Smuggler's Run
Una fra le principali ossessioni degli sviluppatori di videogiochi moderni consiste nel dare al giocatore l'impressione di vivere in un ambiente reale, pulsante e che offra la maggiore libertà possibile (o, perlomeno, una buona illusione di possederla). E' un desiderio lecito, anche da parte dei giocatori stessi, visto e considerato che offre l'opportunità di immedesimarsi maggiormente nelle situazioni a tutto vantaggio dell'atmosfera e del coinvolgimento. Chiaramente, in un genere come quello dei giochi di guida, cercare di ottenere tale risultato avrebbe poco senso, se non si uscisse dal classico canone "pista ben delimitata da completare in un determinato tempo limite". Avere a disposizione, per esempio, un'intera città ricostruita nei minimi particolari, non serve a nulla se poi se ne possono percorrere solo alcune determinate strade
Un primo passo in questo senso fu compiuto da giochi come San Francisco Rush, che offrivano l'opportunità di imboccare decine di scorciatoie e "strade alternative" mentre si gareggiava lungo i quartieri della città. Ma la vera rivoluzione nel genere sono stati quella serie di giochi definibili come "simulatori di vita criminale" (anche se, a onore del vero, il vero precursore é stato Die Hard Trilogy con la sua sezione di guida). Grand Theft Auto prima e Driver poi hanno unito un genere di sfida tipico degli arcade adventure (prendi l'oggetto nel punto A e conducilo al punto B) a uno stile di guida palesemente arcade, miscelando il tutto in maniera differente (2D e humour nero per Grand Theft Auto, 3D e atmosfera anni 70/80 per Driver) ed ottenendo un mix esplosivo e di grande successo che ha generato e sta generando molteplici seguiti e imitazioni
VOGLIO ANDARE A VIVERE IN CAMPAGNA... AAHAAA... AAHAAAA..
Smuggler's Run offre lo stesso schema di gioco, arricchito però da nuove potenzialità, in parte derivate dall'hardware più potente a disposizione degli sviluppatori (l'Emotion Engine della PlayStation 2), in parte da scelte di design. L'ambientazione, per una volta, non é quella urbana che ha caratterizzato gli altri esponenti del genere (in ogni caso la Rockstar Games ha in produzione anche Midnight Club, un arcade di guida metropolitana, sempre per PlayStation 2), ma si sposta all'esterno, in tre ambientazioni molto differenti fra loro: i ghiacciai canadesi, il deserto messicano e le foreste statunitensi. Le mappe su cui ci si troverà a correre sono veramente enormi (si parla di quasi trenta chilometri quadrati ciascuna) e ci vorrà veramente parecchio tempo prima di poter affermare di conoscerle a menadito
Un primo passo in questo senso fu compiuto da giochi come San Francisco Rush, che offrivano l'opportunità di imboccare decine di scorciatoie e "strade alternative" mentre si gareggiava lungo i quartieri della città. Ma la vera rivoluzione nel genere sono stati quella serie di giochi definibili come "simulatori di vita criminale" (anche se, a onore del vero, il vero precursore é stato Die Hard Trilogy con la sua sezione di guida). Grand Theft Auto prima e Driver poi hanno unito un genere di sfida tipico degli arcade adventure (prendi l'oggetto nel punto A e conducilo al punto B) a uno stile di guida palesemente arcade, miscelando il tutto in maniera differente (2D e humour nero per Grand Theft Auto, 3D e atmosfera anni 70/80 per Driver) ed ottenendo un mix esplosivo e di grande successo che ha generato e sta generando molteplici seguiti e imitazioni
VOGLIO ANDARE A VIVERE IN CAMPAGNA... AAHAAA... AAHAAAA..
Smuggler's Run offre lo stesso schema di gioco, arricchito però da nuove potenzialità, in parte derivate dall'hardware più potente a disposizione degli sviluppatori (l'Emotion Engine della PlayStation 2), in parte da scelte di design. L'ambientazione, per una volta, non é quella urbana che ha caratterizzato gli altri esponenti del genere (in ogni caso la Rockstar Games ha in produzione anche Midnight Club, un arcade di guida metropolitana, sempre per PlayStation 2), ma si sposta all'esterno, in tre ambientazioni molto differenti fra loro: i ghiacciai canadesi, il deserto messicano e le foreste statunitensi. Le mappe su cui ci si troverà a correre sono veramente enormi (si parla di quasi trenta chilometri quadrati ciascuna) e ci vorrà veramente parecchio tempo prima di poter affermare di conoscerle a menadito