Scrapland
di
Alessandro 'Alenet' Cossu
VIAGGIO VERSO L'IGNOTO
Le fiabe mantengono sempre il loro fascino, anche quando a ribaltarle completamente arriva l'umorismo nero di una delle figure più rappresentative del mondo ludico, quell'American McGee che nell'anno di grazia 2000 DC offrì sulla nostra macchina da gioco favorita un titolo destinato a fare epoca: Alice. Bellissimo e giocabile, violento ma non splatter, la rivisitazione ludica in chiave gotica della fiaba di Lewis Carroll vanta ancora oggi una vasta cerchia di appassionati, me per primo. Dopo la mesta notizia dell'abbandono da parte di American del suo progetto incentrato sulla trasposizione in violenti pixel del Mago di OZ (i fanatici che vedevano bissato il successo di Alice che hanno pianto alla notizia sono stati parecchi, ancora una volta me in testa), ecco che il talentuoso geniaccio nel Marzo ultimo scorso prende in mano le redini della Enlight Software, apprestandosi a sfornare, entro Novembre, una nuova fiaba moderna, quella dell'Uomo di Latta citato nel cappelletto. Si tratta della prima opera di American da quando è a capo della Enlight, ma anche il primo vero videogioco sviluppato dai tempi di Alice. Una lunga pausa come questa ha o avrebbe potuto far dubitare dell'effettiva vitalità della vena ludica di McGee, ma il dimostrativo provato per voi da Gamesurf fa subito crollare questo timore.
Piccola nota riguardo agli sviluppatori, i MercurySteam, neonato gruppo di abilissimi programmatori nati da un team della Rebel Act Studios, che conosciamo per un controverso ma indubbiamente meraviglioso titolo che risponde al nome di Severance:Blade of Darkness, classe 2001. Scrapland è la loro prima opera da quando la squadra è stata formata e, grazie al contribuito di American McGee, il quale ha riscritto completamente la trama, già promette meraviglie & gaudio. Nel gioco, saremo chiamati a vestire i panni metallici di un simpaticissimo e buffo androide di nome D-Tritus. Allo stato attuale non si conosce molto del background che si nasconde dietro questo stravagante omino di latta: quello che è certo è che vive in una enorme, smisurata metropoli cibernetica, zeppa di altri androidi come lui,ognuno con un suo preciso compito: l'androide banchiere, i poliziotti, gli robot-politici, i barman e tutto quello che ci aspetteremmo di trovare nelle vere città; non mancano alieni dalle forme più disparate, alcuni amichevoli, altri decisamente ostili.
Pur non conoscendone la storia, quello che sappiamo di D-Tritus è che un andro-hacker, un robot che ama ficcare il naso dove non dovrebbe e si guadagna i bulloni da vivere nei modi più disparati. Tecnicamente, il gameplay si rifà a due titoli: GTA III e il poco apprezzato Messiah, della Shiny Software. Attualmente, non è chiara la trama di gioco, ma comunque si sa per certo che dovremo guidare il nostro metallico amico in una serie a gioco completo di ben centoquaranta missioni (anche se questa è più una speranza di American, che una certezza) per un totale di ben oltre le quaranta ore di gioco in single player. La principale peculiarità del nostro alter-ego digitale, sarà quella di poter assumere le peculiarità biologiche e tecnologiche di ognuna delle quindici specie che incontreremo lungo il nostro cammino (proprio come il putto di Messiah o come i Borg di Star Trek); in questo modo, saremo in grado di produrci in appassionanti sfide di corse "aereomobilistiche" sulle strade cittadine che ricordano alla lontana gli scenari di Blade Runner, oppure potremo distruggere alcuni bersagli indicatoci dal nostro mandante del caso. Il gioco punterà fondamentalmente alle corse su una serie piuttosto ampia di mezzi volanti (e qui c'e' il tributo a GTA)ma le gambe meccaniche di D-Tritus non sono state dimenticate.
Infatti, se non riusciremo a procurarci un mezzo, potremo assolvere alle nostre missioni utilizzando la metropolitana, oppure potremo girovagare per la città in attesa di un incarico, dilettandoci a far saltare in aria le cannoniere antipirati e tante altre amenità. Sul fronte multigiocatore, previsto sia in rete locale che su Internet, si segnalano le classiche modalità come DM e TDM, incentrate tutte sullo scontro fra macchine volanti e la strenua caccia ai power-up sparsi per le immense aree di gioco. A questo proposito, poiché le mappe visionate sono davvero enormi e su più livelli, sarebbe lecito pensare alle difficoltà di orientamento che potrebbero presentarsi; ma American McGee non è l'ultimo arrivato e, puntando tutto sulla chiarezza, l'immediatezza ed il divertimento, una serie di icone e la comoda bussola che vedete nelle foto ci farà sempre sapere dove siamo e cosa dobbiamo fare...o non fare. Graficamente e sul fronte audio, non vi è dubbio che sia stato eseguito un ottimo lavoro e, anche se non siamo ai livelli di profondità del capolavoro di Carmack, indubbiamente non avremo di che lamentarci. In ogni caso, per l'analisi tecnica vi rimandiamo alla recensione, quando il titolo sarà completo e sul mercato. Nel frattempo...quanti di voi non conoscono l'opera prima di American Mgee, Alice, potrebbero ingannare l'attesa ripescando questo bellissimo titolo perfettamente in grado di non sfigurare neanche davanti ai mostri sacri attuali. Motivi per attendere Scapland ce ne sono a iosa...pertanto: Stay Tuned for Scrapland!
Le fiabe mantengono sempre il loro fascino, anche quando a ribaltarle completamente arriva l'umorismo nero di una delle figure più rappresentative del mondo ludico, quell'American McGee che nell'anno di grazia 2000 DC offrì sulla nostra macchina da gioco favorita un titolo destinato a fare epoca: Alice. Bellissimo e giocabile, violento ma non splatter, la rivisitazione ludica in chiave gotica della fiaba di Lewis Carroll vanta ancora oggi una vasta cerchia di appassionati, me per primo. Dopo la mesta notizia dell'abbandono da parte di American del suo progetto incentrato sulla trasposizione in violenti pixel del Mago di OZ (i fanatici che vedevano bissato il successo di Alice che hanno pianto alla notizia sono stati parecchi, ancora una volta me in testa), ecco che il talentuoso geniaccio nel Marzo ultimo scorso prende in mano le redini della Enlight Software, apprestandosi a sfornare, entro Novembre, una nuova fiaba moderna, quella dell'Uomo di Latta citato nel cappelletto. Si tratta della prima opera di American da quando è a capo della Enlight, ma anche il primo vero videogioco sviluppato dai tempi di Alice. Una lunga pausa come questa ha o avrebbe potuto far dubitare dell'effettiva vitalità della vena ludica di McGee, ma il dimostrativo provato per voi da Gamesurf fa subito crollare questo timore.
Piccola nota riguardo agli sviluppatori, i MercurySteam, neonato gruppo di abilissimi programmatori nati da un team della Rebel Act Studios, che conosciamo per un controverso ma indubbiamente meraviglioso titolo che risponde al nome di Severance:Blade of Darkness, classe 2001. Scrapland è la loro prima opera da quando la squadra è stata formata e, grazie al contribuito di American McGee, il quale ha riscritto completamente la trama, già promette meraviglie & gaudio. Nel gioco, saremo chiamati a vestire i panni metallici di un simpaticissimo e buffo androide di nome D-Tritus. Allo stato attuale non si conosce molto del background che si nasconde dietro questo stravagante omino di latta: quello che è certo è che vive in una enorme, smisurata metropoli cibernetica, zeppa di altri androidi come lui,ognuno con un suo preciso compito: l'androide banchiere, i poliziotti, gli robot-politici, i barman e tutto quello che ci aspetteremmo di trovare nelle vere città; non mancano alieni dalle forme più disparate, alcuni amichevoli, altri decisamente ostili.
Pur non conoscendone la storia, quello che sappiamo di D-Tritus è che un andro-hacker, un robot che ama ficcare il naso dove non dovrebbe e si guadagna i bulloni da vivere nei modi più disparati. Tecnicamente, il gameplay si rifà a due titoli: GTA III e il poco apprezzato Messiah, della Shiny Software. Attualmente, non è chiara la trama di gioco, ma comunque si sa per certo che dovremo guidare il nostro metallico amico in una serie a gioco completo di ben centoquaranta missioni (anche se questa è più una speranza di American, che una certezza) per un totale di ben oltre le quaranta ore di gioco in single player. La principale peculiarità del nostro alter-ego digitale, sarà quella di poter assumere le peculiarità biologiche e tecnologiche di ognuna delle quindici specie che incontreremo lungo il nostro cammino (proprio come il putto di Messiah o come i Borg di Star Trek); in questo modo, saremo in grado di produrci in appassionanti sfide di corse "aereomobilistiche" sulle strade cittadine che ricordano alla lontana gli scenari di Blade Runner, oppure potremo distruggere alcuni bersagli indicatoci dal nostro mandante del caso. Il gioco punterà fondamentalmente alle corse su una serie piuttosto ampia di mezzi volanti (e qui c'e' il tributo a GTA)ma le gambe meccaniche di D-Tritus non sono state dimenticate.
Infatti, se non riusciremo a procurarci un mezzo, potremo assolvere alle nostre missioni utilizzando la metropolitana, oppure potremo girovagare per la città in attesa di un incarico, dilettandoci a far saltare in aria le cannoniere antipirati e tante altre amenità. Sul fronte multigiocatore, previsto sia in rete locale che su Internet, si segnalano le classiche modalità come DM e TDM, incentrate tutte sullo scontro fra macchine volanti e la strenua caccia ai power-up sparsi per le immense aree di gioco. A questo proposito, poiché le mappe visionate sono davvero enormi e su più livelli, sarebbe lecito pensare alle difficoltà di orientamento che potrebbero presentarsi; ma American McGee non è l'ultimo arrivato e, puntando tutto sulla chiarezza, l'immediatezza ed il divertimento, una serie di icone e la comoda bussola che vedete nelle foto ci farà sempre sapere dove siamo e cosa dobbiamo fare...o non fare. Graficamente e sul fronte audio, non vi è dubbio che sia stato eseguito un ottimo lavoro e, anche se non siamo ai livelli di profondità del capolavoro di Carmack, indubbiamente non avremo di che lamentarci. In ogni caso, per l'analisi tecnica vi rimandiamo alla recensione, quando il titolo sarà completo e sul mercato. Nel frattempo...quanti di voi non conoscono l'opera prima di American Mgee, Alice, potrebbero ingannare l'attesa ripescando questo bellissimo titolo perfettamente in grado di non sfigurare neanche davanti ai mostri sacri attuali. Motivi per attendere Scapland ce ne sono a iosa...pertanto: Stay Tuned for Scrapland!
Scrapland
Scrapland
La recente presentazione alla stampa di Scrapland, direttamente dalla voce di Mr. McGee, ci ha dato modo di dare un'occhiata approfondita al suo ultimo lavoro che segna il ritorno sulla grande scena del papà di Alice, l'indimenticabile esordio da 'solista' del talentuoso Game Designer americano.