Ride to Hell: Retribution
di
Ferdinando Saggese
Freedom, choice, simplicity. Sono queste le prime parole che abbiamo appuntato sul nostro taccuino durante le presentazione di “Ride to Hell”, secondo titolo in sviluppo presso gli studi viennesi di Deep Silver. Dopo l'interessante survival horror “Cursed Mountain”, é il turno di questo particolare sand box game, che gioca con gli stereotipi di uno dei decenni più interessanti del secolo scorso, per proporre qualcosa di alternativo al sempre più apprezzato “Grand Theft Auto IV”. “Ride to Hell” racconterà infatti le avventure di una banda di motociclisti come se ne potevano incontrare nella California degli anni '60.
Anche in questo caso, l'originale ambientazione del gioco é frutto del grande lavoro di ricerca e documentazione che i Deep Silver hanno svolto durante lo sviluppo. In particolare, il team ha utilizzato rilevazioni satellitari per confezionare l'ambiente di gioco, che concentrerà in qualche chilometro quadrato i paesaggi caratteristici dello stato più famoso d'America, ed una grande quantità di libri e film del periodo per rendere questo ambiente credibile e coerente con la trama ed i temi da essa trattati.
Nonostante lo stile al limite del parodistico scelto dagli sviluppatori per realizzare gli aspetti chiave del titolo, infatti, “Ride to Hell” affronterà tematiche mature e complesse, tra le quali spicca quella mancanza d'identità che, soprattutto in America, ha portato alla nascita di numerosi movimenti giovanili, tutti rappresentati nel gioco sotto forma di fazioni. Lo stesso protagonista, congedato con onore dopo aver prestato servizio in militare in Vietnam, cercherà nella moto ed in quello che rappresentava durante gli anni '60, un modo per dimenticare gli orrori della guerra.
Uno degli aspetti più interessanti del gioco riguarda proprio il rapporto che si verrà a creare tra l'uomo e la macchina. Il potente editor implementato nel gioco, ci permetterà infatti di modificare decine di parametri del mezzo, come il motore, la carenatura od il colore, al fine di creare un mezzo unico, vera espressione del carattere del protagonista e del nostro modo di interpretare il gioco. Freedom, choice, semplicity, sono queste le linee guida scelte dai ragazzi di Deep Silver per confezionare il gameplay di “Ride to Hell”, che nonostante i continui omaggi a quello sviluppato da Rockstar per la sua serie regina, si é fatto apprezzare per alcune scelte originali.
La totale assenza di confini artificiali, la disponibilità immediata di tutti i contenuti del gioco e l'assenza di qualsiasi forma di denaro (sostituito dal “rispetto”), sono tutti esempi della volontà di proporre qualcosa di nuovo in un genere che fin'ora ha prodotto solamente cloni più o meno riusciti del suo esponente più illustre. Tutte le scelte che faremo durante l'avventura, modificheranno poi lo scenario ed i rapporti con i personaggi non giocanti, caratteristica che porterà la trama su binari differenti a seconda dello stile di gioco che decideremo di adottare. Il sistema di combattimento, semplice ed intuitivo, ricalcherà poi lo stile delle scazzottate più famose della storia del cinema, proponendo scontri tra bande fatti di piccoli combattimenti uno contro uno.
Qualora si dovesse presentare la necessità di menar le mani anche in sella ad una moto, in Deep Silver hanno realizzato un sistema di quick time events, ovvero basato sulla pressione dei diversi tasti suggeriti a schermo, molto simile a quello di altri action game, ma che ci ha piacevolmente ricordato le folli corse di un titolo storico come “Road Rush”. Registriamo infine qualche perplessità sulle ridotte potenzialità multiplayer mostrate da questo “Ride to Hell”, che sfrutterà i servizi online di Sony e Microsoft solo per condividere le foto di personaggi e mezzi, e per mantenere una classifica mondiale basata sul rispetto che riusciremo ad ottenere in singolo giocatore.
Pur essendo poco più che una beta, la versione mostrataci in quel di Vienna ci ha fatto intuire le potenzialità tecniche del titolo Deep Silver. Raggiunta la sommità di una piccola montagna, abbiamo potuto ammirare i diversi paesaggi proposti dall'area di gioco, nascosti dal convincente effetto di profondità di campo, ed illuminati da un ottimo sistema hdr. I dati relativi all'ambiente che ci circonda, poi, stazioneranno permanentemente sugli hdd delle nostre coonsole, caratteristiche che eliminerà le fastidiose attese per il caricamento. Sotto il profilo audio, “Ride to Hell” proporrà un buon doppiaggio ed una serie di effetti nella norma, grande importanza é stata però data alla colonna sonora, che raccoglierà circa trecento pezzi rock dell'epoca e che potremo ascoltare anche quando la velocità scompiglierà i nostri lunghi capelli grazie ad una “elegante” radiolina fm applicata sul manubrio della nostra moto.
Anche in questo caso, l'originale ambientazione del gioco é frutto del grande lavoro di ricerca e documentazione che i Deep Silver hanno svolto durante lo sviluppo. In particolare, il team ha utilizzato rilevazioni satellitari per confezionare l'ambiente di gioco, che concentrerà in qualche chilometro quadrato i paesaggi caratteristici dello stato più famoso d'America, ed una grande quantità di libri e film del periodo per rendere questo ambiente credibile e coerente con la trama ed i temi da essa trattati.
Nonostante lo stile al limite del parodistico scelto dagli sviluppatori per realizzare gli aspetti chiave del titolo, infatti, “Ride to Hell” affronterà tematiche mature e complesse, tra le quali spicca quella mancanza d'identità che, soprattutto in America, ha portato alla nascita di numerosi movimenti giovanili, tutti rappresentati nel gioco sotto forma di fazioni. Lo stesso protagonista, congedato con onore dopo aver prestato servizio in militare in Vietnam, cercherà nella moto ed in quello che rappresentava durante gli anni '60, un modo per dimenticare gli orrori della guerra.
Uno degli aspetti più interessanti del gioco riguarda proprio il rapporto che si verrà a creare tra l'uomo e la macchina. Il potente editor implementato nel gioco, ci permetterà infatti di modificare decine di parametri del mezzo, come il motore, la carenatura od il colore, al fine di creare un mezzo unico, vera espressione del carattere del protagonista e del nostro modo di interpretare il gioco. Freedom, choice, semplicity, sono queste le linee guida scelte dai ragazzi di Deep Silver per confezionare il gameplay di “Ride to Hell”, che nonostante i continui omaggi a quello sviluppato da Rockstar per la sua serie regina, si é fatto apprezzare per alcune scelte originali.
La totale assenza di confini artificiali, la disponibilità immediata di tutti i contenuti del gioco e l'assenza di qualsiasi forma di denaro (sostituito dal “rispetto”), sono tutti esempi della volontà di proporre qualcosa di nuovo in un genere che fin'ora ha prodotto solamente cloni più o meno riusciti del suo esponente più illustre. Tutte le scelte che faremo durante l'avventura, modificheranno poi lo scenario ed i rapporti con i personaggi non giocanti, caratteristica che porterà la trama su binari differenti a seconda dello stile di gioco che decideremo di adottare. Il sistema di combattimento, semplice ed intuitivo, ricalcherà poi lo stile delle scazzottate più famose della storia del cinema, proponendo scontri tra bande fatti di piccoli combattimenti uno contro uno.
Qualora si dovesse presentare la necessità di menar le mani anche in sella ad una moto, in Deep Silver hanno realizzato un sistema di quick time events, ovvero basato sulla pressione dei diversi tasti suggeriti a schermo, molto simile a quello di altri action game, ma che ci ha piacevolmente ricordato le folli corse di un titolo storico come “Road Rush”. Registriamo infine qualche perplessità sulle ridotte potenzialità multiplayer mostrate da questo “Ride to Hell”, che sfrutterà i servizi online di Sony e Microsoft solo per condividere le foto di personaggi e mezzi, e per mantenere una classifica mondiale basata sul rispetto che riusciremo ad ottenere in singolo giocatore.
Pur essendo poco più che una beta, la versione mostrataci in quel di Vienna ci ha fatto intuire le potenzialità tecniche del titolo Deep Silver. Raggiunta la sommità di una piccola montagna, abbiamo potuto ammirare i diversi paesaggi proposti dall'area di gioco, nascosti dal convincente effetto di profondità di campo, ed illuminati da un ottimo sistema hdr. I dati relativi all'ambiente che ci circonda, poi, stazioneranno permanentemente sugli hdd delle nostre coonsole, caratteristiche che eliminerà le fastidiose attese per il caricamento. Sotto il profilo audio, “Ride to Hell” proporrà un buon doppiaggio ed una serie di effetti nella norma, grande importanza é stata però data alla colonna sonora, che raccoglierà circa trecento pezzi rock dell'epoca e che potremo ascoltare anche quando la velocità scompiglierà i nostri lunghi capelli grazie ad una “elegante” radiolina fm applicata sul manubrio della nostra moto.
Ride to Hell: Retribution
Ride to Hell: Retribution
E' ancora troppo presto per analizzare approfonditamente questo "Ride to Hell", quello che abbiamo capito dalle due orette di presentazione presso gli studi Deep Silver di vienna é che il tiolo ha le potenzialità per emergere in un genere che fin'ora si é risolto solamente nel suo esponente più illustre. La particolare ambientazione, la cura con cui é stata ricreata, e le continue citazioni a film di culto come "Easy Rider" e "Punto Zero" potrebbero catturare l'attenzione di un pubblico più maturo rispetto alla maggior parte dei giocatori che seguono con passione la serie "Grand Theft Auto". Il gameplay, ottima interpretazione del concetto di freedom, choice, semplicity che ne ha guidato lo sviluppo, la buona realizzazione tecnica ed una colonna sonora davvero ben assortita sono i principali motivi per cui vi consigliamo di tenere d'occhio questo titolo, che dovrebbe arrivare su Xbox 360 e Playstatione 3 entro l'anno.