Resident Evil Deadly Silence
di
Pietro Puddu
Ogni qualvolta si preannunci l'uscita di un remake, i sentimenti del pubblico videogiocante diventano contrastati; se da una parte l'idea di rivivere un grande titolo del passato - svecchiato per l'occasione nel comparto grafico e nella migliore delle ipotesi perfezionato anche nel gameplay - non può che far piacere, dall'altra s'insinua il sentore che alla base della riedizione ci siano solo delle bieche intenzioni commerciali. Capcom è una delle softwarehouse più avvezze a simili operazioni di "riciclo storico", che non hanno mancato di suscitare diverse critiche nei suoi confronti; affianco alla forzata (ed anacronistica) riproposizione di titoli come Street Fighter (sempre bellissimo, ma ormai presentato in tutte le salse senza alcuna evoluzione) o come il trittico Resident Evil 2-3-Code Veronica su Gamecube, si sono invece distinti per cura realizzativa e valore artistico l'inedito Resident Evil 0 (inizialmente previsto su N64) ed il sontuoso "Rebirth" del primo episodio della saga survival horror.
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E' proprio l'originale Resident Evil, rilasciato nel lontano 1996 su PSX e curato da Shinji Mikami, a tornare alla ribalta su NDS, accompagnato per l'occasione dalla sinistra denominazione Deadly Silence; ad occuparsi dello sviluppo, nelle vesti di producer, è Mimoru Nakai, già responsabile di quel capolavoro per GBA che risponde al titolo di Zelda: The Minish Cap.
Se le limitate capacità di calcolo della console portatile non hanno consentito un upgrade estetico radicale (se si eccettua il passaggio al vero 3d con l'uso dei poligoni), la notevole capacità della scheda di gioco (che raggiunge 1Gb di dati) ha concesso l'inserimento di tutte le vecchie cut-scenes in full-motion, ben compresse, caricate in tempi pressoché istantanei e skippabili a piacimento; i filmati sono rimasti invariati nei contenuti, proponendo quindi attori in carne ed ossa dal vestiario "carnevalesco" e dalle discutibili capacità di recitazione. Anche le animazioni legate all'apertura delle porte saranno conservate; se ai tempi costituivano un mero espediente per occultare le schermate di loading, su DS saranno presenti solo per coerenza storica e potranno essere saltate con il tocco di un pulsante.
Lo sfruttamento di una periferica anticonvenzionale come il touch screen integrato promette significative novità nelle meccaniche di controllo, aprendo inoltre la strada ad enigmi di nuova concezione basati sull'uso manuale del pennino.
A questo proposito, oltre alla versione integrale del gioco, identica nel gameplay e nel plot narrativo alla sua controparte a 32-bit, sarà possibile selezionare la modalità "Rebirth", costituita per circa il 60% da contenuti inediti; gran parte dei puzzle sarà reimpostata in modo da sfruttare l'interazione tattile ed il microfono, inoltre verrà introdotta una visuale in soggettiva dalla quale affrontare gli zombi in combattimenti all'arma bianca: si potranno portare colpi orizzontali e verticali, mimando con il pennino (o anche il dito...) i fendenti di coltello. Cambiamenti minori ma sicuramente ben accetti riguarderanno anche il sistema di controllo di base; se il movimento di Jill e Chris verrà gestito come al solito tramite croce digitale, portando con se la rigidità tipica del franchise, l'introduzione di "input rapidi" associati all'estrazione del coltello, alla ricarica delle armi e all'inversione di marcia (già visti in RE4) renderà più flessibile lo svolgimento dell'azione.
Un'ulteriore novità è rappresentata dallo sfruttamento della connessione Wi-Fi; le modalità di gioco in rete prevedo principalmente due varianti, Versus e Cooperative: se nella prima i giocatori verranno coinvolti in una gara a tempo verso l'uscita della mappa di gioco (con la possibilità di visualizzare l'ubicazione dei contendenti sul secondo schermo), nella seconda diventerà fondamentale il gioco di squadra, visto che l'energia vitale e l'inventario saranno condiviso dai quattro partecipanti.
E' proprio l'originale Resident Evil, rilasciato nel lontano 1996 su PSX e curato da Shinji Mikami, a tornare alla ribalta su NDS, accompagnato per l'occasione dalla sinistra denominazione Deadly Silence; ad occuparsi dello sviluppo, nelle vesti di producer, è Mimoru Nakai, già responsabile di quel capolavoro per GBA che risponde al titolo di Zelda: The Minish Cap.
Se le limitate capacità di calcolo della console portatile non hanno consentito un upgrade estetico radicale (se si eccettua il passaggio al vero 3d con l'uso dei poligoni), la notevole capacità della scheda di gioco (che raggiunge 1Gb di dati) ha concesso l'inserimento di tutte le vecchie cut-scenes in full-motion, ben compresse, caricate in tempi pressoché istantanei e skippabili a piacimento; i filmati sono rimasti invariati nei contenuti, proponendo quindi attori in carne ed ossa dal vestiario "carnevalesco" e dalle discutibili capacità di recitazione. Anche le animazioni legate all'apertura delle porte saranno conservate; se ai tempi costituivano un mero espediente per occultare le schermate di loading, su DS saranno presenti solo per coerenza storica e potranno essere saltate con il tocco di un pulsante.
Lo sfruttamento di una periferica anticonvenzionale come il touch screen integrato promette significative novità nelle meccaniche di controllo, aprendo inoltre la strada ad enigmi di nuova concezione basati sull'uso manuale del pennino.
A questo proposito, oltre alla versione integrale del gioco, identica nel gameplay e nel plot narrativo alla sua controparte a 32-bit, sarà possibile selezionare la modalità "Rebirth", costituita per circa il 60% da contenuti inediti; gran parte dei puzzle sarà reimpostata in modo da sfruttare l'interazione tattile ed il microfono, inoltre verrà introdotta una visuale in soggettiva dalla quale affrontare gli zombi in combattimenti all'arma bianca: si potranno portare colpi orizzontali e verticali, mimando con il pennino (o anche il dito...) i fendenti di coltello. Cambiamenti minori ma sicuramente ben accetti riguarderanno anche il sistema di controllo di base; se il movimento di Jill e Chris verrà gestito come al solito tramite croce digitale, portando con se la rigidità tipica del franchise, l'introduzione di "input rapidi" associati all'estrazione del coltello, alla ricarica delle armi e all'inversione di marcia (già visti in RE4) renderà più flessibile lo svolgimento dell'azione.
Un'ulteriore novità è rappresentata dallo sfruttamento della connessione Wi-Fi; le modalità di gioco in rete prevedo principalmente due varianti, Versus e Cooperative: se nella prima i giocatori verranno coinvolti in una gara a tempo verso l'uscita della mappa di gioco (con la possibilità di visualizzare l'ubicazione dei contendenti sul secondo schermo), nella seconda diventerà fondamentale il gioco di squadra, visto che l'energia vitale e l'inventario saranno condiviso dai quattro partecipanti.
Resident Evil Deadly Silence
Resident Evil Deadly Silence
Resident Evil: Deadly Silence si preannuncia come una trasposizione portatile dalle caratteristiche intriganti; se da un lato i possessori di Nintendo DS avrebbero auspicato l'uscita di un episodio originale della saga, dall'altro la possibilità di vivere ancora una volta un'avventura storicamente importante e di sperimentare le inedite potenzialità del controllo via touch-screen non possono che suscitare curiosità ed aspettativa. Il maniero Spencer, gli zombi assetati di sangue ed il cast da b-movie di Resident Evil conservano ancora il loro fascino perverso; i giocatori europei potranno "toccare con mano" l'opera di rifacimento di Capcom a partire dal 31 Marzo: sopravvivranno all'attesa?