Silent Hills
di
Roberto Vicario
Il mondo dell'horror videoludico sta attraversando un periodo di transizione, una sorta di “medioevo” in cui le software house non riescono a trovare spunti innovati in grado di far ripartire un genere che in passato aveva portato alla luce prodotti, con le potenzialiltà di disturbare il giocatore grazie ad ambientazioni distorte, corrotte e a tratti surreali.
Un barlume di speranza tuttavia abbiamo potuto intravederlo grazie alla scena indie. La volontà e l'intraprendenza di alcuni sviluppatori, nell'esplorare meccaniche ludiche innovative e sperimentali, ha generato prodotti come Outlast, Lone Survivor o Gone Home, giusto per citarne qualcuno.
Proprio per i motivi sopra citati, l'annuncio sul palco della GamesCom di P.T. ha si stimolato una folla avida di novità, ma allo stesso tempo l'euforia é stata contagiata da una sorta di paura mista a scetticismo.
Quella gran volpe di Hideo Kojima, profondo conoscitore di come fomentare l'hype dei suoi prodotti, ha così spiazzato tutti, e dopo un rapido trailer d'annuncio ha ufficializzato un trailer giocabile di questo fantomatico progetto (ancora non si sapeva si trattasse di Silent Hill).
L'esperienza che ne é scaturita é stata a tratti devastante, con un progetto che nella sua brevità é riuscito a far riaffiorare stati d'animo impensabili fino a pochissimi minuti prima di prendere il pad tra le mani.
Molti di voi potrebbero sostenere che P.T. é un'abilissima mossa di marketing, ma noi ci sentiamo di dissentire. In quel corridoi che in loop continuiamo a visitare, c'é uno studio compulsivo, quasi malato, di quelle che possono essere le reali paure di un uomo.
Un corridoio, che ci troviamo a ripercorre costantemente e che ogni volta aggiunge dettagli, si lascia scoprire in tutta la sua raccapricciante oscurità. La paura o l'ansia più grande che un uomo può percepire nasce nel momento in cui non si é in grado di distinguere chi o cosa stiamo affrontando. Stiamo veramente lottando contro qualcuno o alla fine siamo solamente noi stessi “il mostro”?.
Con tutta una serie di escamotage che mettono in luce le qualità che il duo Hideo Kojima e Guillelmo Del Toro possono dare a questo genere, il giocatore si trova così costretto a fronteggiare le proprie paure all'interno di quel corridoio che attraversa costantemente passo dopo passo, in un loop quasi nauseante.
La radio che gracchia notizie tanto macabre quanto tremendamente reali visti i tempi che passano, un orologio che rimane fisso sulle 23.59 smarrendo il giocatore nello spazio e nel tempo, un ambiente sporco, malsano che degenera man mano che la mente del giocatore si oscura, quasi fosse un'estensione della sua anima.
vimager1, 3, 2
Arrivando a soluzioni estreme - forse troppo forti per un mercato come questo ancora troppo bigotto in certe frangenti - come quella del feto piangente nel lavandino. Kojima dimostra con questa demo che l'ansia che si può instaurare nel giocatore deve nascere dalla non conoscenza, dal trovarsi nella situazione in cui si percepisce di essere totalmente in balia delle proprie paure e dei propri segreti.
Poi il mostro arriva, certo. Ma quel mostro non farà altro che dare uno corpo ed una dimensione a tutta quell'ansia precedentemente generata. Un passaggio tanto semplice quanto poco scontato. Chi é alla fine quel fantasma?
Questi sono solo alcuni degli stati d'animo che si possono percepire giocando al trailer di P.T. o meglio, di Silent Hills. Sensazione che riaffiorano dopo essere rimaste sopite per troppo tempo all'interno di noi giocatori.
Come vuole Kojima, all'interno di quei corridoi ci sono un sacco di riferimenti, collegamenti, messaggi subliminali, che trovarli ed elencarli tutti sarebbe davvero complesso e prolisso. Però, la classica frase ad effetto non manca, ed é una frase che a sua volta lascia aperta la discussione su molteplici fronti: are you sure the only you is you?.
Se il trailer interattivo ci ha dimostrato che per questo genere c'é ancora speranza, dobbiamo tuttavia fare i conti con la realtà, mettendoci in testa che con probabilissima certezza il gameplay di P.T. non rappresenterà il prodotto finale, o comunque non sarà la direzione ludica intrapresa da Silent Hills.
La presenza di un attore affermato come Norman Reduus, ci fa propendere per un terreno molto più familiare alla serie come quello della terza persona. Inoltre, essendo per antonomasia il gioco ambientato in spettrali e pericolose cittadine, siamo curiosi di vedere come Kojima gestirà le sezioni in spazi aperti.
Detto questo però - paure legittime ma abbastanza velleitarie visto che del gioco non si sa praticamente nulla - nutriamo tantissima fiducia non solo nel visionario Kojima-san ma anche nel regista che lo affiancherà in questo sviluppo. Guilelmo Del Toro, ha sempre dimostrato di sapersi trovare perfettamente a suoi agio sia con il media videoludico (ricordate il suo progetto personale inSANE?) quanto con il genere horror, e a dimostrarlo ci sono diverse pellicole cinematografiche e la serie tv The Strain in onda proprio in questo periodo.
In sostanza per quanto il trailer giocabile di P.T. possa alla fine rivelarsi un boomerang per il duo Kojima/Del Toro, noi non possiamo che rimanere affascinati da quello che abbiamo provato, anche se per solo pochi minuti. Serviva una scossa? nel bene o nel male, pare sia finalmente arrivata.
Un barlume di speranza tuttavia abbiamo potuto intravederlo grazie alla scena indie. La volontà e l'intraprendenza di alcuni sviluppatori, nell'esplorare meccaniche ludiche innovative e sperimentali, ha generato prodotti come Outlast, Lone Survivor o Gone Home, giusto per citarne qualcuno.
Proprio per i motivi sopra citati, l'annuncio sul palco della GamesCom di P.T. ha si stimolato una folla avida di novità, ma allo stesso tempo l'euforia é stata contagiata da una sorta di paura mista a scetticismo.
Quella gran volpe di Hideo Kojima, profondo conoscitore di come fomentare l'hype dei suoi prodotti, ha così spiazzato tutti, e dopo un rapido trailer d'annuncio ha ufficializzato un trailer giocabile di questo fantomatico progetto (ancora non si sapeva si trattasse di Silent Hill).
L'esperienza che ne é scaturita é stata a tratti devastante, con un progetto che nella sua brevità é riuscito a far riaffiorare stati d'animo impensabili fino a pochissimi minuti prima di prendere il pad tra le mani.
Confrontarsi con le proprie paure
Molti di voi potrebbero sostenere che P.T. é un'abilissima mossa di marketing, ma noi ci sentiamo di dissentire. In quel corridoi che in loop continuiamo a visitare, c'é uno studio compulsivo, quasi malato, di quelle che possono essere le reali paure di un uomo.
Un corridoio, che ci troviamo a ripercorre costantemente e che ogni volta aggiunge dettagli, si lascia scoprire in tutta la sua raccapricciante oscurità. La paura o l'ansia più grande che un uomo può percepire nasce nel momento in cui non si é in grado di distinguere chi o cosa stiamo affrontando. Stiamo veramente lottando contro qualcuno o alla fine siamo solamente noi stessi “il mostro”?.
Con tutta una serie di escamotage che mettono in luce le qualità che il duo Hideo Kojima e Guillelmo Del Toro possono dare a questo genere, il giocatore si trova così costretto a fronteggiare le proprie paure all'interno di quel corridoio che attraversa costantemente passo dopo passo, in un loop quasi nauseante.
La radio che gracchia notizie tanto macabre quanto tremendamente reali visti i tempi che passano, un orologio che rimane fisso sulle 23.59 smarrendo il giocatore nello spazio e nel tempo, un ambiente sporco, malsano che degenera man mano che la mente del giocatore si oscura, quasi fosse un'estensione della sua anima.
vimager1, 3, 2
Arrivando a soluzioni estreme - forse troppo forti per un mercato come questo ancora troppo bigotto in certe frangenti - come quella del feto piangente nel lavandino. Kojima dimostra con questa demo che l'ansia che si può instaurare nel giocatore deve nascere dalla non conoscenza, dal trovarsi nella situazione in cui si percepisce di essere totalmente in balia delle proprie paure e dei propri segreti.
Poi il mostro arriva, certo. Ma quel mostro non farà altro che dare uno corpo ed una dimensione a tutta quell'ansia precedentemente generata. Un passaggio tanto semplice quanto poco scontato. Chi é alla fine quel fantasma?
Questi sono solo alcuni degli stati d'animo che si possono percepire giocando al trailer di P.T. o meglio, di Silent Hills. Sensazione che riaffiorano dopo essere rimaste sopite per troppo tempo all'interno di noi giocatori.
Come vuole Kojima, all'interno di quei corridoi ci sono un sacco di riferimenti, collegamenti, messaggi subliminali, che trovarli ed elencarli tutti sarebbe davvero complesso e prolisso. Però, la classica frase ad effetto non manca, ed é una frase che a sua volta lascia aperta la discussione su molteplici fronti: are you sure the only you is you?.
Uno sguardo al futuro
Se il trailer interattivo ci ha dimostrato che per questo genere c'é ancora speranza, dobbiamo tuttavia fare i conti con la realtà, mettendoci in testa che con probabilissima certezza il gameplay di P.T. non rappresenterà il prodotto finale, o comunque non sarà la direzione ludica intrapresa da Silent Hills.
La presenza di un attore affermato come Norman Reduus, ci fa propendere per un terreno molto più familiare alla serie come quello della terza persona. Inoltre, essendo per antonomasia il gioco ambientato in spettrali e pericolose cittadine, siamo curiosi di vedere come Kojima gestirà le sezioni in spazi aperti.
Detto questo però - paure legittime ma abbastanza velleitarie visto che del gioco non si sa praticamente nulla - nutriamo tantissima fiducia non solo nel visionario Kojima-san ma anche nel regista che lo affiancherà in questo sviluppo. Guilelmo Del Toro, ha sempre dimostrato di sapersi trovare perfettamente a suoi agio sia con il media videoludico (ricordate il suo progetto personale inSANE?) quanto con il genere horror, e a dimostrarlo ci sono diverse pellicole cinematografiche e la serie tv The Strain in onda proprio in questo periodo.
In sostanza per quanto il trailer giocabile di P.T. possa alla fine rivelarsi un boomerang per il duo Kojima/Del Toro, noi non possiamo che rimanere affascinati da quello che abbiamo provato, anche se per solo pochi minuti. Serviva una scossa? nel bene o nel male, pare sia finalmente arrivata.
Silent Hills
Silent Hills
P.T. o Silent Hills, potrebbe davvero inaugurare una nuova stagione all'interno del sempre più stantio genere degli horror. La qualità e l'esperienza di gente come Kojima e Del Toro, a servizio di un brand forte come quello di Silent Hill, ci lasciano davvero ben sperare per il futuro, e la demo di cui vi abbiamo appena parlato ne é la testimonianza concreta.