Rez

Nel classico frastuono di ogni party Sony (quest'anno condito dalla prestazione musicale degli Eraser), due postazioni di gioco hanno sofferto più di ogni altro ospite i decibel a cui veniva diffusa la musica attraverso l'enorme luogo di ritrovo. Erano gli stand dedicati a Rez, chiacchieratissimo e atteso titolo che vede tornare alla ribalta il creatore dello sfortunato (ma intrigante) Space Channel 5

Sega e la sua divisione UGA (United Game Artists) torna quindi alla ribalta, offrendo un saggio delle proprie capacità visionarie, riportando freschezza e idee nell'industria. E, incidentalmente, regalando ai giocatori quello che potrebbe essere uno dei giochi dell'anno per PlayStation 2 e Dreamcast. Prima di avviarci alla descrizione vera e propria di Rez sottolineamo come, per strane coincidenze e mancanze indipendenti dalla nostra volonta', questa preview é basata su una prima versione del gioco (pronta al 40%) per PlayStation 2, ma le immagini si riferiscono all'edizione Dreamcast. Non dovrebbero comunque esistere particolari differenze tra le due realizzazioni
FREEDOM'S A STATE
Che cos'é Rez? Bella domanda... Per ora, per quanto abbiamo potuto provare (il primo livello) é un incrocio tra uno sparatutto e un gioco basato sul ritmo musicale, con un accento posto prevalentemente sul primo aspetto. Va anche sottolineato nuovamente, purtroppo, come il rumore che accerchiava la sede di prova non lasciasse modo d'intendere alla perfezione quanto il gioco fosse basato effettivamente sullo sviluppo e la sincronia di suoni/musiche e colpi. Ma cerchiamo di spiegarci meglio: in Rez il giocatore controlla una sorta di umano o corpo elettronico dalle fattezze umane che vola sospeso all'interno di mondi realizzati completamente in wireframe, ma non senza esplosioni, illuminazioni in tempo reale, distorsioni come se piovessero e, in generale, ambienti che, per quanto possa sembrare contraddittorio, appaiono semplicemente stupefacenti nella loro "semplice ricchezza". Per rendere con maggior efficacia l'idea si può forse pensare ad alcune sequenze de Il Tagliaerbe, in cui I protagonisti svolazzavano all'interno di strutture completamente realizzate in wireframe (poligoni "vuoti", reticoli insomma)