Soldier of Fortune

Soldier of Fortune
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UN REALISMO CHE IMPRESSIONA
Sebbene quella appena data possa sembrare la trama standard per molti giochi simili (in effetti basterebbe sostituire a John Mullins il signor James Bond, e scambiare gli USA con l'Inghilterra...), é bene fare alcune importanti precisazioni: innanzitutto, il signor John Mullins non é un parto della fantasia degli sviluppatori, bensì un soldato mercenario realmente esistente e veramente ingaggiato, in passato, dagli Stati Uniti per lo svolgimento di alcune importanti operazioni militari. Ed é proprio grazie alla stretta collaborazione di Mullins, oggi sessantenne, che il gioco ha potuto fregiarsi di un livello di realismo realmente fuori dal comune. La collaborazione dell'ex mercenario é servita soprattutto ai programmatori di Raven Software per avere un chiaro riscontro del comportamento di compagni e avversari nel corso di una operazione. In aggiunta, il gioco include un sistema molto avanzato di calcolo delle reazioni dei personaggi ai colpi di arma da fuoco: il corpo di ciascun personaggio infatti é suddiviso in ben 26 differenti "zone", cui corrispondono altrettante "reazioni". Se dunque sparare alla testa ad un nemico significa (nella maggior parte dei casi) vederlo cadere stecchito a terra, colpire una gamba o un braccio del malcapitato si traduce in ferite che limitano le azioni e i movimenti. Tutto trucemente accompagnato da una realizzazione grafica che non lesina particolari sanguinolenti
Soldier of Fortune
Molto spesso nel gioco conviene agire nell'ombra, per non essere individuati

GIOCO DI SQUADRA
Il concetto di "team" é molto marcato, in Soldier of Fortune: la maggior parte delle missioni infatti vede impegnati gruppi di soldati più o meno nutriti, con cui é necessariamente importante coordinarsi per avere più possibilità di sopravvivere e portare a termine i compiti assegnati. Non per questo, però, il gioco si traduce in un titolo nello stile di Rainbow Six o Hidden & Dangerous: tutt'altro, il controllo del giocatore rimane sempre fisso su John, mentre gli altri personaggi vengono controllati direttamente dal Dreamcast. Anche sotto questo aspetto le istruzioni del "vero" John Mullins hanno permesso di impreziosire il gioco con una buona resa dei comportamenti dei compagni di squadra, che agiscono con una certa cognizione di causa, collaborando attivamente col giocatore e risultando alleati preziosi: almeno, questo é quanto già avviene nella versione PC del gioco, ma é lecito supporre che tutto ciò rimanga inalterato nel passaggio su Sega Dreamcast, specie in seguito a precise dichiarazioni degli sviluppatori. Ovviamente, i comportamenti dei soldati avversari non saranno da meno, per cui é lecito aspettarsi degli antagonisti digitali decisamente astuti e organizzati, e non la solita carne da macello che troppo spesso passeggia per i nostri monitor
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Soldier of Fortune

Parafrasando una pessima pubblicità televisiva, viene da chiedere: "Ma c'era davvero bisogno di Soldier of Fortune?". Si, decisamente si. Perché effettivamente gli amanti degli sparatutto in prima persona su Dreamcast hanno parecchio pane per i propri denti relativamente ai giochi multiplayer, con due versioni eccellenti di Quake III Arena e Unreal Tournament, ma sono effettivamente sprovvisti di una solida esperienza "single-player", negata dai due giochi citati, ma presente in dosi massicce proprio in Soldier of Fortune. La qualità della conversione lascia ben sperare della genuinità del prodotto finito, che viene comunque minato dalla mancanza delle opzioni per il gioco online (difficilmente giustificabile, tra l'altro). Se tutte le promesse saranno mantenute, i fan degli sparatutto in prima persona potranno dunque godersi uno dei migliori titoli di questo genere, per cui il consiglio è di tenere un occhio ben puntato su Soldier of Fortune, fermo restando che giocatori troppo giovani o impressionabili farebbero bene ad evitare il gioco, a causa dell'eccessiva crudezza di molti effetti e situazioni.