Resident Evil 7
di
La saga di Resident Evil, agli occhi di molti fan, ha subito una grossa battuta d'arresto con il sesto capitolo. Una serie di scelte che non sono andate giù alla fan base, ree di snaturare in maniera eccessiva quelli che negli anni sono stati i punti fermi della serie.
Resident Evil VII, in questo senso, si pone ancora di più come un capitolo di rottura - cosa che si é già intuita dalla demo in costante aggiornamento - che sposta totalmente gli equilibri in termini ludici e di design.
Abbiamo avuto la possibilità di passare qualche ora in compagnia di un codice molto avanzato del gioco e siamo in grado di raccontarvi quella che é stata la nostra esperienza con il gioco.
Resident Evil VII, come dicevamo, si allontana in maniera piuttosto decisa da quello che sembra essere il setting classico della serie. Un'avventura che ci allontana dagli agenti della S.T.A.R.S. e ci mette nei panni di Ethan Winters, un uomo normale, che é disperatamente alla ricerca della moglie Mia, scomparsa misteriosamente.
Non sappiamo molto altro della trama che sta alle spalle di questo nuovo Bio Hazard, se non che il gioco é ambientato nel 2017 (quattro anni dopo il sesto capitolo) in Louisiana, nella città di fantasia chiamata Dulvey. Ethan si trova nella magione della famiglia Baker, un gruppo di personaggi alquanto particolari che - come visto anche nel trailer di presentazione - non sembrano avere per niente le rotelle a posto. Il nostro Ethan si troverà quindi costretto a salvare prima di tutto la sua pelle e solo in un secondo momento capire cosa può essere successo alla moglie.
La sessione di gioco con cui abbiamo avuto il piacere di spaventarci più e più volte é stata piuttosto lunga e corposa, e ci preme dirvi che sia per motivi di embarghi e restrizioni, quanto per nostra volontà, non entreremo nei dettagli della trama e del gameplay, in modo da lasciare a voi il piacere di scoprire tutti i segreti che la magione ha da offrirvi.
Possiamo però tranquillamente ammettere che il gioco ci ha divertito, emozionato, creato tantissima ansia e tensione. La scelta da parte del director del gioco Koshi Nakanishi di utilizzare una visuale in prima persona, l'abbiamo trovata incredibilmente azzeccata e funzionale all'atmosfera che si vuole ricreare. Ethan é un personaggio molto debole, lontano dai canoni classici degli eroi che siamo stati abituati a vedere in tutti questi anni nei “RE”, e quindi, ancora più in balia di una famiglia psicopatica che ci ha ricordato tantissimo personaggi partoriti dalla fervida immaginazione di Rob Zombie.
Pur mantendo una sua precisa e chiara identità, Resident Evil VII sembra aver attinto a piene mani da un universo cinematografico piuttosto definito nel cinema horror, prendendo anche in prestito dinamiche ludiche com quelle viste in Outlast o Alien: Isolation, che seppur già viste, assumo un tono e una forma completamente differente, trasformandosi quasi in qualcosa di inedito.
Perché é proprio questo che ci ha colpito più di ogni altra cosa: il carisma. RE VII é pieno di momenti in grado di farti sentire quasi in angoscia, di esaltarti per la risoluzione di un enigma o di stupirti dopo una determinata scoperta; le circa quattro ore provate ci hanno davvero convinto.
Nonostante la visuale tipica di un FPS, Resident Evil VII punta su altri elementi. Intendiamoci, le fasi di shooting non mancano, come la presenza di nemici veri e propri e di un arsenale che fa la sua porca figura: pistola, fucile a pompa, coltellino e così via; tuttavia il main focus del gioco é basato sull'esplorazione, sull'essere costantemente sotto tiro e sulla necessità non solo di scappare, ma di capire esattamente cosa sta succedendo nella casa all'interno della quale siamo stati rinchiusi.
Proprio per questo motivo gli sviluppatori hanno inserito tantissimi elementi che, immaginiamo volontariamente, ci hanno riportato alla memoria la vecchia villa degli Spencer: vera e propria protagonista del primissimo Resident Evil.
Girare per la magione dei Baker vuol dire imbarcarsi in un'avventura paranoica, in cui gli stessi enigmi, e la loro risoluzione, rappresentano un punto fondamentale per il giocatore stesso. Non mancheranno nemmeno porte con chiavi a forma di animale (vi ricordate le chiavi con varie forme del primo RE?), passaggi segreti da scoprire, casse in cui mettere gli oggetti e registratori dove salvare (vi dicono nulla anche questi due citazioni?) e un sacco di oggetti da trovare e osservare, per unire tutti i pezzi di un puzzle decisamente affascinante.
La magione diventa una co-protagonista del gioco, ma i veri show stealer sono i membri della famiglia Baker, in particolare il padre: Jack. A loro il compito non solo di metterci ansia e paura (spesso accomunabile ai classici jump scare) ma anche di spezzare il ritmo dell'esplorazione con quelle che saranno vere e proprie boss fight.
Altro elemento che vale la pena sottolineare riguarda la varietà, elemento che sembra essere ben presente all'interno del titolo. Non ci sarà quasi mai un percorso fisso (eccetto in alcuni momenti per velleità narrative) ma spesso saremo liberi di approcciare l'esplorazione, e alcuni momenti di combattimento con i mostri, in maniera totalmente libera...e per coloro che se lo stanno chiedendo: si, ci saranno anche segreti e e collezionabili.
Infine, é bene sottolineare che le location varieranno nel corso dell'avventura, uscendo anche dalla solita magione. A noi, ad esempio, é successo di andare ad esplorare la greenhouse, una sorta di casa in disuso all'interno della quale succedono cose molto strane.
Sotto l'aspetto tecnico il titolo sembra davvero solido e su PS4, eccezione fatta per qualche texture, il prodotto sembra valido e molto più che mai dettagliato. Come sempre, questi discorsi verranno approfonditi quando avremo tra le mani la versione definitiva del gioco.
Ci sono tante altre cose di cui vorremmo parlarvi, ma troviamo che la forza del gioco sta proprio nell'esplorare ogni singolo elemento che questo Resident Evil VII é in grado di offrire. Un titolo che ci ha sorpreso e che siamo sicuri, che nella versione finale ci regalerà tante altre soddisfazioni…o almeno questo é quello che speriamo.
Resident Evil VII, in questo senso, si pone ancora di più come un capitolo di rottura - cosa che si é già intuita dalla demo in costante aggiornamento - che sposta totalmente gli equilibri in termini ludici e di design.
Abbiamo avuto la possibilità di passare qualche ora in compagnia di un codice molto avanzato del gioco e siamo in grado di raccontarvi quella che é stata la nostra esperienza con il gioco.
L'unica soluzione é scappare
Resident Evil VII, come dicevamo, si allontana in maniera piuttosto decisa da quello che sembra essere il setting classico della serie. Un'avventura che ci allontana dagli agenti della S.T.A.R.S. e ci mette nei panni di Ethan Winters, un uomo normale, che é disperatamente alla ricerca della moglie Mia, scomparsa misteriosamente.
Non sappiamo molto altro della trama che sta alle spalle di questo nuovo Bio Hazard, se non che il gioco é ambientato nel 2017 (quattro anni dopo il sesto capitolo) in Louisiana, nella città di fantasia chiamata Dulvey. Ethan si trova nella magione della famiglia Baker, un gruppo di personaggi alquanto particolari che - come visto anche nel trailer di presentazione - non sembrano avere per niente le rotelle a posto. Il nostro Ethan si troverà quindi costretto a salvare prima di tutto la sua pelle e solo in un secondo momento capire cosa può essere successo alla moglie.
La sessione di gioco con cui abbiamo avuto il piacere di spaventarci più e più volte é stata piuttosto lunga e corposa, e ci preme dirvi che sia per motivi di embarghi e restrizioni, quanto per nostra volontà, non entreremo nei dettagli della trama e del gameplay, in modo da lasciare a voi il piacere di scoprire tutti i segreti che la magione ha da offrirvi.
Possiamo però tranquillamente ammettere che il gioco ci ha divertito, emozionato, creato tantissima ansia e tensione. La scelta da parte del director del gioco Koshi Nakanishi di utilizzare una visuale in prima persona, l'abbiamo trovata incredibilmente azzeccata e funzionale all'atmosfera che si vuole ricreare. Ethan é un personaggio molto debole, lontano dai canoni classici degli eroi che siamo stati abituati a vedere in tutti questi anni nei “RE”, e quindi, ancora più in balia di una famiglia psicopatica che ci ha ricordato tantissimo personaggi partoriti dalla fervida immaginazione di Rob Zombie.
Pur mantendo una sua precisa e chiara identità, Resident Evil VII sembra aver attinto a piene mani da un universo cinematografico piuttosto definito nel cinema horror, prendendo anche in prestito dinamiche ludiche com quelle viste in Outlast o Alien: Isolation, che seppur già viste, assumo un tono e una forma completamente differente, trasformandosi quasi in qualcosa di inedito.
Perché é proprio questo che ci ha colpito più di ogni altra cosa: il carisma. RE VII é pieno di momenti in grado di farti sentire quasi in angoscia, di esaltarti per la risoluzione di un enigma o di stupirti dopo una determinata scoperta; le circa quattro ore provate ci hanno davvero convinto.
Una casa da paura
Nonostante la visuale tipica di un FPS, Resident Evil VII punta su altri elementi. Intendiamoci, le fasi di shooting non mancano, come la presenza di nemici veri e propri e di un arsenale che fa la sua porca figura: pistola, fucile a pompa, coltellino e così via; tuttavia il main focus del gioco é basato sull'esplorazione, sull'essere costantemente sotto tiro e sulla necessità non solo di scappare, ma di capire esattamente cosa sta succedendo nella casa all'interno della quale siamo stati rinchiusi.
Proprio per questo motivo gli sviluppatori hanno inserito tantissimi elementi che, immaginiamo volontariamente, ci hanno riportato alla memoria la vecchia villa degli Spencer: vera e propria protagonista del primissimo Resident Evil.
Girare per la magione dei Baker vuol dire imbarcarsi in un'avventura paranoica, in cui gli stessi enigmi, e la loro risoluzione, rappresentano un punto fondamentale per il giocatore stesso. Non mancheranno nemmeno porte con chiavi a forma di animale (vi ricordate le chiavi con varie forme del primo RE?), passaggi segreti da scoprire, casse in cui mettere gli oggetti e registratori dove salvare (vi dicono nulla anche questi due citazioni?) e un sacco di oggetti da trovare e osservare, per unire tutti i pezzi di un puzzle decisamente affascinante.
La magione diventa una co-protagonista del gioco, ma i veri show stealer sono i membri della famiglia Baker, in particolare il padre: Jack. A loro il compito non solo di metterci ansia e paura (spesso accomunabile ai classici jump scare) ma anche di spezzare il ritmo dell'esplorazione con quelle che saranno vere e proprie boss fight.
Altro elemento che vale la pena sottolineare riguarda la varietà, elemento che sembra essere ben presente all'interno del titolo. Non ci sarà quasi mai un percorso fisso (eccetto in alcuni momenti per velleità narrative) ma spesso saremo liberi di approcciare l'esplorazione, e alcuni momenti di combattimento con i mostri, in maniera totalmente libera...e per coloro che se lo stanno chiedendo: si, ci saranno anche segreti e e collezionabili.
Infine, é bene sottolineare che le location varieranno nel corso dell'avventura, uscendo anche dalla solita magione. A noi, ad esempio, é successo di andare ad esplorare la greenhouse, una sorta di casa in disuso all'interno della quale succedono cose molto strane.
Sotto l'aspetto tecnico il titolo sembra davvero solido e su PS4, eccezione fatta per qualche texture, il prodotto sembra valido e molto più che mai dettagliato. Come sempre, questi discorsi verranno approfonditi quando avremo tra le mani la versione definitiva del gioco.
Ci sono tante altre cose di cui vorremmo parlarvi, ma troviamo che la forza del gioco sta proprio nell'esplorare ogni singolo elemento che questo Resident Evil VII é in grado di offrire. Un titolo che ci ha sorpreso e che siamo sicuri, che nella versione finale ci regalerà tante altre soddisfazioni…o almeno questo é quello che speriamo.