Sniper Elite 4
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La serie di Sniper Elite ha avuto il piacere di immergere i giocatori in un ruolo da sempre affascinate come quello del cecchino, esaltato da un contesto di sicuro impatto come quello della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo esserci infiltrati in territorio tedesco, e aver strisciato sulle dune del deserto africano, é arrivato il turno di fare un viaggetto in Italia. In questa quarta incarnazione della serie, il nostro cecchino Karl Fairburne viene mandato nel Bel Paese per contrastare l'oppressione fascista e nazista.
Un evento organizzato in quel di Milano da Koch Media ci ha permesso di toccare con mano un versione preliminare del gioco, toccando con mano quelli che saranno i capisaldi del gameplay per quel che riguarda la campagna singolo giocatore, la modalità survival e quella multigiocatore. Impugnano quindi lo Springfield M1903 d'ordinanza e andiamo a “cecchinare” qualche cattivo.
La missione che abbiamo avuto modo di provare era chiamata San Celini Island. Come lascia intuire il titolo, si trattava di una missione ambientata su isola popolata da alti ufficiali nazisti della Luftwaffe. Il nostro obiettivo primario era Tobias Schmidt, generale tedesco di altissimo profilo.
Come spesso accade durante le missioni belliche, nel corso dell'azione, gli incarichi possono diventare diversi e variare da quello che é l'obiettivo principale iniziale. Anche San Celini Island non ha fatto eccezioni a questa regola, e oltre generale Schmidt, ci é stato chiesto di uccidere altri ufficiali, sabotare delle telecamere usate per la propaganda nazista e libera un checkpoint potenzialmente strategico.
Queste le linee guida di una missione che ci ha regalato ottime sensazioni sotto molteplici punti di vista. Partiamo dall'esperienza sandbox che, capitolo dopo capitolo, é stata fortemente ampliata; il giocatore avrà infatti svariate tipologie d'approccio alternative a quella dell'utilizzo del fucile da cecchino, e che andranno a sfruttare un loadout interamente personalizzabile in base alla filosofia di ingaggio che preferisce il giocatore.
Mine e TNT per creare diversivi, armi silenziate per approcci diretti ma più stealth e silenziosi, fino all'utilizzo di mitragliatori Thompson per chi invece punta ad un'azione senza troppi fronzoli. Come sempre il cuore dell'esperienza é ovviamente il fucile da cecchino e, sotto questo aspetto, i miglioramenti che abbiamo potuto percepire nell'ora che ci é stata concessa, sono pienamente tangibili.
In base alla difficoltà che andremo a scegliere dal menù delle opzioni (inizialmente saranno quattro i livelli selezionabili) avremo infatti un'esperienza più o meno permissiva per quel che riguarda la componente di simulazione balistica. Vento, distanza, curvatura e incidenza del battito cardiaco sono solo alcuni degli elementi di cui dovremo tener conto nel momento in cui decideremo di sparare un colpo verso un bersaglio designato. Riuscire a compiere un buon tiro attiverà l'ormai conosciuta kill cam a raggi x che ci mostrerà, nel minimo dettaglio, l'impatto della pallottola con ossa, muscoli e organi del malcapitato di turno.
Altro elemento di cui dobbiamo tenere conto é il rumore. Il nostro fucile produce infatti un rumore piuttosto chiaro, e sparare continuamente dallo stesso spot potrebbe attivare un nuovo sistema di triangolazione che utilizzano i nemici per rilevare la nostra posizione; proprio per questo motivo sfruttare le fonti di rumore esterne sarà molto utile per coprire i nostri spari. Parlando di questo elemento vale la pena spendere due parole anche su una intelligenza artificiale che, anche a livello normale, ci é sembrata decisamente più sveglia se confrontata con quella del terzo capitolo. Ovviamente, solo una prova approfondita sulla versione finale del gioco potrà dirci di più su questo tassello fondamentale dell'esperienza.
Tenendo conto di tutti questi elementi, la prova effettuata sulla mappa selezionata per l'evento ci ha mostrato un ambiente di gioco vasto e ricco di cose da scoprire. Tra queste segnaliamo un sacco di luoghi dove poterci appostare, ma soprattutto una miriade di segreti che altro non sono che collezionabili utili ad allungare la longevità del livello.
Proprio in termini di longevità dobbiamo ammettere di essere rimasti piacevolmente colpiti. Provando a completare in maniera stealth la missione (obiettivi secondari compresi) ci abbiamo impiegato la bellezza di quasi un'ora. Se tutte le missioni dovessero attestarsi su questa longevità, potremmo trovarci davanti un capitolo corposo sotto l'aspetto delle ore di gioco.
Queste le prime impressioni scaturite dalla nostra esperienza, ma curiosando nel menù abbiamo scoperto tante altre cose che potremo approfondire solamente nella versione finale. Tra queste vale la pena citare un livello di esperienza che cresce compiendo azioni, un skill tree per personalizzare le azioni del nostro personaggio e la possibilità di personalizzare il loadout per la missione grazie ad una discreta varietà di armi tra cui scegliere.
Una parte del nostro hands on é stata anche dedicata alle altre varianti di gioco che faranno parte del pacchetto finale. La prima é la modalità multiplayer competitiva.
La variante da noi giocata era una sorta di modalità controllo. Una radio cade casualmente sulla mappa di gioco, e la squadra che riesce a difenderla per un determinato lasso temporale realizza un punto. La squadra che per prima realizza cinque punti é la vincitrice. Qui ovviamente le dinamiche sono molto differenti rispetto a quelle del single player, e una sola partita non é sufficiente per trarre delle conclusioni, anche se sommarie.
Ci limitiamo quindi a dire che ci siamo divertiti anche in questo caso, e che a fronte di un organizzazione di squadra piuttosto importante, anche lo scontro sulla distanza tra cecchini può diventare affascinante anche online. La mappa su cui abbiamo giocato si chiamava Riviera e ricorda, per certi aspetti, alcuni borghi marittimi tipici della Liguria. Molto interessante e ricca di spot che coprono vaste aree della mappa stessa.
Diversa invece la modalità Survival, costituita da una cooperazione di 4 quattro giocatori che devono difendersi da dodici ondate di soldati nazisti/fascisti sempre più numerose e pericolose. Anche qui la cooperazione é fondamentale e la suddivisione dei compiti é strategicamente necessaria per poter sopravvivere, e allo stesso tempo difendere un oggetto sensibile che, se raccolto dai nemici, porrà immediatamente fine alla partita.
Una serie di varianti molto interessanti, che ci hanno divertito in quella che é stata a tutti gli effetti una partita mordi e fuggi, e che approfondiremo sicuramente una volta che avremo tra le mani il codice finale del gioco.
Chiudiamo spendendo due parole sul comparto tecnico di questo Sniper Elite 4. Il lavoro svolto dal team di sviluppo é andato a migliorare di molto alcuni elementi che popolano l'ambiente di gioco ora più ricco di elementi, vegetazioni e “arredi”. Qualcosa di più si può ancora fare per quel che riguarda i modelli poligonali dei personaggi, ma anche in questo caso, aspettiamo la versione definitiva prima di sbilanciarci in giudizi azzardati.
Dopo esserci infiltrati in territorio tedesco, e aver strisciato sulle dune del deserto africano, é arrivato il turno di fare un viaggetto in Italia. In questa quarta incarnazione della serie, il nostro cecchino Karl Fairburne viene mandato nel Bel Paese per contrastare l'oppressione fascista e nazista.
Un evento organizzato in quel di Milano da Koch Media ci ha permesso di toccare con mano un versione preliminare del gioco, toccando con mano quelli che saranno i capisaldi del gameplay per quel che riguarda la campagna singolo giocatore, la modalità survival e quella multigiocatore. Impugnano quindi lo Springfield M1903 d'ordinanza e andiamo a “cecchinare” qualche cattivo.
Sole, mare e cecchini
La missione che abbiamo avuto modo di provare era chiamata San Celini Island. Come lascia intuire il titolo, si trattava di una missione ambientata su isola popolata da alti ufficiali nazisti della Luftwaffe. Il nostro obiettivo primario era Tobias Schmidt, generale tedesco di altissimo profilo.
Come spesso accade durante le missioni belliche, nel corso dell'azione, gli incarichi possono diventare diversi e variare da quello che é l'obiettivo principale iniziale. Anche San Celini Island non ha fatto eccezioni a questa regola, e oltre generale Schmidt, ci é stato chiesto di uccidere altri ufficiali, sabotare delle telecamere usate per la propaganda nazista e libera un checkpoint potenzialmente strategico.
Queste le linee guida di una missione che ci ha regalato ottime sensazioni sotto molteplici punti di vista. Partiamo dall'esperienza sandbox che, capitolo dopo capitolo, é stata fortemente ampliata; il giocatore avrà infatti svariate tipologie d'approccio alternative a quella dell'utilizzo del fucile da cecchino, e che andranno a sfruttare un loadout interamente personalizzabile in base alla filosofia di ingaggio che preferisce il giocatore.
Mine e TNT per creare diversivi, armi silenziate per approcci diretti ma più stealth e silenziosi, fino all'utilizzo di mitragliatori Thompson per chi invece punta ad un'azione senza troppi fronzoli. Come sempre il cuore dell'esperienza é ovviamente il fucile da cecchino e, sotto questo aspetto, i miglioramenti che abbiamo potuto percepire nell'ora che ci é stata concessa, sono pienamente tangibili.
In base alla difficoltà che andremo a scegliere dal menù delle opzioni (inizialmente saranno quattro i livelli selezionabili) avremo infatti un'esperienza più o meno permissiva per quel che riguarda la componente di simulazione balistica. Vento, distanza, curvatura e incidenza del battito cardiaco sono solo alcuni degli elementi di cui dovremo tener conto nel momento in cui decideremo di sparare un colpo verso un bersaglio designato. Riuscire a compiere un buon tiro attiverà l'ormai conosciuta kill cam a raggi x che ci mostrerà, nel minimo dettaglio, l'impatto della pallottola con ossa, muscoli e organi del malcapitato di turno.
Altro elemento di cui dobbiamo tenere conto é il rumore. Il nostro fucile produce infatti un rumore piuttosto chiaro, e sparare continuamente dallo stesso spot potrebbe attivare un nuovo sistema di triangolazione che utilizzano i nemici per rilevare la nostra posizione; proprio per questo motivo sfruttare le fonti di rumore esterne sarà molto utile per coprire i nostri spari. Parlando di questo elemento vale la pena spendere due parole anche su una intelligenza artificiale che, anche a livello normale, ci é sembrata decisamente più sveglia se confrontata con quella del terzo capitolo. Ovviamente, solo una prova approfondita sulla versione finale del gioco potrà dirci di più su questo tassello fondamentale dell'esperienza.
Tenendo conto di tutti questi elementi, la prova effettuata sulla mappa selezionata per l'evento ci ha mostrato un ambiente di gioco vasto e ricco di cose da scoprire. Tra queste segnaliamo un sacco di luoghi dove poterci appostare, ma soprattutto una miriade di segreti che altro non sono che collezionabili utili ad allungare la longevità del livello.
Proprio in termini di longevità dobbiamo ammettere di essere rimasti piacevolmente colpiti. Provando a completare in maniera stealth la missione (obiettivi secondari compresi) ci abbiamo impiegato la bellezza di quasi un'ora. Se tutte le missioni dovessero attestarsi su questa longevità, potremmo trovarci davanti un capitolo corposo sotto l'aspetto delle ore di gioco.
Queste le prime impressioni scaturite dalla nostra esperienza, ma curiosando nel menù abbiamo scoperto tante altre cose che potremo approfondire solamente nella versione finale. Tra queste vale la pena citare un livello di esperienza che cresce compiendo azioni, un skill tree per personalizzare le azioni del nostro personaggio e la possibilità di personalizzare il loadout per la missione grazie ad una discreta varietà di armi tra cui scegliere.
Cecchini in compagnia
Una parte del nostro hands on é stata anche dedicata alle altre varianti di gioco che faranno parte del pacchetto finale. La prima é la modalità multiplayer competitiva.
La variante da noi giocata era una sorta di modalità controllo. Una radio cade casualmente sulla mappa di gioco, e la squadra che riesce a difenderla per un determinato lasso temporale realizza un punto. La squadra che per prima realizza cinque punti é la vincitrice. Qui ovviamente le dinamiche sono molto differenti rispetto a quelle del single player, e una sola partita non é sufficiente per trarre delle conclusioni, anche se sommarie.
Ci limitiamo quindi a dire che ci siamo divertiti anche in questo caso, e che a fronte di un organizzazione di squadra piuttosto importante, anche lo scontro sulla distanza tra cecchini può diventare affascinante anche online. La mappa su cui abbiamo giocato si chiamava Riviera e ricorda, per certi aspetti, alcuni borghi marittimi tipici della Liguria. Molto interessante e ricca di spot che coprono vaste aree della mappa stessa.
Diversa invece la modalità Survival, costituita da una cooperazione di 4 quattro giocatori che devono difendersi da dodici ondate di soldati nazisti/fascisti sempre più numerose e pericolose. Anche qui la cooperazione é fondamentale e la suddivisione dei compiti é strategicamente necessaria per poter sopravvivere, e allo stesso tempo difendere un oggetto sensibile che, se raccolto dai nemici, porrà immediatamente fine alla partita.
Una serie di varianti molto interessanti, che ci hanno divertito in quella che é stata a tutti gli effetti una partita mordi e fuggi, e che approfondiremo sicuramente una volta che avremo tra le mani il codice finale del gioco.
Chiudiamo spendendo due parole sul comparto tecnico di questo Sniper Elite 4. Il lavoro svolto dal team di sviluppo é andato a migliorare di molto alcuni elementi che popolano l'ambiente di gioco ora più ricco di elementi, vegetazioni e “arredi”. Qualcosa di più si può ancora fare per quel che riguarda i modelli poligonali dei personaggi, ma anche in questo caso, aspettiamo la versione definitiva prima di sbilanciarci in giudizi azzardati.