi. Più che una demo, a nostro avviso, ci siamo trovati davanti ad un filmato interattivo dove poter scegliere veramente poche cose da fare.

Pre-Registration Trailer


Cosa potrebbe salvare il declino?



La riflessione sorge spontanea considerato il nostro attaccamento ad una saga canonica come Resident Evil, che per forza di cose non desideriamo veder rovinata con esperimenti dal dubbio gusto. Come tutti sappiamo il trend videoludico si é spostato già da tempo, portando l'asticella del mercato su un impronta fortemente action che ha permesso a Capcom di sfornare titoli come RE4, RE5 e RE6. Chiaramente de gustibus, ma la mancanza di una componente survival horror é stata essenzialmente una delle ragioni per cui il pubblico si é allontanato dal brand, pertanto non ci sentiamo di valutare male a priori un prodotto troppo breve o forse solamente malamente esposto.

Il parallelo con titoli come Outlast ci fanno ben sperare sulla realizzazione dell'opera, a patto però che la società nipponica tenga bene a mente i dettami fondamentali per far funzionare un prodotto horror: storia efficace, tensione ben dosata durante il corso del gioco, colonna sonora capace di sottolineare i momenti più avvincenti e, non ultimo per importanza, personaggi e comparto tecnico all'altezza.

Proprio sul comparto tecnico possiamo spendere poche parole, come anche sul gameplay, se non altro perché la maggior parte dell'arredamento proposto nella demo non ci ha particolarmente colpito. La cucina ricca di scarafaggi ed animali morti non ci ha regalato una reale sensazione di disgusto, come anche l'accompagnamento musicale praticamente inesistente. Un raggio di luce sembra fare la sua comparsa su alcuni elementi del gameplay, se non altro perché l'ordine di interazione con alcuni oggetti fa si che la scena cambi, ma niente di particolarmente emozionante (é bene dirlo!).

Resident Evil 7


Resident Evil 7: Biohazard

Resident Evil 7: Biohazard

La tech demo mostrata durante l'E3 ci ha lasciato più dubbi che certezze sul nuovo corso di Resident Evil. Certo, é ancora davvero troppo presto per esprimere giudizi definitivi ma é indubbio che, stando così le cose, il rischio di passare dalla padella nella brace é più che concreto. Quanto ci siamo trovati di fronte é un approccio sicuramente più moderno nell'affrontare l'horror, allineando la visuale di gioco ai più moderni trend del settore. Però Capcom deve anche ricordarsi che giochi come Outlast e Amnesia non si limitano ad una semplice impostazione della telecamera, ma che sono riusciti a costruire delle storie avvincenti, un clima di continua tensione e, soprattutto, un gameplay che ben si sposa con il tentativo di immedesimazione da parte del giocatore. Senza tutto questo rischia solo di diventare l'ennesimo titolo anonimo in first person.

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