Ryse Son of Rome
di
Dopo Dead Rising 3, con Ryse: Son of Rome, Xbox One perde un'altra esclusiva di lancio. E mentre in molti sperano che il prossimo sia Halo, in forma di collection o altro, ci possiamo consolare con un action da molti considerato più una demo tecnica che non un gioco vero e proprio, creato dagli abili programmatori tedeschi di Crytek. In attesa di avere in mano la versione completa, é giunto in redazione un codice preview piuttosto risicato in termini di contenuti, ma utile per verificare i lavori di conversione che porteranno il titolo su PC in via definitiva il prossimo 10 ottobre.
La demo conteneva solo due porzioni della trama, l'inizio ed una ripresa dal quarto capitolo. Se non conoscete bene uno dei giochi che hanno accompagnato il lancio di Xbox One, vi rinfreschiamo la memoria. Ryse: Son of Rome é un progetto che nacque diversi anni fa, con la finalità di dare a Kinect un prodotto destinato ad un pubblico più maturo. Un action pieno di combattimenti all'arma bianca che strizzava più di un occhio ad un certo God of War in quanto a stile e violenza ma ambientato durante l'epoca romana. Vestiti i panni di un generale dell'impero, ci saremmo dovuti dimenare davanti al sensore di movimento Microsoft per affettare braccia e gambe di sventurati barbari e portare Roma a vincere in diversi angoli del mondo conosciuto.
Le cose però nel tempo sono cambiate e dopo che il titolo era sparito per diverso tempo, Crytek é tornata alla carica in occasione dell'annuncio della nuova console Microsoft. Ryse: Son of Rome sarebbe infatti stato uno dei titoli di lancio di Xbox One, ma il gioco che venne mostrato era molto diverso. Sparito il supporto a Kinect, in favore di un gameplay più tradizionale sebbene non privo di alcuni spunti originali. Il sistema di combattimento, cuore pulsante dell'esperienza, non é quello tipico di un action, ma prevede un'interazione con l'utente più elegante e compassata.
La pressione dei tasti d'attacco é infatti meno compulsiva, avvicinandosi maggiormente a prodotti come Assassin's Creed o i Batman di Rocksteady, dove l'elemento fondamentale é il tempismo. Nonostante le buone premesse, il risultato all'uscita del gioco non ci aveva particolarmente convinti, come potete leggere nella nostra recensione. Il lavoro di Crytek era infatti riuscito ad imporsi come metro di paragone tecnico senza però sostenere tanta bellezza visiva con un gameplay altrettanto valido. Quello che il 10 ottobre troveremo su PC é sostanzialmente lo stesso titolo, completo di DLC rilasciati nei mesi successivi all'uscita originale e con qualche miglioramento grafico.
Il Cryengine stupisce ancora una volta per le prodezze estetiche proiettate a schermo e per la grande ottimizzazione. Sono infatti lontani i tempi del primo Crysis, divenuto un obiettivo irraggiungibile per molti a causa delle alte richieste hardware. Ryse: Son of Rome é un ottimo esempio della maestria col codice dei ragazzi di Crytek, che offrono un titolo graficamente impressionante ma al contempo fluido e altamente stabile. Sul PC utilizzato per la nostra prova, un AMD FX8350 da 8 core, accompagnato da scheda video AMD HD 7050, abbiamo potuto settare il dettaglio al massimo e spingerci a risoluzione FullHD senza riscontrare alcun tentennamento da parte del motore grafico.
vimager1, 2, 3
Curioso che anche Ryse, esattamente con Dead Rising 3, abbia due opzioni separate per la gestione della risoluzione grafica, una dedicata al rendering e una invece per quanto riguarda il numero di pixel veri e propri inviati al monitor. In pratica é possibile chiedere al gioco di renderizzare la scena ad una risoluzione inferiore rispetto a quanto poi effettivamente proiettato a schermo, in modo da recuperare qualche frame utilizzando così di fatto un up-scaling dell'immagine, esattamente come fatto da Xbox One con entrambe i titoli, non nativi Full HD.
In chiusura é lecito chiedersi che cosa aspettarsi dalla versione PC di Ryse: Son of Rome. Il problema é che per quanto sarà sicuramente questa l'incarnazione migliore del titolo, completa di DLC, e dalla risoluzione video ben più alta (capace di spingersi fino ai 4K), un gioco non particolarmente brillante in origine difficilmente saprà distinguersi ad un secondo tentativo. Di cambiamenti non ne sono stati fatti, così come non si vedranno contenuti inediti. Forse un prezzo più accattivante potrebbe rendere il lavoro Crytek un po' più allettante su PC. Intanto abbiamo potuto provare molto poco del gioco, sperimentando anche i controlli con mouse e tastiera, funzionali e ben implementati anche se le origini del gioco si fanno sentire. Meglio insomma dotarsi di un bel pad.
Roma vittoriosa!
La demo conteneva solo due porzioni della trama, l'inizio ed una ripresa dal quarto capitolo. Se non conoscete bene uno dei giochi che hanno accompagnato il lancio di Xbox One, vi rinfreschiamo la memoria. Ryse: Son of Rome é un progetto che nacque diversi anni fa, con la finalità di dare a Kinect un prodotto destinato ad un pubblico più maturo. Un action pieno di combattimenti all'arma bianca che strizzava più di un occhio ad un certo God of War in quanto a stile e violenza ma ambientato durante l'epoca romana. Vestiti i panni di un generale dell'impero, ci saremmo dovuti dimenare davanti al sensore di movimento Microsoft per affettare braccia e gambe di sventurati barbari e portare Roma a vincere in diversi angoli del mondo conosciuto.
Le cose però nel tempo sono cambiate e dopo che il titolo era sparito per diverso tempo, Crytek é tornata alla carica in occasione dell'annuncio della nuova console Microsoft. Ryse: Son of Rome sarebbe infatti stato uno dei titoli di lancio di Xbox One, ma il gioco che venne mostrato era molto diverso. Sparito il supporto a Kinect, in favore di un gameplay più tradizionale sebbene non privo di alcuni spunti originali. Il sistema di combattimento, cuore pulsante dell'esperienza, non é quello tipico di un action, ma prevede un'interazione con l'utente più elegante e compassata.
La pressione dei tasti d'attacco é infatti meno compulsiva, avvicinandosi maggiormente a prodotti come Assassin's Creed o i Batman di Rocksteady, dove l'elemento fondamentale é il tempismo. Nonostante le buone premesse, il risultato all'uscita del gioco non ci aveva particolarmente convinti, come potete leggere nella nostra recensione. Il lavoro di Crytek era infatti riuscito ad imporsi come metro di paragone tecnico senza però sostenere tanta bellezza visiva con un gameplay altrettanto valido. Quello che il 10 ottobre troveremo su PC é sostanzialmente lo stesso titolo, completo di DLC rilasciati nei mesi successivi all'uscita originale e con qualche miglioramento grafico.
CryRome
Il Cryengine stupisce ancora una volta per le prodezze estetiche proiettate a schermo e per la grande ottimizzazione. Sono infatti lontani i tempi del primo Crysis, divenuto un obiettivo irraggiungibile per molti a causa delle alte richieste hardware. Ryse: Son of Rome é un ottimo esempio della maestria col codice dei ragazzi di Crytek, che offrono un titolo graficamente impressionante ma al contempo fluido e altamente stabile. Sul PC utilizzato per la nostra prova, un AMD FX8350 da 8 core, accompagnato da scheda video AMD HD 7050, abbiamo potuto settare il dettaglio al massimo e spingerci a risoluzione FullHD senza riscontrare alcun tentennamento da parte del motore grafico.
vimager1, 2, 3
Curioso che anche Ryse, esattamente con Dead Rising 3, abbia due opzioni separate per la gestione della risoluzione grafica, una dedicata al rendering e una invece per quanto riguarda il numero di pixel veri e propri inviati al monitor. In pratica é possibile chiedere al gioco di renderizzare la scena ad una risoluzione inferiore rispetto a quanto poi effettivamente proiettato a schermo, in modo da recuperare qualche frame utilizzando così di fatto un up-scaling dell'immagine, esattamente come fatto da Xbox One con entrambe i titoli, non nativi Full HD.
In chiusura é lecito chiedersi che cosa aspettarsi dalla versione PC di Ryse: Son of Rome. Il problema é che per quanto sarà sicuramente questa l'incarnazione migliore del titolo, completa di DLC, e dalla risoluzione video ben più alta (capace di spingersi fino ai 4K), un gioco non particolarmente brillante in origine difficilmente saprà distinguersi ad un secondo tentativo. Di cambiamenti non ne sono stati fatti, così come non si vedranno contenuti inediti. Forse un prezzo più accattivante potrebbe rendere il lavoro Crytek un po' più allettante su PC. Intanto abbiamo potuto provare molto poco del gioco, sperimentando anche i controlli con mouse e tastiera, funzionali e ben implementati anche se le origini del gioco si fanno sentire. Meglio insomma dotarsi di un bel pad.